DIOCESI DI TRIESTE
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
✠ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 10 aprile 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. Con la domenica delle palme inizia la Settimana Santa e viene aperta la via verso il Triduo Pasquale, quando faremo memoria della passione, morte e resurrezione di Gesù, cuore della nostra fede cristiana. Essa è legata al Risorto, ma nasce nell’accoglienza del Crocifisso. Con la proclamazione della Passione secondo il Vangelo di Luca che è stata appena fatta, la Chiesa, infatti, ci pone di fronte al mistero di Gesù Crocifisso. La sua regalità, che abbiamo acclamato durante la processione, è una regalità che si rivela nella sua piena verità solo sulla croce. Lì, in quel misterioso scandalo di umiliazione, di sofferenza, di abbandono totale, si compie il disegno salvifico di Dio. Gesù non muore perché lo uccidono, ma perché egli stesso “si consegna” per amore (cf Gal 2,20), facendosi solidale con tutte le umiliazioni, i dolori, i rifiuti patiti dall’uomo. Gesù manifesta così un singolare e paradossale rovesciamento delle logiche mondane: la vera grandezza non sta nel potere, nella ricchezza, nella considerazione sociale, ma nell’amore che condivide, che è solidale, che è vicino ai fratelli, che si fa servizio.
2. Carissimi fratelli e sorelle, posti di fronte alla Croce, non ci resta che contemplare, con gratitudine e commozione, la sua storia di dolore e di amore, anzi di riviverla attraverso la conversione e l’imitazione di Gesù Crocifisso, che adoriamo come nostro Signore, al quale chiediamo il perdono dei nostri peccati, che ringraziamo per il suo amore indefettibile e fedele. Con Papa Francesco ci chiediamo: che cosa possiamo fare dinanzi a Lui che ci ha amati e serviti fino al dono della vita? Il Santo Padre ci offre la risposta: “Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane. I drammi che stiamo attraversando in questo tempo ci spingono a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore”. Fratelli e sorelle, – in questi giorni santi, ma ancora gravati da tanti drammi personali e collettivi, dalla pandemia alla guerra in Ucraina – a casa poniamoci spesso davanti al Crocifisso, segno potente dell’amore divino per noi, e chiediamogli di farci la grazia di vivere per amare. Apriamo il nostro cuore a chi soffre, a chi è solo e nel bisogno. Con il nostro amore riusciremo a fare in modo che la croce diventi il cuore del mondo, perché l’onnipotenza di Dio, che si rivela nell’impotenza della croce, è il più grande mistero d’amore della storia!