DIOCESI DI TRIESTE
EPIFANIA DEL SIGNORE GESÙ
✠ Giampaolo Crepaldi
Parrocchia San Pio X, 6 gennaio 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!
1. Facciamo oggi memoria dell’Epifania del Signore Gesù la quale giunge a dare piena rivelazione al Mistero dell’Incarnazione che abbiamo celebrato a Natale. Il racconto evangelico che è stato proclamato ci illustra le differenti reazioni avvenute alla nascita di Gesù: da una parte il re Erode e Gerusalemme, dall’altra i Magi e Betlemme. Erode si dimostra pieno di paure, timoroso che il Bambino nato a Betlemme possa mettere in discussione il suo potere. I Magi, invece, pieni di una grandissima gioia, seguono la stella, cercano il Bambino, lo trovano, lo adorano e gli offrono in dono oro, incenso e mirra. Sono doni che rivelano il mistero di Cristo, come Re, come Dio e come Uomo. I Magi, che non conoscevano le profezie delle Scritture, riconoscono in quel Bambino avvolto in pochi panni e deposto in una mangiatoia il Messia. Al contrario, re Erode, i dottori della legge e gli specialisti nella scrittura, tutti a Gerusalemme, non lo riconoscono! Tutto questo straordinario episodio ci dice che davanti a Dio non vi è preferenza di persona; cadono le barriere del particolarismo giudaico e si afferma l’universalismo della salvezza offerta a tutti senza distinzione. Gesù è il Re che tutti attendevano, un Re umile e pacifico (Zc 9,9), capace di suscitare gioia e donare salvezza.
2. Carissimi fratelli e sorelle, come i Magi che si lasciarono guidare dalla luce della stella, anche noi dobbiamo farci guidare dalla luce della fede, superando gli ostacoli che inesorabilmente incontriamo. Stimolati dall’esempio dei Magi, coltiviamo l’esigenza di approfondire sempre di più la nostra fede. Essa nasce da una ricerca vera e prolungata, come quella dei Magi che fecero un lungo cammino, giungendo a Gerusalemme da oriente; da una ricerca ragionata che si fonda su segnali inviati all’uomo dal Signore come quella dei Magi che videro sorgere la sua stella; da una ricerca appassionata come quella dei Magi che provarono una grande gioia; e consiste nell’abbandono che l’uomo fa totalmente di se stesso al Signore Iddio “liberamente prestandogli l’ossequio dell’intelletto e della volontà e assentendo volontariamente alla rivelazione che egli fa” (Dei Verbum, 5), come quella dei Magi che, entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua Madre, e prostratisi lo adorarono. Carissimi, noi cristiani che abbiamo accolto il dono della fede, siamo chiamati a ringraziare il Padre “che ci ha trasferiti dal potere delle tenebre nel Regno del suo Figlio diletto”, a gettare via le opere delle tenebre e indossare le armi della luce e renderci missionari credibili della gioia del Vangelo. Inoltre, ricordiamo con affetto e preghiamo per i nostri diocesani – presbiteri, famiglie, laici – che annunciano il Vangelo ad altri popoli. Affidiamo questi nostri propositi alla Madonna, Madre di Dio e Madre nostra, che saprà, con la sua materna provvidenza, renderli fecondi di bene.