DIOCESI DI TRIESTE
ORDINAZIONE DIACONALE DI GIOVANNI DOLERMO E MAREK ADAMSKI
✠ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 31 ottobre 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. La nostra Chiesa diocesana è profondamente grata al Signore per la grazia incomparabile dell'ordinazione di due nuovi diaconi: Giovanni Dolermo e Marek Adamski. Alla gratitudine della Chiesa si associano i loro genitori e le loro famiglie che, in questi anni di formazione, li hanno accompagnati con affettuosa premura e con una preghiera incessante. A nome di tutta la Diocesi li ringrazio di cuore. Un grazie altrettanto sincero lo rivolgo ai Superiori del Seminario Redemptoris Mater per averli seguiti con esemplare dedizione e formati con sapienza spirituale. Grazie anche al Cammino neocatecumenale che, nel suo dinamismo missionario, ha sempre puntato a suscitare generose risposte alla chiamata divina, verificate e rafforzate costantemente nelle varie comunità per una solida e piena adesione personale a Cristo Signore, che disse di se stesso di essere servo: "Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mt 10,45). Ed inviando nel mondo i suoi discepoli ad annunciare il Vangelo, affermò: "Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo" (Mt 20,26).
2. Carissimi Giovanni e Marek, il Concilio Vaticano II parla dei diaconi come battezzati a cui sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il ministero: essi, sostenuti dalla grazia sacramentale, continuano la diaconia di Cristo Signore, servendo il popolo di Dio, in comunione con il vescovo e il suo presbiterio, nel ministero della liturgia, della predicazione e della carità (cfr. LG 29). In questa salutare prospettiva teologica, la Chiesa oggi vi affida due libri. Il primo è la Sacra Scrittura. Nel consegnarvelo, dovrà echeggiare nel vostro cuore questa singolare affermazione di San Paolo: “Voi siete una lettera di Cristo scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente”, una lettera inviata alla Chiesa (cf 2Cor 3,3). Anche se il rito non lo prevede, il secondo libro che vi consegno è la Liturgia delle ore. Con questa consegna la Chiesa vi invita ad essere maestri di preghiera, insegnando alle persone come si sta in relazione con Dio, sia nel cuore che nella celebrazione comunitaria. Pregate con chi prega, pregate per chi non sa pregare, pregate per chi non vuole pregare. Oggi è anche il giorno delle promesse: quella del celibato con la quale vi donate a Cristo e alla Chiesa nella corporeità e quella del'obbedienza, consapevoli che la volontà di Dio passa attraverso le mediazioni umane che ci proteggono dal rischio di scambiarla con le proiezioni del nostro desiderio.
3. Carissimi Giovanni e Marek, tra poco il rito dell'ordinazione inizierà con un gesto che colpisce: quello del vostro prostrarvi a terra, come il veggente dell’Apocalisse che, pieno di timore e tremore, appena vide il Figlio dell’uomo cadde ai suoi piedi come morto. A rialzarvi sarà il Signore glorioso che invierà su di voi il suo Spirito per rendervi diaconi, mentre vi rassicura con queste sue consolanti parole: “Non temere! Io sono il Vivente, io ho vinto, io sono con te tutti i giorni”. Alla fine del rito riceverete l’abito dorato della dalmatica, che userete nelle solenni celebrazioni liturgiche. Ma è necessario che teniate sempre pronto nel vostro guardaroba anche un altro abito: mi riferisco al grembiule che Gesù stesso indossò nell'ultima cena quando se lo cinse ai fianchi e lavò i piedi ai discepoli. Ricordatevi che assumere le vesti dorate senza assumere l’abbigliamento della liturgia feriale, cioè il grembiule della carità e dell'amore ai poveri, sarebbe un tradimento della diaconia di Gesù. Il popolo di Dio vi attende pertanto con il Vangelo in mano, con la dalmatica liturgica e con il grembiule ai fianchi. Nell'assicurarvi la mia preghiera e quella di tutta la Chiesa, vi affido alla materna protezione della Madonna, Redemptoris Mater, che dedicò tutta se stessa a servire Dio e il suo progetto di amore e di salvezza per l'umanità.