Carissimi fratelli e sorelle,
sono lieto di presentare il Calendario liturgico della nostra Chiesa per l’anno pastorale 2021/2022 che, con i suoi quotidiani orientamenti, aiuterà tutti a celebrare degnamente le azioni liturgiche che sono tali per la memoria incessante della loro sorgente: il Mistero pasquale di Cristo. Cristo si rende presente in queste azioni, associando a sé la Chiesa. Ogni celebrazione liturgica è, infatti, azione congiunta di Cristo Sacerdote e della Chiesa, suo Corpo mistico, per un culto pubblico e integrale nel quale si partecipa, pregustandola, alla Liturgia celeste. Per questo, “la Liturgia – come afferma il Concilio Vaticano II – è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù”. Ogni azione liturgica, pertanto, “è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado”. Questi stimolanti insegnamenti del Concilio ci devono spingere a coltivare qualche domanda che riguarda la nostra Chiesa diocesana: la Liturgia è vissuta come ‘fonte e culmine’ della vita comunitaria? La riscoperta della Parola di Dio, che la riforma liturgica ha operato, trova un riscontro positivo all’interno delle nostre celebrazioni? Fino a che punto la Liturgia è entrata nel concreto vissuto di noi cristiani tergestini e scandisce il ritmo delle nostre comunità? La Liturgia è compresa come via di santità, forza interiore del dinamismo apostolico e della missionarietà ecclesiale?
Queste domande sono assai pertinenti, perché sono strettamente connesse ad alcune sfide pastorali di bruciante attualità. Viviamo in un tempo in cui si registra, anche nella nostra Trieste, una complessa crisi della fede cattolica, che i Pontefici, da San Giovanni XXIII fino a Papa Francesco, ci sollecitano ad affrontare con l’impegno pastorale di una nuova evangelizzazione. Anche la Liturgia deve essere direttamente interpellata. Perché? Perché, nonostante la pervasiva secolarizzazione, emerge, in tante forme, un rinnovato bisogno di spiritualità, come se sia impossibile togliere dal cuore dell’uomo la sete di Dio. Perché esistono domande che trovano risposta solo in un contatto personale con Cristo: solo nell’intimità con Lui ogni esistenza acquista significato, e può giungere a sperimentare la gioia che fece dire a Pietro sul monte della Trasfigurazione: “Maestro, è bello per noi stare qui” (Lc 9,33). Dinanzi a questo anelito all’incontro con Dio, la Liturgia offre la risposta più profonda ed efficace. Lo fa specialmente nell’Eucaristia, dove ci si può unire al sacrificio di Cristo e nutrire del suo Corpo e del suo Sangue. In questo contesto, permettetemi di richiamare tutti ad un maggiore impegno nel promuovere l’esperienza del silenzio. In una società, stordita dal baccano e dispersa nell’effimero, riscoprire il valore del silenzio è vitale. Perché non avviare, con creatività pedagogica, una puntuale educazione al silenzio dentro le coordinate proprie dell'esperienza cristiana, sia personale sia comunitaria?
Sono a ringraziare di cuore quanti hanno prestato la loro opera – soprattutto il Direttore dell’Ufficio liturgico – per la pubblicazione del Calendario per l’anno 2021-2022, che aiuterà la nostra Chiesa tergestina nella sua gioiosa lode al Padre celeste che nel Figlio Gesù ci ha manifestato la sua infinita misericordia e che continua a vivificarci con l’azione miracolosa del suo Santo Spirito. A tutti partecipo la benedizione del Signore e su tutti invoco la protezione di Maria e quella dei nostri Santi.
✠ Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo-Vescovo di Trieste