La monografia si propone di trovare le fonti artistiche dei cicli pittorici del Sacello di S. Giusto a Trieste e di S. Maria Assunta a Muggia Vecchia, una volta individuata la loro peculiarità, consistente nel carattere spiccatamente scenico e dinamico delle composizioni, già riconosciuto dalla letteratura specialistica proprio dell’illustrazione miniata.
Attraverso una direttrice esso conduce a singolari codici di area sassone, dichiarati portatori della plurisecolare tradizione culturale carolingia. Includendo altresí gli affreschi della cripta nella basilica patriarcale di Aquileia, modello generante dei cicli giuliani, si arriva alle illustrazioni delle commedie di Terenzio, tra cui quelle del manoscritto di Oxford portano ancora alla miniatura franco-britannica, il cosiddetto Channel style, fiorito dalla metà circa del XII secolo. Simile impostazione miniatoria denotano gli inestimabili frammenti musivi della Basilica Ursiana di Ravenna, testimoni unici per l’inizio del XII secolo di questa lingua pittorica. Sembrano quasi l’ideale coronamento della miracolosa stagione produttiva in area beneventana e cassinese, illustremente rappresentata nell’XI secolo dal gruppo degli Exultet e dai codici miniati scaturiti dal grande progetto dell’abate Desiderio; con radici risiedenti nella cultura romana e in quella longobarda.
Giovanni LUCA, La pittura a Trieste sul finire del XII secolo. Ascendenze e paralleli, Editreg, Trieste 2020.