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Te Deum di ringraziamento

DIOCESI DI TRIESTE


TE DEUM

+ Giampaolo Crepaldi


Chiesa Beata Vergine del Rosario, 31 dicembre 2019




Carissimi fratelli e sorelle,
1. Al termine di un anno ricco di eventi per la Chiesa e per la Città di Trieste, ci ritroviamo questa sera nella Chiesa della Madonna del Rosario per ringraziare il Signore del tempo e della storia con il canto del Te Deum. A dare valore al nostro incontro sono le parole dell’apostolo Paolo che abbiamo ascoltato: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna… perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5). Questo singolare testo dell’apostolo Paolo ci insegna che lo scorrere degli anni è il luogo in cui si realizza un disegno divino sull’uomo. Quale è il disegno divino? Lo illustra ancora l’apostolo Paolo che, scrivendo ai cristiani di Efeso, afferma che il Padre celeste “…ci ha scelti prima della creazione del mondo … predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo … secondo quanto nella sua benevolenza aveva in Lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza del tempo” (Ef 1,4a.5.9b.10a). Il disegno divino consiste nell’introdurci nella partecipazione della stessa vita divina come figli nel Figlio unigenito. Questo disegno si realizza nell’istante in cui il Signore Gesù venne concepito da Maria nella nostra natura umana, istante in vista del quale tutto il tempo precedente era orientato e a partire dal quale tutto il tempo seguente prende senso. Si tratta di un vero spartiacque di tutta la storia che conosce solo due periodi ante Christum natum e post Christum natum. Nell’istante del concepimento di Gesù, l’Eternità è venuta nel tempo ed il tempo è entrato nell’Eternità. Questa sera vogliamo cantare il nostro Te Deum per ringraziare il Signore Gesù che, con l’assunzione della carne umana, ha reso possibile che l’eterno giunga tra noi e che noi troviamo aperta la porta d’accesso all’eterno.
2. Carissimi fratelli e sorelle, questa sera vogliamo cantare il nostro Te Deum anche per gli innumerevoli benefici che il Signore ha concesso alla Chiesa che è in Trieste. In primo luogo, la comune gratitudine al Signore va opportunamente espressa per la Visita pastorale che ho condotto presso la quasi totalità delle parrocchie della Diocesi. Essa si sta rivelando una grazia incommensurabile di comunione ecclesiale, di buoni propositi, di rinnovate consapevolezze circa le sfide che l’esperienza della fede si trova ad affrontare in una stagione culturale difficile e complessa. Soprattutto la Visita pastorale sta mettendo in evidenza che il popolo cattolico c’è ed è pronto ad annunciare e a testimoniare, in maniera credibile, la fede cristiana, sentendosi debitore del Vangelo verso tutti i triestini (cf. Rm 1,14-15). In secondo luogo, la comune gratitudine al Signore va espressa per la vasta e organica riflessione maturata in quest’anno circa la necessità di incrementare lo sforzo evangelizzatore e missionario della nostra Chiesa attraverso la pubblicazione di un Direttorio per la catechesi, in modo da dare nuovo slancio a questa attività pastorale, particolarmente bisognosa di un suo profilo unitario e concorde. Il Direttorio riserverà un’attenzione particolare alla catechesi degli adulti, in modo da offrire a tutti la possibilità di accedere alla fede in modo autentico e costruttivo. In terzo luogo, la comune gratitudine al Signore va espressa per la testimonianza di carità – non sempre adeguatamente capita e apprezzata – offerta dalla nostra Chiesa, tramite la Caritas diocesana, le Caritas parrocchiali, le San Vincenzo, la Comunità di Sant’Egidio e tante altre realtà, con i loro generosissimi operatori e volontari, nel venire incontro alle pressanti situazioni di povertà e di bisogno. Ricordo, in particolare, che, in occasione della III Giornata del Povero, è stata avviata la costituzione di una Casa per una prima accoglienza di famiglie in situazioni di precarietà relazionale, sociale ed economica.
3. Carissimi fratelli e sorelle, questa sera vogliamo anche cantare il nostro Te Deum per gli innumerevoli benefici che il Signore ha concesso alla nostra Trieste. Lo vogliamo ringraziare per la testimonianza di unità e compostezza offerta dalla Città in occasione della tragica uccisione dei due agenti della Polizia, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Dopo quel tragico pomeriggio del 4 di ottobre, Trieste ha allargato le sue braccia, stringendoli in un abbraccio corale, forte e commosso. Con quell’abbraccio, la Città ha detto a se stessa e agli altri che il suo presente e il suo futuro permangono nel segno della pace civile, del rispetto reciproco e di una concordia operosa e feconda di bene. Vogliamo ringraziare il Signore anche per aver accompagnato la nostra Città nella non facile ricerca verso soluzioni – che auspichiamo definitive – di annosi problemi come la chiusura dell’area a caldo della Ferriera e l’avvio del recupero del Porto vecchio e per averla beneficata con soddisfacenti indici di sviluppo e incoraggianti prospettive di crescita legati soprattutto alle attività del Porto nuovo. Tutto questo va portato avanti in un clima di concordia istituzionale, nella salvaguardia del diritto al lavoro e dei diritti nel lavoro, nella coltivazione dello spirito di servizio per la nostra Città, valorizzando costantemente quella salutare igiene civile che premia chi serve la Città e stigmatizza chi si serve della Città. In questa prospettiva, questa sera noi lodiamo il Signore per l’eroismo quotidiano di chi nonostante tutto non si stanca di agire bene e per il bene. Noi lodiamo il Signore per il coraggio degli sposi che donano la vita, facendo un grande atto di speranza nel futuro e per l’impegno degli uomini e donne che difendono e accudiscono la vita dal suo inizio fino alla sua fine naturale. Noi lodiamo il Signore per la pazienza degli anziani soli, dei malati e dei poveri e lo lodiamo per coloro che si mettono al loro servizio, diffondendo nella nostra Città fraternità e solidarietà. Noi lodiamo il Signore per chi, lungo i secoli, ha reso grande la nostra Città nella giustizia, nella libertà, nella scienza e per tutti coloro che coltivano la volontà di servirla con spirito disinteressato. Mentre va a chiudersi l’anno 2019, affidiamo alla materna protezione della Madonna il nuovo anno 2020: voglia concederci la grazia di viverlo nella tranquillità e nella pace.