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Santa Messa in Coena Domini


DIOCESI DI TRIESTE


SANTA MESSA IN COENA DOMINI


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 6 aprile 2023



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1. In questa celebrazione denominata in Coena Domini, mentre prendono avvio i tre giorni più santi dell’anno liturgico, facciamo memoria dell'istituzione del sacramento dell'Eucaristia. Esso è il dono mediante il quale Cristo continua a camminare con noi come luce, come forza, come nutrimento, come sostegno nei giorni della nostra vita. Il Concilio Vaticano II affermò che l’Eucaristia è “il culmine a cui tende l’azione della Chiesa e, nello stesso tempo, la fonte da cui promana tutta la sua forza” (Sacrosanctum Concilium, 10); è “la sorgente e il culmine di tutta la vita cristiana” (Lumen Gentium, 11). L’Eucaristia, infatti, è il centro e il cuore della vita della Chiesa e di ognuno di noi. Con l’Eucaristia nessuno è più solo nella vita, perché sa che nel tabernacolo, collocato nella penombra e nel silenzio di tutte le chiese, è presente Gesù che conosce il tuo nome e la tua storia, che ti ama, che ti aspetta e ti ascolta. E davanti al tabernacolo ognuno di noi può confidare quanto ha nel cuore e ricevere conforto, forza e pace. Inoltre, l’Eucaristia è sacramento dell’unità. Noi tutti, infatti, mangiamo lo stesso pane e riceviamo lo stesso corpo del Signore: Egli ci rende tutti una cosa sola. L’Eucaristia è il mistero dell’intima comunione di ognuno di noi col Signore, ed è, al tempo stesso, l’unione visibile tra tutti noi.

2. Carissimi fratelli e sorelle, il brano del Vangelo di Giovanni che è stato proclamato ci racconta che Gesù, nell’ultima cena con i suoi discepoli, lavò loro i piedi. In questo modo, non ha dominato, ha servito; non si è glorificato, si è umiliato; non si è innalzato, si è abbassato; non ha preso, ha donato; non si è impossessato, si è arreso. Il Signore, inoltre, dice: “Vi ho dato l’esempio” (Gv 13,15); “Anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,14). Che cosa significa in concreto? Significa che Gesù con l’Eucaristia ci rende partecipi della sua stessa capacità di amare. È dall’Eucaristia che fiorisce l’amore: quello fedele degli sposi, l’oblazione pura delle vergini consacrate, la carità pastorale dei sacerdoti, la dedizione ai poveri e agli sventurati, la cura per l’altro. Non solo: lavarci i piedi gli uni gli altri significa anche perdonarci e ricominciare sempre di nuovo per quanto possa sembrare inutile. Significa anche purificarci gli uni gli altri donandoci a vicenda la forza santificante della Parola di Dio e introducendoci nel Sacramento dell’amore divino, perché tutta la vita cristiana trova forma nell’Eucaristia. Nel santo mistero eucaristico, rifiorirà allora nella Chiesa e in ciascuno di noi la gioia che dissolve ogni tristezza del cuore, la gratitudine che vince ogni timore, la fierezza che debella ogni pessimismo.