parallax background

Ordinazioni presbiterali in cattedrale

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


ORDINAZIONE PRESBITERALE


di don Daniele Scaramuzza, don Emanuele Trojano, don Luis Miguel Castillo Miranda


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 5 giugno 2021



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!

1.        Convocati per celebrare con gioia l’ordinazione presbiterale dei diaconi don Daniele Scaramuzza, don Emanuele Trojano e don Luis Miguel Castillo Miranda che hanno risposto con generosità alla chiamata del Signore, vogliamo prima di tutto esprimere la nostra gratitudine a Lui per questa grazia speciale con la quale, nella sua bontà infinita, rende più ricca la nostra Chiesa diocesana con nuovi sacerdoti. Il nostro grazie va anche ai loro cari, genitori e familiari, che li hanno accompagnati con amore nei lunghi anni di formazione e ai Superiori del Seminario Redemptoris Mater per l'impegno profuso a livello educativo per renderli degni del sacramento dell'ordine e maturi sul piano umano, spirituale e pastorale. A questo salutare obiettivo hanno contribuito anche le comunità del Cammino neocatecumenale che non hanno mai fatto mancare la preghiera, la vicinanza e il sostegno. Ordinati diaconi in piena pandemia e preti quando continua ancora questa sventurata stagione, l'ordinazione dei tre candidati diventa un segno con cui la Provvidenza di Dio risponde al senso di smarrimento e di impotenza che in questi mesi abbiamo tutti provato: è questa la risposta della speranza che non viene meno, della vita che non si spegne ma che continua ad alimentarsi alla sorgente divina dell’amore. La consegna di don Daniele, don Emanuele e don Luis Miguel all’amore di Dio ricorda a tutti noi che questa è la strada da percorrere sempre, in particolare quando la sofferenza bussa alla porta.

2.         Carissimi don Daniele, don Emanuele, don Luis Miguel il tempo di prova che stiamo ancora vivendo contiene l'invito a concentrarvi sull’essenziale della vita cristiana. La Parola di Dio indica che questo essenziale va ricercato nell’amore accolto e vissuto. Si colloca in questo contesto l'accorata ammonizione di Gesù ai suoi discepoli: "Come il Padre ha amato me così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore”. Questo è il punto cruciale: l'essenziale è rimanere nel suo amore, prendervi dimora, sentire nel profondo del proprio cuore che “ci ha visitati dall’alto un sole che sorge” e che in questa aurora di redenzione abbiamo sperimentato l’infinta misericordia di Dio. Che cosa vi chiede dunque Cristo in occasione della vostra ordinazione presbiterale? Vi chiede di conoscere il suo amore non per sentito dire, ma personalmente; vi chiede di continuare a fare l’esperienza della grazia di chi ha gustato quanto è buono il Signore; vi chiede di dire in piena onestà e libertà, insieme con Pietro, Signore, tu sai che ti amo. Preti, amati e scelti per essere testimoni del Vangelo della grazia. Preti, votati alla causa della redenzione, grazie alla quale l’umanità riguadagna la speranza ed è riscattata da un triste destino. Preti, capaci di difendere il sacerdozio cattolico da pericolose derive dottrinali che vengono imprudentemente alimentate in qualche ambiente ecclesiale. Preti, dediti all’umanità intera con il vivo desiderio di vederla in pace, unita e concorde per la potenza del nome di Gesù. Indirizzate a questo obiettivo tutte le vostre energie, perché questa è la volontà di Dio.

3. Carissimi don Daniele, don Emanuele, don Luis Miguel, la vostra ordinazione presbiterale avviene nella vigilia del Corpus Domini, illuminando l'essenziale e singolare legame che esiste tra i sacramenti dell'Eucaristia e dell'Ordine. In Croce Gesù compì l'atto supremo della sua donazione. Nell'Eucaristia, ogni giorno, continuerà questa sua donazione mediante le vostre mani sacerdotali. Al centro quindi della vita sacerdotale ci sta l'Eucaristia, nella quale il sacrificio di Gesù sulla croce è continuamente e realmente presente tra di noi. Il modo più adeguato che un prete ha per rimanere nell'amore di Cristo è quello di amare profondamente l'Eucaristia. Sarà quindi decisivo per la vostra vita sacerdotale e la fecondità del vostro ministero la celebrazione dell'Eucaristia quotidiana, nella quale vi esporrete sempre di nuovo a questo mistero; sempre di nuovo porrete voi stessi nelle mani di Dio sperimentando al contempo la gioia di sapere che Egli è presente e vi accoglie. L'Eucaristia deve diventare una scuola di vita, nella quale imparate a donare la vostra vita, giorno dopo giorno. È proprio così che farete l'esperienza della libertà: solo chi dona la propria vita, è un uomo veramente libero.

4. Carissimi don Daniele, don Emanuele, don Luis Miguel, la vostra formazione presbiterale è avvenuta con una particolare accentuazione sul tema della missio ad gentes: preti di questa Chiesa particolare che è in Trieste, ma con il cuore palpitante e pronto a portare il Vangelo in tutto il mondo. La missione di Gesù riguardò l'umanità intera, e perciò alla Chiesa fu data una responsabilità per tutta l'umanità, affinché essa riconosca Dio, quel Dio che, per noi tutti, in Gesù Cristo si è fatto uomo, ha sofferto, è morto ed è risorto. La Chiesa non deve mai accontentarsi della schiera di coloro che ha raggiunto e ritirarsi comodamente nei limiti del proprio ambiente, ma sentirsi interpellata della sollecitudine universale. Questo grande compito lo dovrete tradurre nelle vostre rispettive missioni. Ovviamente un sacerdote deve innanzitutto preoccuparsi di coloro che credono e vivono con la Chiesa, che cercano in essa la strada della vita. Tuttavia, dovrete anche tenere sempre vivo l'invito del Signore ad uscire "per le strade e lungo le siepi" (Lc 14, 23) per portare al banchetto di Dio anche quegli uomini che finora non ne hanno ancora sentito parlare o non ne sono stati toccati interiormente. La Redemptoris Mater vi faccia la grazia di essere sacerdoti che dal sacramento dell'Eucaristia trovano la forza quotidiana di amare Cristo e di donarlo a tutti.