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Pasqua di Risurrezione del Signore

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Pasqua di Resurrezione del Signore


Una Pasqua di pace/p>


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 17 aprile 2022



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Risorto!

1.      E si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due: con questa singolare annotazione il brano del Vangelo che è stato appena proclamato ci informa sulla corsa degli Apostoli Pietro e Giovanni verso il sepolcro di Gesù che trovarono vuoto: il corpo di Gesù, devastato dalla crocifissione, non c’era più. A spiegarci il misterioso evento del sepolcro vuoto ci penserà pochi giorni dopo lo stesso Pietro con queste parole: “Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse … a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo la sua risurrezione dai morti”. Il sepolcro è vuoto perché Gesù è stato risuscitato. Con la sua risurrezione, ad avere l'ultima parola non è la morte, ma la vita; non una vita ancora soggetta alla morte, ma una vita immortale ed eterna, la vita stessa di Dio. Con la risurrezione del Figlio Gesù, il Padre celeste, infatti, introduce definitivamente e per sempre il nostro mondo e la nostra umanità nella sua beata e vivente eternità. A noi, incapaci di sperare oltre la morte, rassegnati e impotenti nel vedere la nostra vita correre verso il nulla, oggi ci viene annunciato che, in Cristo risorto, è possibile un'esistenza per la vita, per la vita eterna ed immortale. Ce lo assicura san Paolo, ascoltato nella seconda lettura: “Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio”. Ciò che è accaduto in Gesù morto, cioè la risurrezione, è accaduto per ciascuno di noi e ciascuno di noi quindi è chiamato a parteciparvi.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, a Pasqua si scontrano le ragioni della morte con quelle della vita. Guardandoci attorno, con sgomento e angoscia, abbiamo la sensazione che siano più vigorose e vitali le prime che le seconde. Mi riferisco in particolare alla guerra in Ucraina, nel cuore stesso del nostro continente europeo, dove i bambini, le loro mamme, le famiglie, gli anziani, i malati, i poveri, più di ogni altro, stanno pagando un prezzo di morte spropositato. In questo giorno santo e benedetto della risurrezione di Gesù, vogliamo fare nostre le parole di Papa Francesco: “Speriamo e preghiamo perché questa guerra vergognosa per tutti noi, per tutta l'umanità, finisca al più presto: è inaccettabile; ogni giorno in più aggiunge altre morti e distruzioni”. Anche la nostra Trieste ha risposto con generosità all’invito del Santo Padre a pregare, in particolare quando sono stati consacrati al Cuore Immacolato di Maria il mondo, l’Ucraina e la Russia. A dare valore alla nostra preghiera continuano le innumerevoli iniziative di solidarietà, come ci invita a fare ancora Papa Francesco: “Tanta gente si è mobilitata per soccorrere i profughi. Gente comune, specialmente nei Paesi confinanti, ma anche qui in Italia, dove sono arrivati e continuano ad arrivare migliaia di ucraini. Il vostro contributo è prezioso, è un modo concreto, artigianale di costruire la pace”. La guerra giusta che noi cristiani vogliamo e dobbiamo combattere è fatta di preghiera e di solidarietà, perché Cristo Risorto ci ha dimostrato che la vita è più forte della morte, il bene è più forte del male, l’amore è più forte dell’odio, la verità è più forte della menzogna, la pace è più forte della guerra. In questi giorni, con fede e con gioia, la Chiesa canta: Surrexit Christus, spes mea! Sì, Cristo è risorto e con Lui è risorta la nostra speranza, una speranza di vita e di pace. Auguro a tutti una buona e santa Pasqua nella luce radiosa del Signore Risorto!