DIOCESI DI TRIESTE
IN MEMORIAM DI DON LUIGI GIUSSANI
✠ Giampaolo Crepaldi
Rettoria Nostra Signora della Provvidenza, 18 febbraio 2023
Cari amici di Comunione e Liberazione!
1. Il brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato è una straordinaria e innovativa pagina sul precetto cristiano della carità. Gesù supera la legge del taglione e insegna di non opporsi al malvagio e di porgere l’altra guancia (cf Mt 5,39) e lo fa con le parole “Io vi dico”, che esprimono la sua autorità divina. Continua il suo insegnamento dicendo: “Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle” (Mt 5,42). Poco più avanti, afferma: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico” (Mt 5,43). Gesù abbatte anche questo muro e afferma: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (Mt 5,44). Come esempio di questo incredibile amore, indica il Padre Celeste che “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45). Per Gesù la strada della carità è la strada della santità: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro Celeste” (Mt 5,48). Per essere santi, dobbiamo imitare la carità di Dio, dobbiamo mirare decisamente alla Sua perfezione. Percorrere la strada della santità significa amare sempre di più Dio e il prossimo.
2. Cari amici di Comunione e Liberazione, anche don Giussani, con i suoi insegnamenti, ci ha indicato e ci indica la strada della carità come la strada della perfezione cristiana. Desidero ricordare qui le parole pronunciate dal cardinal Ratzinger, nel giorno delle esequie del Servo di Dio. Affermò il futuro Pontefice che egli aveva ben chiaro che il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi o un moralismo, ma è invece un incontro; una storia d’amore; un avvenimento. Il magistero di don Giussani è tutto qui: il cristianesimo è una storia d’amore, viva e operante. Quando un uomo e una donna incontrano Cristo avvertono dentro di sé questa singolare chiamata all’amore. È, infatti, l’amore l’autentica vocazione del cristiano, e, se si ama in pienezza, si è anche sulla strada della santità. Fare della carità e della santità le due bussole della propria fede significa vivere una vita autentica: “In un mondo dove tutto, tutto, diceva e dice l’opposto”, affermava don Giussani, è fondamentale “mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita” per poter testimoniare che la “fede corrisponde alle esigenze fondamentali e originali del cuore di ogni uomo”. Ecco il compito che ci indica don Giussani: parlare al cuore dell’uomo con gesti d’amore verso l’umano. A Maria che è stata lo strumento che fatto irrompere il divino nell’umano, chiediamo la grazia di essere pronti anche noi a continuare nella nostra quotidianità la storia d’amore che è il cristianesimo.