DIOCESI DI TRIESTE
Rimuovere le pietre tombali
Messaggio per la Pasqua 2021
✠ Giampaolo Crepaldi
1. Surrexit Christus, spes nostra! Cristo, nostra speranza, è risorto! Questo saluto pasquale ci parla: non di morte, ma di vita; non di divisioni, ma di pace; non di egoismi, ma di carità; non di menzogne, ma di verità; non di quello che deprime, ma di quello che vivifica. Cristo risorto ha vinto il peccato e la morte, instaurando l’ordine della riconciliazione nei rapporti dell’uomo con Dio e tra gli uomini: “come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6,4). Cristo risorto proietta la sua luce sull’uomo e la famiglia, sulle leggi e i comportamenti e sulle varie forme della nostra vita comunitaria. Quella del Risorto è una luce che rinnova e salva soprattutto nel tempo che stiamo vivendo segnato dalla dolorosa pandemia da Covid-19 che ha travolto l’esistenza di tutti, dai bambini agli anziani, con un carico impressionante di morte e di dolore, di paura e di angoscia. Ha scritto Papa Francesco con illuminante intuito pasquale: “È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile. Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare ed a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia” (Evangelii gaudium, n. 276).
2. A tutti giunga l’augurio di una buona e santa Pasqua nella luce del Cristo risorto: la pietra che chiudeva il suo sepolcro è stata rimossa. Sì, Pasqua è la festa della rimozione delle pietre tombali, il giorno in cui scopriamo che la nostra esistenza non sbatte davanti a una pietra che la imprigiona. Sì, a Pasqua Dio ha rimosso le pietre più dure contro cui vanno a schiantarsi speranze e aspettative: la morte e il peccato. Come per Cristo e in Cristo risorto la Pasqua sia allora occasione di rinascita: nella carità, che faccia di noi dei testimoni capaci di aiutare gli altri con spirito autenticamente fraterno, specialmente i piccoli, i bisognosi e i poveri; nella speranza, che ci renda lievito e sale in questo nostro tempo, difficile e problematico, per tutti gli uomini e le donne che incontriamo nella nostra amata Trieste, nelle nostre famiglie, nel lavoro, nella scuola, nelle relazioni; nella fraternità, che ci impegni a camminare insieme perché ciascuno sappia incontrare, accogliere, prendersi cura dell’altro. Papa Francesco ci ammonisce soprattutto a non lasciarci vincere dalla tentazione della desolazione esistenziale: “Quante volte, dopo aver incontrato il Signore, ritorniamo tra i morti, aggirandoci dentro di noi a rivangare rimpianti, rimorsi, ferite e insoddisfazioni, senza lasciare che il Risorto ci trasformi. Cari fratelli e sorelle, diamo al Vivente il posto centrale nella vita. Chiediamo la grazia di non farci trasportare dalla corrente, dal mare dei problemi; di non infrangerci sulle pietre del peccato e sugli scogli della sfiducia e della paura. Cerchiamo Lui, in tutto e prima di tutto. Con Lui risorgeremo”. Buona e santa Pasqua a tutti nella luce del Cristo risorto!