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Un Natale di fiducia | Messaggio natalizio

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


UN NATALE DI FIDUCIA


MESSAGGIO NATALIZIO


✠ Giampaolo Crepaldi


Arcivescovo-Vescovo di Trieste



Carissimi fratelli e sorelle buon Natale di consolazione e di fiducia!

1.      Il Vangelo di Luca ci racconta che, a Natale, un Angelo, apparso ai pastori, intonò il seguente canto: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2,10-11). Con il suo canto l’Angelo invita anche noi a non temere, ma ad avere fiducia. Chiediamoci: perché? Perché quel Bambino che è nato a Betlemme è la rivelazione consolante dell’amore infinito di Dio: Egli si è fatto uomo come noi, per camminare con noi sulle strade polverose della vita e per donare alla nostra incerta e dolorosa esistenza la carezza della consolazione divina e la certezza della speranza in un futuro di salvezza e di liberazione. Il Bambino di Betlemme è l’amore forte e sicuro di Dio che vince ogni peccato e miseria, ogni male e povertà, ogni inimicizia e solitudine. È questo il messaggio di fiducia che sgorga per noi dal Natale di Gesù. La situazione sanitaria da coronavirus in peggioramento nella nostra Trieste, le sofferenze, i timori, le preoccupazioni hanno tolto terreno alla fiducia a tanti di noi e a molte delle nostre famiglie colpite negli affetti più cari e nelle amicizie. A Natale, il Bambino Gesù ci fa la grazia incomparabile di ridonarcela: “Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”. Si tratta di un oggi non solo cronologico, ma dell’oggi della presenza salvatrice di Dio nella nostra vita, dell’oggi che dà concretezza alla fiducia.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, nel fare una passeggiata tra gli splendidi alberi natalizi della nostra Piazza dell’Unità d’Italia – piazza di incomparabile bellezza architettonica – per contrasto mi sono venute a mente le miopie di certi personaggi europei – esattamente quelli della Commissione ‘Union of Equality’ – che per combattere le discriminazioni hanno proposto che le festività, come il Natale, non devono più essere nominate e riferite a connotazioni religiose. Una anacronistica genialata, durata poco grazie a Dio, ma che la dice lunga sugli strapagati burocrati di Bruxelles. Noi di Trieste il Natale ce lo teniamo caro, perché non c’è niente di più consolante che sentire riecheggiare nel nostro orecchio il canto dell’Angelo: è nato per voi un Bambino. Ci ricorda Papa Francesco: “Ecco il dono che troviamo a Natale: scopriamo con stupore che il Signore è tutta la gratuità possibile, tutta la tenerezza possibile. La sua gloria non ci abbaglia, la sua presenza non ci spaventa. Nasce povero di tutto, per conquistarci con la ricchezza del suo amore”. Sì, il Bambino di Betlemme ci schiude il mistero vivificante dell’amore, quello di Dio che si è fatto uomo come noi, per poi morire in croce per noi. Di questo amore abbiamo bisogno e questo amore ci basta; è questo amore che ci restituisce la fiducia per andare avanti in una stagione storica complicata e piena di insidie. Auguro un buon Natale ai nostri bambini, ai giovani, alle mamme e ai papà, ai nonni; buon Natale agli anziani, ai nostri malati e al generosissimo personale medico e infermieristico; l’augurio raggiunga anche il mondo del lavoro che, in alcune sue componenti, è oppresso da tante insicurezze e problematiche; buon Natale ai poveri, ai bisognosi, agli sfiduciati e a coloro che hanno perso la bussola della vita; buon Natale anche a coloro che ci governano. Il canto dell’Angelo sia per tutti il salutare vaccino della fiducia. Buon e sereno Natale!