CULTURA
Cappella Madre della Riconciliazione
La Cappella Madre della Riconciliazione è stata pensata come luogo in cui dare il giusto e doveroso tributo di venerazione, di gratitudine e di preghiera alla Vergine Maria, rappresentata con il volto dell’Addolorata. Di fronte alla sua immagine il Vescovo Antonio Santin il 30 aprile 1945, in uno dei giorni più drammatici per Trieste, si inginocchiò per implorare pietà e salvezza. Fu esaudito. La Madonna salvò la Città. Ora questa sacra immagine ha trovato finalmente il suo posto: non più custodita nel palazzo dei vescovi di Trieste, ma tra i suoi figli e figlie, quale materno punto di riferimento di speranza e fiducia.
Addolorata nel volto, quasi a richiamare il dolore di Trieste, ma anche Madre della Riconciliazione, come a indicare un orizzonte di pace che riscatti gli orrori che si sono consumati in queste terre, emblematicamente richiamati dalla Risiera di San Sabba e dalla Foiba di Basovizza.
A fare corona alla Madonna c’è uno straordinario ciclo di quadri dipinti egregiamente del pittore Oleg Supereco che, con fine sensibilità artistica, ha saputo svolgere il tema della riconciliazione seguendo gli eventi principali della vita di Gesù, dalla natività fino alla sua risurrezione, e della Chiesa nascente con la grande tela della Pentecoste fino al ricordo dei santi tergestini, di san Sebastiano a san Rocco, quale riprova convincente della fecondità del Vangelo.
Una cappella piccola, ma, nello stesso tempo, grande per la storia che custodisce, per la spiritualità che vi si respira, per le opere d’arte che ospita. Una cappella che richiama tutte e tutti a fare di Trieste la città della riconciliazione.
✠ Giampaolo Crepaldi