Diocesi di Trieste
Solennità di Maria Assunta in cielo
✠ Giampaolo Crepaldi
Repentabor-Monrupino / Muggia Vecchia, 15 agosto 2019
Carissimi fratelli e sorelle,
1. L’odierna celebrazione è tutta dedicata ad una corroborante verità di fede che, il 1 novembre 1950, il Venerabile Papa Pio XII proclamò come dogma: la Vergine Maria “terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. Ed è il Concilio Vaticano II, nella Costituzione sulla Chiesa, che ci offre una coinvolgente meditazione sull’Assunzione al cielo di Maria. Vi troviamo scritto che “L’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste col suo corpo e la sua anima, e dal Signore esaltata come la regina dell’universo” (n. 59); e poi: “La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore” (n. 68).
2. Carissimi fratelli e sorelle, che l’Assunzione al cielo di Maria sia segno di speranza e consolazione ce lo insegna la prima lettura che abbiamo ascoltato dove si descrive la storia umana come il luogo in cui si scontrano due persone, con due progetti di vita opposti. Chi sono queste due persone? La prima è una donna, vestita di sole, che dona la vita. Ci dice il testo biblico che questa donna “Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto” e che partorisce “un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni, con scettro di ferro”. La seconda è un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi, cioè una persona intelligentissima (sette teste), molto potente (dieci corna) e con a disposizione la gloria di questo mondo (sette diademi). Cosa fa questo drago? Questa la risposta: “Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito”. Fratelli e sorelle, queste due persone interpretano lo scontro di cui è intessuta la trama della storia umana e della nostra vita cristiana: da una parte Maria e il Figlio suo Gesù, fonti di vita e di salvezza e, dall’altra, satana-drago, fonte di divisione e di morte, che cerca in ogni modo di divorare Cristo e l’avvenimento cristiano. Ma, per satana, si tratta di una partita persa, perché già definitivamente vinta dal Signore Gesù il Venerdì santo con la sua crocifissione e morte e con la Pasqua della sua gloriosa risurrezione.
3. Carissimi fratelli e sorelle, celebrando l’Assunzione al cielo di Maria, noi celebriamo, infatti, lo splendore della risurrezione di Cristo. Ci ha ammonito l’Apostolo Paolo: “Se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti”. Questa certezza di fede, sorgente rigenerante di ogni speranza e consolazione cristiane, trova nell’Assunzione al cielo di Maria la sua più sicura conferma. La potenza della vita divina che ha investito il corpo esamine di Gesù facendolo passare dalla condizione di corruttibilità all’incorruttibilità, come ha già investito il corpo di Maria, così investirà anche ciascuno di noi alla fine dei tempi. In questa salutare prospettiva, l’Assunzione al cielo di Maria illumina il nostro destino: in forza della risurrezione di Gesù, siamo destinati non al nulla eterno, ma a partecipare alla vita eterna di Dio, ad essere sempre con Cristo. La nostra vita non è più un pellegrinaggio senza meta, una navigazione senza un porto, poiché la fede ci assicura che quanto è accaduto all’Assunta, è destinato ad accadere anche in ciascuno di noi, se vivremo con e per Cristo e se moriremo in Lui.