DIOCESI DI TRIESTE
Commemorazione dei fedeli defunti
✠ Giampaolo Crepaldi
Cimitero di Sant’Anna, 2 novembre 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. Ieri, solennità di Tutti i Santi, la Chiesa ci ha fatto contemplare la Gerusalemme celeste, la sposa dell’Agnello tutta bella, senza macchia né ruga perché resa santa dal Signore; oggi, ci invita a fare memoria di tutti i fedeli defunti, che “ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace” (Preghiera eucaristica I). San Paolo, rivolgendosi alle prime comunità cristiane, richiamava i fedeli a “non essere tristi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui” (1Ts 4,13-14). L’Apostolo ci orienta a commemorare i fedeli defunti nell’ottica della risurrezione di Cristo: risorgendo dai morti Egli ha aperto il passaggio alla vita immortale. La commemorazione dei fedeli defunti diventa un atto di fede nella risurrezione e un atto di speranza nella vita eterna. In questa salutare prospettiva, noi cristiani possiamo ricordare i nostri defunti e pregare per loro non come persone del passato, ma come eterni viventi che stanno al cospetto di Dio, trasformati e rivestiti di immortalità. Sant’Agostino scrisse: “Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, ma sono dei presenti invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri occhi pieni di lacrime”.
2. Carissimi fratelli e sorelle, la Commemorazione dei fedeli defunti ci impegna anche in una qualche riflessione sul fatto che la nostra vita finisce. La morte non è un qualcosa che riguarda gli altri, ma è un evento che riguarda ciascuno di noi. Di fatto è il momento più decisivo e solenne della vita che esige una profonda preparazione per essere affrontato con dignità e serenità. Come cristiani siamo chiamati a prepararci a questo evento facendo tesoro della grazia della fede cristiana che lega la morte alla risurrezione. Anzi, per san Paolo, la nostra fede – e la nostra vita – sarebbe vana, inutile, assurda se non ci fosse la risurrezione (cf. 1Cor 15,14). Proprio perché Cristo è risorto, noi abbiamo la speranza di risorgere. Risorgendo dai morti Egli ci ha aperto il passaggio alla vita immortale. Come ricorda Sant’Efrem: “La morte uccise la vita naturale, ma venne uccisa dalla vita soprannaturale”. La risurrezione riguarda tutta la nostra persona, anima e corpo, e consisterà nell’avvio di una vita perfetta senza più sofferenze, fatiche, dolori perché tutto sarà trasformato, anche il corpo. Nella prima Lettera ai Corinzi, san Paolo scrisse: “Si è sepolti mortali, si risorge immortali. Si è sepolti miseri, si risorge gloriosi. Si è sepolti deboli, si risorge pieni di forza. Si seppellisce un corpo materiale, ma risusciterà un corpo animato dallo Spirito” (1Cor 15, 43-44). Guardando alla Vergine Maria, già assunta in cielo, invochiamo da Lei il dono di una buona e santa morte.