DIOCESI DI TRIESTE
FESTA DIOCESANA DEI POPOLI
✠ Giampaolo Crepaldi
Santa Caterina da Siena, 13 gennaio 2019
Carissimi fratelli e sorelle,
1. In questa domenica la Chiesa celebra la festa del battesimo di Gesù. Egli non va al Giordano per ricevere il perdono dei peccati, ma si sottopone al battesimo per i peccati del suo popolo. Questo gesto di Gesù esprime la sua profonda solidarietà con tutte le persone: nell’umiltà, nella carità e nella misericordia Egli testimonia la salvezza divina. Nel battesimo del Giordano, Gesù rivela la sua identità e la sua missione che si realizza in una fedele e generosa solidarietà con gli uomini peccatori. Nel racconto evangelico c’è un altro aspetto che va opportunamente sottolineato e riguarda l’apertura dei cieli, cioè la comunicazione piena e totale tra Gesù e il Padre. Questo aspetto teologico è stato compreso fin dai primi secoli del cristianesimo dai Padri della Chiesa. Per loro il cielo chiuso rappresentava simbolicamente la chiusura nei rapporti tra l’uomo e Dio avvenuta per mezzo del peccato di Adamo. Ora Gesù ristabilisce pienamente e definitivamente l’alleanza tra Dio e l’umanità, una rinnovata solidarietà nei rapporti tra il cielo e la terra. Con la festa del battesimo di Gesù, la Chiesa ci fa comprendere come in Cristo si possono ristabilire le relazioni di amore tra noi e Dio e anche quelle tra noi.
2. Carissimi fratelli e sorelle, contemplando la feconda solidarietà di Gesù con il popolo e con il Padre celeste, celebriamo oggi anche la Festa diocesana dei popoli. Questa festa, radunando persone diverse per cultura e provenienza geografica, intende far risaltare la forza che possiede la fede in Cristo di unire quando essa viene ricevuta e coltivata in seno alla Chiesa. Veramente vediamo qui reso manifesto l’insegnamento conciliare, che definisce la Chiesa “il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1). Questa nostra assemblea grazie all’Eucaristia vive l’unione con Dio e realizza l’unità tra persone così diverse quali siamo noi. La fede del nostro Battesimo ci fa Chiesa e ci rende uno e diventa fermento di concordia e di amicizia. Questa preziosa base di unità che ci offre la nostra comune fede in Cristo deve esprimersi anche nella capacità di un’integrazione e di un dialogo che devono essere più fecondi nell’alimentare amicizia sociale e civile. Per noi cristiani, l’Eucaristia è la grazia più grande, perché in essa i contrasti si allentano, le diversità si riconciliano senza cancellarsi, si realizza l’unità dei cuori, con l’ascolto della parola di Dio e il dono della comunione sacramentale. Dal sacramento dell’Eucaristia impariamo a vivere insieme, diventiamo veramente persone, costruiamo comunità giuste e accoglienti, soprattutto riscopriamo il senso ultimo della nostra vita, dovunque siamo nati o ci troviamo a vivere. A Maria, la Madre di Dio e della Chiesa, affidiamo la nostra Chiesa di Trieste, le nostre famiglie, i nostri malati e quanti attendono una vita più dignitosa.