Siamo cristiani appartenenti a diverse realtà ecclesiali, sia internazionali che locali, riuniti nella Consulta delle Aggregazioni Laicali della diocesi di Trieste. In questo periodo ci siamo dedicati alla lettura e all’approfondimento dell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” e oggi ci fermiamo davanti alla sua domanda a proposito della parabola del Buon Samaritano (Lc 10,25-37): “Con chi ti identifichi?” scrive Papa Francesco “Questa domanda è dura, diretta e decisiva. A quale di loro assomigli?”. Ci chiediamo dunque: assomiglio a quelle persone che videro l’uomo mezzo morto e passarono oltre? O assomiglio a quello straniero, quel samaritano in viaggio che passandogli accanto ne ebbe compassione?
Non possiamo non pensare a quella povera gente, bloccata in Bosnia, in un inverno particolarmente rigido, trattata con indifferenza e spesso con autentica e indicibile crudeltà. L’inferno dei migranti è alle porte dell’Europa e l’Europa sembra un gigante di ghiaccio, immobile. L’Europa che “vede e passa oltre” è uno scandalo inaccettabile. In modo particolare siamo preoccupati per i tanti minori non accompagnati. Su questo aspetto si è espresso papa Francesco all’Angelus di domenica 7 febbraio: «Desidero rivolgere un appello in favore dei minori migranti non accompagnati. Sono tanti! Purtroppo, tra coloro che per vari motivi sono costretti a lasciare la propria patria, ci sono sempre decine di bambini e ragazzi soli, senza la famiglia ed esposti a molti pericoli. In questi giorni, mi è stata segnalata la drammatica situazione di quelli che si trovano sulla cosiddetta “rotta balcanica”. Ma ce ne sono in tutte le “rotte”. Facciamo in modo che a queste creature fragili e indifese non manchino la doverosa cura e canali umanitari preferenziali».
La nostra è identità di frontiera, vogliamo portare il nostro cuore e la nostra attenzione a ciò che accade oltre ai nostri confini. Vogliamo unirci e appellarci ai fratelli cristiani di quei Paesi perché non si imponga all’attenzione mediatica una minoranza crudele e mistificante, ma emerga forte il cuore del popolo di Dio, fedele al suo messaggio evangelico che non può prescindere dall’amore e dalla compassione. Vogliamo appellarci alle Istituzioni perché siano vigili, perché lo spettro del Covid non sia una maschera dietro cui nascondersi, ma semmai un motivo in più per soccorrere le famiglie, le donne, i bambini, i giovani, i vecchi, i malati che cercano un futuro per la propria vita in Europa e per garantire loro una concreta possibilità di inserimento ed integrazione nella società. Vogliamo riaffermare l’umanità dei migranti, il loro imprescindibile diritto a vivere una vita dignitosa, il loro sacrosanto diritto a non dormire ammassati negli accampamenti di fortuna, il loro fondamentale diritto alla integrità psicofisica. La Chiesa di Trieste è già molto impegnata nel sostegno ai migranti ed ai minori attraverso i suoi enti e le sue associazioni.
Infine, chiediamo ad ogni persona retta di questa nostra città di non chiudere il cuore a chi “mendica” una mano amica.
La Consulta delle Aggregazioni Laicali della diocesi di Trieste
Trieste, 9 febbraio 2021
Izjava
Pripadniki različnih krajevnih in mednarodnih katoliških organizacij, ki so včlanjena v Konzulto laiških združenj tržaške škofije, smo se v tem času poglobili v encikliko papeža Frančiška Fratelli tutti – Vsi bratje. Danes smo se zaustavili pri njegovem vprašanju v zvezi s priliko o dobrem Samarijanu (Lk 10, 25-37): “S kom se istovetiš?” piše papež Frančišek. “To vprašanje je trdo, neposredno, odločilno. Komu od teh si podoben?” Vprašajmo se torej: sem podoben tistim, ki so videli človeka napol mrtvega in šli dalje? Ali sem podoben tujcu, popotnemu Samarijanu, ki se mu je ubogi človek zasmilil?
Ne moremo torej spregledati, kako so v Bosni, sredi ostrega mraza, mnogi ubogi ljudje blokirani in izpostavljeni brezbrižnosti, večkrat pa tudi nepovedljivemu maltretiranju. Pekel migrantov trka na vrata Evrope in Evropa je podobna ledenemu, negibnemu velikanu. Evropa, ki “vidi in gre dalje”, je nesprejemljiv škandal. Posebno nas skrbi veliko število mladoletnih brez spremstva. O njih je med Angelovim češčenjem v nedeljo, 7. februarja, spregovoril papež Frančišek: “Apeliram na javnost v korist mladoletnih brez spremstva. Veliko jih je! Med temi, ki morajo iz različnih razlogov zapustiti svojo domovino, je vedno na desetine otrok in mladostnikov brez družine, ki so izpostavljeni številnim nevarnostim. V teh dneh so mi predočili dramatični položaj tistih, ki so na t.i. “balkanski poti”. Ampak isto se dogaja tudi na drugih “poteh”. Tem krhkim in nezaščitenim bitjem priskrbimo primerno oskrbo ter humanitarne koridorje.”
Naša identiteta je obmejna, želimo obrniti naše srce in našo pozornost k temu, kar se dogaja nedaleč od naše meje. Obračamo se na brate in sestre kristjane tistih držav in nanje apeliramo, naj naredijo vse, kar je v njihovi moči, da v središču medijske pozornosti ne ostane kruta in zavajajoča manjšina, ampak da pride do izraza srce Božjega ljudstva, ki je zvesto evangeljskemu sporočilu in ki ne more mimo ljubezni in sočutja. Apeliramo na institucije, naj bodo budne. Naj epidemija covida ne bo maska, za katero se skrivamo, ampak naj bo nasprotno še en razlog več, da priskočimo na pomoč družinam, ženskam, otrokom, mladim, starejšim in bolnim, ki v Evropi iščejo možnosti za svoje življenje, pa tudi da jim uspemo zagotoviti stvarno možnost družbene integracije. Še enkrat želimo podčrtati, da so migranti ljudje, da imajo neodtujljivo pravico do dostojnega življenja in do psihofizične integritete, do tega, da ne živijo stlačeni v zasilnih taboriščih. Tržaška Cerkev si preko svojih ustanov in združenj že zelo prizadeva, da bi pomagala migrantom in mladoletnim.
Na koncu prosimo vse poštene ljudi, naj ne odtegujejo svoje roke tistim, ki prosijo za prijateljsko bližino.
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