La Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali (C.D.A.L.) é un Organismo istituito con Decreto e con Statuto del Vescovo che opera in comunione con il Magistero ecclesiale. È espressione della forma associata dell’apostolato dei fedeli laici in stretta relazione con i Consigli Presbiterale e Pastorale diocesani per quanto riguarda i programmi pastorali della Chiesa locale.
Nella Diocesi di Trieste afferiscono ad essa i rappresentanti di Associazioni, Movimenti e Gruppi laicali cattolici sia di espressione italiana che slovena, presenti e operanti nella Diocesi stessa, che si propongono di valorizzare e promuovere la collaborazione tra loro per un concreto impegno di evangelizzazione, in spirito di piena comunione con il loro Pastore. Nel rispetto del valore teologico e spirituale della laicalità la Consulta assume una dimensione di servizio all’interno della Chiesa e di impegno responsabilmente vissuto per il mondo ed è pertanto luogo di incontro, di comunicazione, di collegamento e di collaborazione.
La Consulta, già costituita in Diocesi fin dal 16 settembre 1983 e rinnovata nel 2001 e nel 2006, è stata ora ulteriormente rinnovata in conformità al can. 328 del CIC, nello spirito del decreto del Concilio Vaticano ll Aposlolicam Actuositatem (n. 19,2) e dell’Esortazione Apostolica Christifideles laici (n. 31), e in considerazione dello Statuto della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali nella Chiesa, promulgato dalla Conferenza Episcopale Italiana, e del Direttorio delle Aggregazioni Ecclesiali Laicali della Conferenza Episcopale Triveneto.
Fanno parte della C.D.A.L. Associazioni, Movimenti e Gruppi laicali che, dopo aver fatto formale domanda al Vescovo Diocesano e da questi accolta, rispondono ai requisiti di ecclesialità indicati nello Statuto, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità di confessare la fede cattolica nella sua integrità; il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santità; la testimonianza di una comunione salda e convinta con il proprio Vescovo; la conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa e dell’impegno di presenza nella società umana (cf. Statuto art.3).
La consulta deve diventare – come ha sottolineato l’Arcivescovo al primo incontro con la consulta – “luogo di incontro, di comunicazione, di collegamento e di collaborazione per le aggregazioni del laicato”. Il compito fondamentale della consulta “non è tanto a livello organizzativo quanto a livello formativo e nell’impegno a creare comunione e unità tra diverse aggregazioni che fondandosi su un carisma specifico, contribuiscono ad arricchire il variegato tessuto ecclesiale”.