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Solennità del Natale del Signore | Messa del giorno

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


NATALE: MESSA DEL GIORNO


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 25 dicembre 2021



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      In questa solenne liturgia eucaristica del Natale, la Chiesa ci propone il Prologo del Vangelo di Giovanni dove quel Bambino nato a Betlemme, fragile come un qualsiasi neonato, è la seconda Persona della Trinità, il Logos eterno del Padre, generato nell’Amore infinito dello Spirito Santo. Della stessa natura divina del Padre, quel Bambino è il Signore dell’universo ed è la vita e la luce degli uomini. Se cerchiamo di dare senso e pienezza alla nostra vita non ci resta che incontrarlo e accoglierlo: Lui disse di essere la via, la verità e la vita (cf. Gv 14,6): è la via che conduce al Padre: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6); è la verità, perché Lui è la piena rivelazione di Dio: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9); è la vita per noi: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Ma – continua il Prologo – “il mondo non lo ha riconosciuto” (Gv 1,10), chiudendosi alla sua luce. Sono le tenebre del peccato, che chiudono i cuori a quella Luce. Ma, se incontriamo e accogliamo il Signore Gesù diventiamo figli di Dio. Scrive Giovanni infatti nel Prologo: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,14) e “lo siamo realmente” come dirà lo stesso Giovanni nella sua prima Lettera (3,1).

2.         Carissimi fratelli e sorelle, il Natale del Signore deve essere anche il nostro natale, l’occasione buona e santa per liberarci dalle tenebre del peccato e per rinascere nella luce come figli di Dio. Questo salutare auspicio è bene interpretato dagli splendidi alberi natalizi collocati nella nostra Piazza dell’Unità d’Italia. E, nell’ammirarli, quanta pena si prova di fronte alle miopie degli strapagati burocrati dell’Unione Europea che per combattere le discriminazioni hanno proposto che il Natale non debba più essere nominato e riferito a connotazioni religiose. Noi a Trieste il Natale continueremo a tenercelo caro. Ci ricorda Papa Francesco: “Ecco il dono che troviamo a Natale: il Signore nasce povero di tutto, per conquistarci con la ricchezza del suo amore”. Sì, il Bambino di Betlemme ci schiude il mistero vivificante dell’amore che ci dona la forza per andare avanti in una stagione storica complicata e dolorosa a causa della pandemia. Auguro un buon Natale ai nostri bambini, ai giovani, alle mamme e ai papà, ai nonni; buon Natale agli anziani, ai nostri malati e al generosissimo personale medico e infermieristico; l’augurio raggiunga anche il mondo della scuola e quello del lavoro, oppresso da tante incertezze; un ricordo affettuoso e una preghiera vanno a Daniele Zacchetti, l’operaio di 58 anni morto schiacciato da una gru all’interno del Porto Vecchio nella mattinata del 17 dicembre e alla sua famiglia: che questa sventurata vicenda sia un monito esigente a garantire il massimo della sicurezza nei posti di lavoro; buon Natale anche a coloro che ci governano; buon Natale ai poveri, ai bisognosi, agli sfiduciati e a coloro che hanno perso la bussola della vita. Il Natale del Signore sia per tutti il salutare vaccino che dona speranza e fiducia.