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Veglia di preghiera per le vocazioni

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


VEGLIA DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI


✠ Giampaolo Crepaldi


Opicina, 10 maggio 2019




Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre,
1. La Veglia di preghiera – che stiamo celebrando in una maniera assai significativa per il comune coinvolgimento della comunità cristiana di Opicina nella sua componente italiana e slovena, organizzata anche quest’anno dal Centro Diocesano Vocazioni, che ringrazio di cuore – è un’opportunità per tutti che il Signore Gesù mette a disposizione per una puntuale riscoperta dell’originaria chiamata ad essere suoi discepoli. Papa Francesco, nel suo Messaggio per questa 56esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ispirato dal brano del Vangelo sulla pesca miracolosa presso il lago di Tiberiade, ci avverte che “La chiamata del Signore non è un’ingerenza di Dio nella nostra libertà; non è una “gabbia” o un peso che ci viene caricato addosso. Al contrario, è l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l’orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante. Se qualche volta ci fa sperimentare una “pesca miracolosa”, è perché vuole farci scoprire che ognuno di noi è chiamato – in modi diversi – a qualcosa di grande, e che la vita non deve restare impigliata nelle reti del non-senso e di ciò che anestetizza il cuore. La vocazione, insomma, è un invito a non fermarci sulla riva con le reti in mano, ma a seguire Gesù lungo la strada che ha pensato per noi, per la nostra felicità e per il bene di coloro che ci stanno accanto“.
2. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, nel suo Messaggio lo sguardo di Papa Francesco è lungo, ampio e profondo. Esso raggiunge in primo luogo tutti noi che abbiamo ricevuto la grazia sacramentale del Battesimo che ci ha associati alla Chiesa. Vogliamo questa sera ringraziare il Signore per la grazia di appartenere alla sua Chiesa. Al giorno d’oggi, molti la giudicano severamente per le terribili mancanze e i rovinosi peccati di alcuni suoi membri. Il Papa con lungimirante saggezza ci avverte che “Proprio perché ci genera alla vita nuova e ci porta a Cristo, la Chiesa è nostra madre; perciò, dobbiamo amarla anche quando scorgiamo sul suo volto le rughe della fragilità e del peccato, e dobbiamo contribuire a renderla sempre più bella e luminosa, perché possa essere testimonianza dell’amore di Dio nel mondo”. Lo sguardo del Papa si posa poi su quelli che contribuiscono alla crescita del Regno di Dio nella società, con una particolare attenzione a quelli che hanno fatto la scelta di sposarsi in Cristo e di formare una famiglia, così come alle altre vocazioni legate al mondo del lavoro e delle professioni, all’impegno nel campo della carità e della solidarietà, alle responsabilità sociali e politiche. Lo sguardo del Papa si posa inoltre su coloro che hanno sentito il fascino di una chiamata alla vita consacrata o al sacerdozio ordinato, chiamata entusiasmante ma anche rischiosa. Il Papa dice loro parole incoraggianti, che sollecitano risposte generose: “…non c’è gioia più grande che rischiare la vita per il Signore! In particolare a voi, giovani, vorrei dire: non siate sordi alla chiamata del Signore! Se Egli vi chiama per questa via, non tirate i remi in barca e fidatevi di Lui. Non fatevi contagiare dalla paura, che ci paralizza davanti alle alte vette che il Signore ci propone. Ricordate sempre che, a coloro che lasciano le reti e la barca per seguirlo, il Signore promette la gioia di una vita nuova, che ricolma il cuore e anima il cammino”. Carissimi, predragi, guardiamo a Maria che, con il suo Sì, resta il modello di ogni vocazione cristiana e imploriamoLa di aiutarci nella quotidiana fedeltà alla nostra vocazione.