DIOCESI DI TRIESTE
TE DEUM
✠ Giampaolo Crepaldi
Chiesa Beata Vergine del Soccorso, 31 dicembre 2021
Carissimi fratelli e sorelle,
1. Con il canto del Te Deum terminiamo in modo degno l’anno vecchio mentre portiamo nel cuore il desiderio di preparare la prima ora del nuovo. Lo facciamo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo che ci ha insegnato quale sia il valore del tempo. Se vissuto con Lui siamo pieni di gratitudine per quello che ci ha dato, mentre siamo anche rassicurati sul futuro perché la Sua parola non passa e non tramonta. Raccolti qui per essere in unione con Lui al concludersi del 2021, pervasi dallo splendore del suo Natale, guardiamo verso il futuro, con fiducia e speranza. Da duemila anni contempliamo il Signore Gesù nella sua gloria, “quella gloria che riceve l’Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità”, scrive l’evangelista San Giovanni (1,14). Ecco il fondamento della nostra fiducia e speranza; ecco perché crediamo fermamente che “il cielo e la terra passeranno, ma le sue parole non passeranno” (Mt 24, 35). Per questo diamo lode a Lui, perché crediamo e sappiamo che tutto il bene che giorno per giorno si compie sulla terra, alla fine, viene da Lui. E guardando al futuro che ci attende, nuovamente imploriamo: “Sia sempre con noi la tua misericordia, in te abbiamo sperato”.
2. Carissimi fratelli e sorelle, anche il 2021 è stato caratterizzato dalla pandemia da coronavirus che nella nostra Trieste ha anche alimentato manifestazioni collettive e pubbliche che hanno provocato profondo disagio. Ancora un anno difficile e doloroso che ci ha insegnato che ci troviamo tutti sulla stessa barca, fragili e disorientati, ma chiamati a remare insieme. Il Signore ci aiuti a cogliere questo tempo di prova come un tempo per scegliere cosa conta e cosa passa e di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è; ci aiuti soprattutto a reimpostare la rotta della vita in un ritrovato amore verso di Lui e verso il prossimo. Questa sera vogliamo comunque dare voce anche alla nostra gratitudine per gli operatori sanitari – medici, infermiere, infermieri, volontari – che hanno continuato e continuano a lavorare in prima linea; ai dirigenti scolastici e agli insegnanti, che hanno affrontato e continuano ad affrontare situazioni molto complesse; ai pubblici amministratori comunali e regionali che hanno cercano e cercano di valorizzare tutte le risorse buone e utili presenti nella città e nel territorio; al mondo del lavoro con i suoi imprenditori, dirigenti e lavoratori che ha sostanzialmente retto nonostante le inenarrabili difficoltà. Stasera il nostro grazie vada soprattutto a coloro – mamme e papà in primis – che si sono sforzati ogni giorno di mandare avanti la propria famiglia.
3. Carissimi fratelli e sorelle, il nostro Te Deum lo cantiamo con grata convinzione al Signore che durante il 2021 ha reso ricca la nostra Chiesa diocesana con tante grazie. Desidero ricordare questa sera l’apertura della Cappella, situata in via Cavana, dedicata alla Madre della Riconciliazione, dove si venera l’immagine della Madonna di fronte alla quale il mio venerato predecessore mons. Antonio Santin pregò il 29 aprile del 1945 prima di andare a Castello a trattare con il comando nazista che aveva minato il porto. La Madonna salvò la città. Ora la cappella è lì come un richiamo esigente all’anima della nostra Trieste ad essere per tutti la Città dove si coltiva, dopo la stagione degli orrori nazisti e comunisti, il valore cristiano e civile della riconciliazione e della concordia. In questo anno poi la nostra Chiesa diocesana ha dato avvio, su impulso del Santo Padre Francesco, al cammino sinodale, che la impegnerà per diversi anni. Sarà un cammino cristiano, cioè con Gesù e al seguito di Gesù e nella Chiesa, sperimentando e vivendo il mistero santo della comunione divina. Sono profondamente convinto che da questo camminare insieme sortirà una stagione di risveglio religioso che porterà a riscoprire Dio come fonte di senso e misura piena per la vita delle nostre comunità ecclesiali, ma anche delle persone e della società.
4. Carissimi fratelli e sorelle, nonostante le tante e complicate situazioni dovute alla gestione della pandemia, la nostra Città, per merito dei suoi cittadini e degli amministratori regionali e di quelli comunali da poco rinnovati, continua a caratterizzarsi per gli incoraggianti e promettenti standard che la vedono primeggiare nel campo della qualità di vita, in quello della solidarietà verso i poveri e i bisognosi con il contributo di molte organizzazioni tra cui la Caritas diocesana, dell’innovazione scientifica e tecnologica, nel campo di coraggiosi progetti di risistemazione urbana come il recupero del porto vecchio e la cabinovia. Di tutto questo vogliamo ringraziare il Signore. Alla fine risulta comunque necessario sostanziare e sostenere il tutto con una nobile e coraggiosa mobilitazione morale – fatta di lungimiranza politica, solidarietà sociale, amicizia civile – che ci consenta di far fronte a una situazione che resta difficile e che durerà ancora per molto tempo a causa della dolorosa e subdola pandemia in atto. Una mobilitazione che solleciti tutti a lavorare con impegno e serietà e a progettare e preparare iniziative e imprese in grado di arginare e superare le conseguenze economiche e sociali, ma anche morali e psicologiche, della crisi pandemica. Affidiamo questi nostri propositi alla Madonna – che in questa chiesa viene invocata per il soccorso che offre e che domani venereremo come Madre Dio –, pregandola di proteggere le nostre vite, le nostre famiglie e la nostra Trieste.