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Solennità del Natale del Signore – Messa del Giorno

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Santo Natale: Messa del giorno


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 25 dicembre 2018



Carissimi fratelli e sorelle,
1. “E il Verbo si fece carne” (Gv 1,14): con queste poche e semplici parole, l’evangelista Giovanni ha descritto il Mistero che oggi celebriamo. Il Verbo di Dio – Dio egli stesso che “era presso Dio … tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste” (1, 1-3) – è divenuto uomo. In uno dei suoi famosi discorsi sul Natale, S. Leone Magno ha illustrato la verità del Mistero che celebriamo: “Egli si è abbassato ad assumere la nostra umile condizione senza diminuire la sua maestà. È rimasto quel che era e ha preso ciò che non era, unendo la reale natura di servo a quella natura per la quale è uguale al Padre … In questa maniera l’umiltà viene accolta dalla maestà, la debolezza dalla potenza, la mortalità dalla eternità” (Sul Natale, 2). Facendosi uomo, Gesù è divenuto Dio in mezzo a noi. Egli non parla più attraverso i profeti, ma direttamente ed immediatamente attraverso la sua stessa umanità. Dio nel suo amore è arrivato sino a noi e noi nella nostra natura siamo stati elevati fino a Dio. Siamo qui per celebrare questa incredibile benevolenza di Dio e questa nostra suprema glorificazione come persone umane.tro le eresie V, prefazione). Questo è il Natale: mistero di amore divino da professare nella fede, da adorare nell’umiltà, da celebrare nella gioia.

2. Carissimi fratelli e sorelle, chiediamoci: perché Dio ha voluto assumere la nostra umile condizione e la nostra natura umana? A rispondere è ancora l’evangelista Giovanni con queste parole: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali … da Dio sono stati generati” (1,12). L’incarnazione del Verbo realizza un progetto pensato fin dal principio nella mente di Dio: introdurre ciascuno di noi nella stessa vita divina; rendere ciascuno di noi partecipe della condizione divina che è propria del Figlio unigenito, che è nel seno del Padre. La felicità quindi consiste nel partecipare alla stessa vita divina. Siamo stati pensati fin dall’eternità come figli adottivi del Padre, partecipi della filiazione del Verbo. È questa la verità della nostra persona, la ragione per cui esistiamo. Il Verbo si fece carne perché noi potessimo, attraverso di Lui e in Lui, realizzarci secondo la verità del nostro essere. È questo il grande dono del Natale: ognuno di noi è posto nella stessa condizione divina del Verbo a causa del fatto che il Verbo si è posto per sempre nella nostra condizione umana. Siamo stati elevati a dignità divina: oggi “la pasta della nostra natura è interamente santificata da Cristo, primizia della creazione” (S. Giovanni Nisseno).


3. Carissimi fratelli e sorelle, quanta luce si sprigiona dalla culla di Betlemme! Quanta luce – di grazia, di consolazione e di salvezza – ci porta il Bambino Gesù! Lasciamo allora che la luce del Natale illumini il nostro cuore e la nostra esistenza; illumini le nostre famiglie chiamate alla santità dell’amore matrimoniale, fedele e fecondo; illumini il valore incommensurabile della vita dal suo concepimento fino alla sua fine naturale; illumini i nostri governanti affinché siano capaci, con onestà e intelligenza, di custodire e coltivare il bene comune; illumini i malati e i sofferenti nel corpo e nell’anima nella loro ricerca di un senso compiuto della vita anche nel dolore e nella sventura; illumini il mondo della scuola affinché sia in grado di offrire un servizio educativo che promuova i bambini e giovani ad essere uomini e donne capaci di rendere migliore il nostro futuro; illumini il mondo del lavoro nell’impegno di garantire nuova occupazione e condizioni di equità e giustizia per tutti; illumini ognuno di noi, richiamandoci al sacrosanto dovere della solidarietà con chi è povero ed emarginato e dell’amicizia civile. A Natale ognuno di noi cessa di essere “qualcosa” e diventa “qualcuno”, perché Dio si prende cura di noi: non un Dio che è una lontana causa del mondo, indifferente alla nostra sorte, ma un Dio che si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. A tutti auguro un sereno e santo Natale!