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Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei

Realizzerò la mia buona promessa

XXXIII Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei

ebrei-cattolici-2022

CONFERENZA

Relatori:

rav Alexandre Meloni

Rabbino della Comunità Ebraica di Trieste

mons. Giampaolo Crepaldi

Arcivescovo - Vescovo di Trieste
Moderatore:
Mons. Ettore Malnati - Vicario ep. per il laicato e la cultura

Giovedì 13 gennaio 2022
ore 18.00
Centro Pastorale Paolo VI
via Tigor, 24/1


La conferenza sarà trasmessa da Radio Nuova Trieste venerdì 14 gennaio 2022 alle ore 16.03, in replica sabato 15, alle ore 21.30, e lunedì 17, alle ore 00.05.


La giornata del dialogo tra Cattolici ed Ebrei nel gennaio 2022 sarà vissuta dalle Chiese che sono in Italia e dalla Comunità ebraica nella riflessione di un passo del profeta Geremia (29,10) “Realizzerò la mia buona promessa” contenuto nella cosiddetta “Lettera agli esiliati” (Ger 29,1-23).
È auspicabile, come a Trieste, che questo testo sia commentato da parte ebraica e da parte cattolica quale “ascolto” della Parola sia del Popolo della prima Alleanza sia del Popolo della Nuova Alleanza quale segno di consolazione in un tempo di “grande tribolazione” per l’intera umanità. Il messaggio che il profeta Geremia rivolge agli esuli è di saper cogliere la situazione presente nella sua gravità, non perdendosi d’animo ma sapendo con tenacia operare nella speranza.
Il Profeta chiede di continuare a coltivare la terra, di prendere moglie e procreare (Ger 29,5-6) anche in questa situazione non facile. La riflessione “congiunta” della lettura ebraico-cattolica del testo di Geremia ci offre concretamente l’opportunità di saper “gestire” le situazioni nelle quali si può trovare oggi l’intera umanità e di affrontarle con sapienziale prudenza tanto da “fondere le spade in aratri” (Is 2,4; Mich 4,3).
Nella giornata di dialogo ebraico-cattolico i Vescovi delle Chiese locali, che sono in Italia, intendono ricordare due figure antesignane del dialogo tra Ebrei e Cattolici: Maria Vingiani e Jules Isaac, un’italiana e un francese. Entrambi trovarono in Giovanni XXIII il “profeta” dell’ecumenismo e del dialogo con gli Ebrei che li seppe incoraggiare e volle che il Concilio desse una svolta significativa nel rapporto proprio tra la Chiesa cattolica e il Popolo ebraico.
Il sottoscritto ebbe l’opportunità di incontrare più volte Maria Vingiani (nata a Castellamare di Stabia vissuta a Venezia e a Roma) anche per gli incontri che poi portarono alla costituzione del gruppo SAE a Trieste con il gradimento dell’Arcivescovo mons. Santin, convinto assertore dell’ecumenismo per l’episcopato Triveneto. Di Maria Vingiani così scrisse nel messaggio di cordoglio il presidente della CEI Bassetti: “Maria Vingiani ha aperto strade e ha costruito ponti dove tanti cristiani e cristiane hanno imparato a conoscersi, rimovendo lentamente tanti pregiudizi che avevano inquinato i rapporti tra i cristiani e aiutando a comprendere sempre meglio la propria identità confessionale, arricchita e non depauperata nel dialogo con l’altro”.
Jules Isaac fu un Ebreo francese, nato a Rennes in Bretagna nel 1877. Importante per lui fu l’incontro con il poeta cattolico Charles Péguy con il quale condivide la passione per la verità. Partecipò alla prima guerra mondiale e si lasciò affascinare dalla figura di Gesù. Scrisse il saggio “Il paradosso della scienza omicida” dove stigmatizzò il progresso tecnologico e scientifico non soggetto ad un controllo etico. Pubblicò sette tomi di una pedagogia rinnovata della storia. Fu emarginato da ogni incarico pubblico con le leggi razziali imposte in Francia dalla Germania nazista. Nel 1943 la moglie e i figli furono deportati ad Auschwitz, solo il figlio minore Claude fece ritorno e volle cambiare il suo cognome. Nel 1948 Isaac fu tra i fondatori della prima “amicizia ebraico-cristiana” in Francia. Pubblicò il suo lavoro titolato “Gesù e Israele”. Il 13 giugno 1960 incontrerà Giovanni XXIII e in lui troverà quell’apertura di rispetto e di dialogo da stabilirsi tra Cattolici ed Ebrei, di cui godiamo oggi.
Sia Maria Vingiani sia Jules Isaac hanno avuto un ruolo non secondario per il dialogo tra Ebrei e Cattolici e indirettamente per la giornata del dialogo, che ormai da 33 anni è una significativa e doverosa opportunità.
Il capitolo 29 del profeta Geremia sia una “buona pietra” per approfondire la reciproca conoscenza tra Ebrei e cattolici al fine di essere concreta proposta per il superamento di ogni diffidenza e contrapposizione e nello stesso tempo segno concreto di stigmatizzazione per ogni razzismo e antisemitismo.
Questa è una delle singolari missioni sia per i Cattolici che per i discepoli di Mosè e dei Profeti.

Mons. Ettore Malnati
vicario episcopale per il laicato e la cultura
diocesi di Trieste