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Una guida per scoprire la Cappella Madre della Riconciliazione

 
 

Giovedì 29 aprile Il Piccolo ha pubblicato la recensione di Marianna Accerboni del libro scritto dall'Arcivescovo Giampaolo Crepaldi, La Cappella Madre della Riconciliazione, a proposito della nuova cappella di via san Rocco.





Una guida per scoprire la Cappella Madre della Riconciliazione

I testi del vescovo Crepaldi raccontano il riaperto luogo di culto nel cuore di Cavana con il ciclo pittorico del moscovita Oleg Supereco

Il tema della riconciliazione è il concetto sul quale si fonda il restauro della Cappella recentemente inaugurata in Cavana, in via San Rocco 5, e a esso s'ispira anche la pubblicazione realizzata dalla Diocesi di Trieste per fornire un'agile e dettagliata guida al visitatore: un libro d'arte, di storia e di pace (ed. Palumbi - Editoria della Speranza, pagg. 70, EUR 12), intitolato "La Cappella madre della Riconciliazione", reperibile nella Cappella o alla Libreria Paoline. Racconta nel dettaglio, attraverso una settantina di pagine e molte immagini, il nuovo luogo di culto e il ciclo pittorico realizzato da Oleg Supereco, pittore moscovita attivo a Treviso, che ha "illuminato" spiritualmente e artisticamente e ingentilito con la propria arte di gusto classico questo spazio di preghiera nel cuore antico della città. Interpretando appropriatamente il pensiero, volto appunto alla riconciliazione, del vescovo Giampaolo Crepaldi, che ne è stato l'ispiratore oltre che autore d'eccezione dei testi pubblicati nel volume. Che, a 75 anni di distanza dai fatti, riserva poi anche una sorpresa sul piano storico, sintetizzando con chiarezza, realismo e sentimento gli anni bui della fine della seconda guerra mondiale a Trieste, simbolizzati oggi dalla Risiera e dalla Foiba di Basovizza. E l'opera tenace del vescovo Antonio Santin, coraggioso Defensor Civitatis, che il 30 aprile 1945, nella giornata più tragica della storia della città nel '900, si raccolse in preghiera davanti al quadro raffigurante la Madonna Addolorata, affidandole la salvezza di Trieste. L'immagine, dipinta nell'800 da Luis Ferrant y Llausas, pittore ufficiale della corona spagnola, rappresenta infatti il focus della Cappella, che si sviluppa al primo piano dello storico edificio, raggiungibile dopo aver salito una rampa di scale, in cima alla quale incontriamo il quadro dedicato da Supereco al Battesimo di Gesù. Davanti a quella Madonna, mentre da Est le truppe di Tito stavano marciando alla conquista di Trieste, occupata dai tedeschi che avevano l'ordine di non mollare, e da Ovest erano in arrivo i Neozelandesi, presenti in città altre forze antitetiche come i partigiani italiani e i giovani della guardia civica, il presule, dopo aver cercato di mediare in tutti modi, anche a rischio della propria vita, e aver capito che la situazione era senza sbocco, fece una promessa: se Trieste si fosse salvata dal progetto tedesco di distruzione del porto, avrebbe fatto ogni sforzo perchè fosse eretta una chiesa in suo onore. Ed ecco il Tempio Mariano di Monte Grisa. Con grande partecipazione il vescovo Crepaldi auspica, dalle pagine della guida, che in città prevalga oggi il bene della riconciliazione nelle sue implicazioni religiose, ma anche strettamente culturali, sociali e politiche, perchè Trieste, luogo in cui gli odi del passato non sono ancora del tutto sopiti, proprio per aver tanto sofferto, ha oggi "il cuore e l'anima per essere la Città della Riconciliazione".
Marianna Accerboni, Il Piccolo