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Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI


✠ Giampaolo Crepaldi


Opicina, Parrocchia Maria Regina del Mondo, 12 maggio 2019




Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre,
1. In questa IV domenica di Pasqua, che ci vede partecipi a questa santa Eucaristia per celebrare la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, la Chiesa ci propone il brano del Vangelo di Giovanni dove viene descritta la relazione che Gesù ha con le pecore. Egli le conosce una ad una, le chiama per nome (cf. Gv 10,3) e, precedendole, apre loro il cammino verso pascoli abbondanti (cf. Gv 10,9). Non solo, ma questo Pastore che è Gesù dà la sua vita per le pecore (cf. Gv 10,11.15.17), in modo che esse abbiano la vita eterna, non siano strappate dalla sua mano e non vadano mai perdute. È un brano che contiene una illuminante lezione per noi sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi e operatori pastorali, chiamati a coltivare nella prassi ecclesiale relazioni autentiche, fatte di presenza, ascolto, comunicazione, amore, cura e dedizione, fino al dono della vita. Soprattutto, siamo chiamati a coltivare un rapporto, profondo e vitale, di fede, speranza e carità con Dio il “Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20). In questa Giornata dedicata alle vocazioni vogliamo pertanto pregare intensamente affinché nella vita quotidiana della nostra Chiesa tutto si svolga all’insegna di questi fondamentali criteri di vita personale ed ecclesiale: relazione intima con il Padre nella grazia pasquale del Cristo risorto costantemente vivificata dallo Spirito Santo e relazioni ecclesiali alimentate dalla consapevolezza di essere, in Cristo, figli dell’unico Padre e quindi fratelli e sorelle.
2. Carissimi, predragi, la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni che stiamo celebrando è stata arricchita da un illuminante Messaggio di Papa Francesco. In questa Documento, ispirato dal brano del Vangelo sulla pesca miracolosa presso il lago di Tiberiade, il Santo Padre ci avverte che “La chiamata del Signore non è un’ingerenza di Dio nella nostra libertà; non è una “gabbia” o un peso che ci viene caricato addosso. Al contrario, è l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l’orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante. Se qualche volta ci fa sperimentare una “pesca miracolosa”, è perché vuole farci scoprire che ognuno di noi è chiamato – in modi diversi – a qualcosa di grande, e che la vita non deve restare impigliata nelle reti del non-senso e di ciò che anestetizza il cuore“. In questa prospettiva – quella del non fermarsi a riva con le reti in mano – il Centro Diocesano Vocazioni, che ringrazio sentitamente, ha promosso una significativa iniziativa che dovrà avere l’appoggio, generoso e convinto, di tutta la nostra Chiesa diocesana: è denominata Progetto Samuele ed è indirizzata si ragazzi (11-14 anni) e ai giovanissimi (15-18 anni) e ha come finalità quella di aiutarli e accompagnarli nel loro discernimento vocazionale.
3. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, come ormai è tradizione in questa significativa Giornata, la nostra Chiesa riserva una particolare attenzione a quanti – presbiteri, religiosi e religiose, diaconi – celebrano i loro anniversari. È per la Chiesa di Trieste e per i diretti interessati un momento speciale per dire con Maria: “L’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore”. È questo il canto che deve sgorgare spontaneo dal cuore d tutti in questo giorno, mentre contempliamo la bontà del Signore. Ricordo che, in occasione del 50° della sua ordinazione sacerdotale nel 1996, san Giovanni Paolo II rese pubblico il bel libro Dono e mistero (L.E.V., 1996). Nel primo capitolo vi troviamo questa bella riflessione: “Nel suo strato profondo, ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera infinitamente l’uomo. Ognuno di noi sacerdoti lo sperimenta chiaramente in tutta la sua vita” (Ibidem, p. 9). Al sentimento della gratitudine vogliamo associare quello di un rinnovato impegno per il futuro. Anche se figli e figlie di un secolo tribolato e dentro una società complicata, dobbiamo continuare a donare noi stessi con lo stesso entusiasmo degli inizi. Perché il nostro lavoro sia efficace, abbiamo però bisogno dell’aiuto del Signore, coscienti di quanto San Paolo già insegnava ai Corinti: “Né chi pianta, né chi irriga è qualcosa, ma è Dio che fa crescere” (1Cor 3, 7). Alla Vergine Maria, modello di ogni vocazione cristiana, affidiamo i nostri buoni propositi e la preghiamo di sostenerci nella quotidiana fedeltà al Vangelo del suo Figlio Gesù.