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Ingresso di don Davide Chersicla e don Antonio Bortuzzo come parroci di San Lorenzo


DIOCESI DI TRIESTE


Ingresso di don Davide Chersicla e don Antonio Bortuzzo come parroci di San Lorenzo


✠ Enrico Trevisi


San Lorenzo martire, 5 ottobre 2024



Cari fratelli e sorelle,
Amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre

In principio, all’inizio. Na začetku.
Gesù ci dice che non dobbiamo guardare solo alla storia di fallimenti umani ma cercare il progetto originario di Dio. Ciò che è in principio, all’inizio. Na začetku.
Tante volte diamo per scontato che la storia di una coppia, di un matrimonio, ma anche la storia dei popoli e delle nazioni, sia un semplice scontro, una guerra continua, un farsi del male. Ecco allora la necessità di trovare una mitigazione alla violenza che ne scaturisce. Pensiamo alla violenza dei femminicidi o delle guerre. Ecco allora i divorzi e i compromessi per moderare la violenza delle guerre.
Gesù ci chiede di tornare a pensare al progetto originario di Dio: la comunione tra un uomo e una donna, una comunione di amore, fedele, stabile/indissolubile e feconda (e per restare al parallelo che ho fatto e che la cronaca di sempre ci impone, la pace tra i popoli, che sanno inventare una modalità perché ciascuno abbia una terra e frutti abbondanti di vita).
Se non contempliamo il progetto divino non sappiamo impegnarci responsabilmente e coraggiosamente perché si realizzi. È la responsabilità e il coraggio perché anche nei contrasti e nei conflitti si ritrovi la via del dialogo, del perdono, della comunione.
Le coppie che durano (pochi giorni fa ho celebrato il 60 di matrimonio di una coppia, Maurizio e Marcella) non sono quelle in cui non ci sono stati conflitti o incomprensioni, ma quelle in cui li si è vissuti non con rassegnazione ma con responsabilità e coraggio fino a farli diventare occasione di crescita per la coppia, di maturazione nel dialogo, nella pazienza, nella comprensione delle differenze.
Contemplare il progetto di Dio e poi assumerci la nostra parte di responsabilità.
Poi purtroppo capita che talvolta – se l’impegno non è presente in ambedue le parti – che c’è la separazione, il divorzio. Solo allora occorre di nuovo interrogarci: e adesso Dio quali passi ci chiede di compiere? Solo dopo siamo autorizzati a domandarci: e adesso come rispondere nella fede al Dio che non mi abbandona ma che mi chiede ancora conversione e testimonianza? Ecco che anche nella nostra diocesi stiamo impegnandoci ad accompagnare i percorsi di fede delle persone separate, divorziate e in nuova unione. Percorsi che vedono alcune persone rimettersi con fiducia in un cammino di fede, consapevoli che Dio ancora chiede la propria personale risposta. E che con la sua misericordia sostiene questi cammini di fede. Dio ci aspetta, tutti, per un cammino di fede, ovunque ci troviamo, anche nei nostri fallimenti e nelle nostre speranze che si riaccendono. Incoraggiate le persone separate e divorziate a fare questo cammino di fede. La loro crescita nella fede è una grazia per tutta la comunità.

Carissimi don Davide e don Antonio, è bello pensare che voi siete qui nella parrocchia di San Lorenzo martire in Servola al servizio di questo Vangelo di misericordia ma che chiede responsabilità e coraggio a tutti.
È il coraggio di essere fedeli ai doni di Dio: al nostro battesimo, alla nostra cresima, ai sacramenti del matrimonio e dell’ordine. Capaci di non sciupare di doni di Dio, di trafficare i talenti che ci ha dato e metterli al servizio della comunità.
C’è del bello nel Vangelo. C’è una grazia che squarcia le tenebre e fa apparire la luce dell’amore e del perdono e della pace in questo Crocifisso che ha dato la vita per noi.
Fate risuonare il bello del Vangelo: sarà impegnativo, ci chiede il coraggio del volere il bene gli uni degli altri e di staccare lo sguardo da noi stessi, dai nostri bisogni, per accorgerci del bene dell’altro, della sua gioia, e della possibilità che in noi – insieme, come comunità, così come in una famiglia – si compia il progetto bello di Dio. Che è comunione, come nella Santissima Trinità.

Ancora due pensieri.
Cari don Davide e don Antonio siete parroci in solido. Una formula che prevede il codice di diritto canonico e che implica il coraggio della corresponsabilità, della condivisione, della comunione, come quei due discepoli mandati da Gesù due a due, dva po dva. Vi auguro che la gente possa sentire e gustare la vostra capacità di camminare insieme – hoditi skupaj – e di coinvolgere tutti in questo processo di sinodalità a cui siamo chiamati, ad ogni livello di comunità cristiana. Che anche in questa parrocchia si respiri il desiderio del camminare insieme, del mettersi a disposizione con generosità per la comunità nelle varie dimensioni della liturgia, catechesi e carità.

E poi San Lorenzo, il patrono di questa comunità. Ha avuto del coraggio. Non si è tirato indietro. Vi auguro di saper guardare a Lui e da Lui trarre il coraggio di una testimonianza appassionata per il Vangelo e per i poveri. Coniugate insieme il Vangelo e i poveri (che è cifra sintetica che dice del paralitico, del lebbroso, del cieco, del mendicante, del peccatore… cioè di colui che era svantaggiato nell’avere accesso a Dio e al Tempio, cioè alla religione organizzata). Il Vangelo sia la vostra passione, il chiodo fisso di ogni attività, relazione, giornata. Ma perché non sia ideologia e teoria astratta, incarnatelo nella vita stando a fianco dei poveri, di coloro che si sentono esclusi, di coloro che faticano. E così il vostro annuncio profumerà ogni giorno di freschezza, come in quei bambini entusiasti che stanno attorno a Gesù.
E come quei bambini fiduciosi stanno accanto a Gesù, possiate sempre coltivare la sua amicizia e inserire ogni persona di questa comunità nella squisita e appassionante amicizia di Gesù. E come Gesù benediceva qui bambini anche voi non smettete mai di benedire la vostra gente e con gioia questa parrocchia sappia sempre di essere benedetta dal Signore tramite i suoi pastori, don Davide e don Antonio.