Messaggio al mondo del lavoro
1° maggio 2022
Avevamo da poco iniziato a guardare il futuro con serenità e speranza, sia per la prevista fine dell’emergenza Covid che per la conclamata ripresa della crescita della produzione e dei consumi.
Certo, permanevano i problemi strutturali che da tempo affliggono la società italiana (tra tutti, l’emergenza demografica, la lotta alle povertà, le disuguaglianze territoriali), ma la ritrovata (almeno di facciata) unità nazionale e gli obiettivi declinati dal Pnrr stavano prospettando un percorso virtuoso per affrontare tali problematiche.
Improvvisamente, dal 24 febbraio, la società, la politica ed il mondo del lavoro italiani (ed europei) si sono ritrovati immersi in una situazione di totale incertezza e devono ripensare agli scenari futuri, alle decisioni da prendere ed a rivedere in negativo le precedenti previsioni di crescita.
Soprattutto, ci ritroviamo a ripensare ai valori base di libertà, di rispetto della vita umana, alla dicotomia tra la guerra e la pace, tra la verità e le fake news. Non eravamo preparati a tutto questo. Ha detto Papa Francesco: “La tragedia della guerra che si sta consumando nel cuore dell’Europa ci lascia attoniti; mai avremmo pensato di rivedere simili scene che ricordano i grandi conflitti bellici del secolo scorso” [1].
Le criticità evidenziate già con il Covid (catene produttive troppo lunghe, mancato controllo diretto di molti prodotti strategici, mancata tutela dei cd. “lavori poveri” …) dovranno ora venir affrontate in un contesto internazionale di forte tensione, tenendo conto di una inflazione tornata ai valori di decenni fa e della storica carenza di fonti energetiche, gas in particolare, che dipende in grande parte dalle forniture estere.
Questa criticità si evidenzia sia in termini di quantità di gas, che potrà mettere in crisi tutte le imprese a grande utilizzo di energia, sia in termini di costo, e questo, come già sta avvenendo, mette in crisi le aziende, piccole ed artigiane in particolare, le famiglie e tutti gli utilizzatori “collettivi”, parrocchie e associazioni di ogni tipo. Sappiamo bene quanto parrocchie e associazioni siano importanti per l’azione di supplenza nei servizi alle
persone e alle famiglie. Inoltre, va ricordato come tali strutture saranno ancor più impegnate nell’azione di accoglienza e assistenza dei profughi provenienti dall’Ucraina, impegno di cui non è al momento prevedibile né l’intensità né la durata. E non dimentichiamo che la pandemia, lungi dall’esser sconfitta, è ancora tra noi ed insidia i più fragili ed i non vaccinati, e condiziona ancora l’attività produttiva.
Tale scenario non può comunque mettere in secondo piano alcuni aspetti, nazionali e locali, che devono venir richiamati in occasione della Festa del Lavoro.
Innanzitutto, ricordiamo che il mondo del lavoro è afflitto da un “macigno”, la cui eliminazione sembra impossibile: parliamo delle “morti bianche” (1.221 infortuni mortali nel 2021) ed in generale degli incidenti sul lavoro.
Nonostante gli interventi normativi, il fenomeno permane, segno che la sensibilizzazione deve iniziare fin dal periodo scolastico e lavorare soprattutto sui comportamenti e sul far diventare la sicurezza un “valore” condiviso. Ancora, come accennato la situazione post Covid ha accentuato le situazioni di fragilità, individuale e personale, e di disagio sociale [2]. Non sono estranee a tali situazioni la “fuga” nelle dipendenze (alcool e droga) o l’esplosione di violenza giovanile.
Il rapporto Oxfam 2021 segnala che “Non solo il nostro sistema economico si è trovato impreparato a tutelare i diritti delle persone più vulnerabili ed emarginate quando la pandemia ha colpito; ma ha attivamente favorito coloro che sono già estremamente facoltosi”.
Quindi non solo l’ascensore sociale (già da anni) ha smesso di funzionare, ma anche la “forbice sociale” si è aperta accentuando le disuguaglianze e le differenze tra “garantiti” e “non garantiti”. A livello locale, la ormai storica bassa presenza industriale (10% del Pil del territorio) accentua l’incidenza dei fattori nazionali, in particolare per l’elevata età media della popolazione e la progressiva riduzione di popolazione. Il primo elemento spiega la tendenza al rifiuto delle novità (vedi insediamento potenziale del nuovo laminatoio in area Noghere), l’altro condiziona la disponibilità delle figure professionali ricercate dalle aziende locali. Segnali di sviluppo arrivano dal previsto nuovo stabilimento Bat, che sta iniziando le selezioni per l’assunzione, e dagli investimenti provenienti dal Pnrr per il nuovo laminatoio in area Ferriera e quelli in ambito portuale.
È proprio la realtà portuale di Trieste l’aspetto maggiormente positivo, anche nel ruolo di porto “multi polare” a servizio di tutta l’industria regionale. Per quanto riguarda le potenzialità connesse al recupero del Porto Vecchio, siamo ancora su un arco temporale medio-lungo. L’elevata incidenza di servizi e commercio subisce invece l’effetto dei due anni di pandemia: come segnala la Caritas, al netto dell’incidenza dei migranti, la presenza di residenti tra 18 e 34 anni (cd. giovani adulti) tra gli accessi dei servizi alla persona si è incrementata di ben il 16%. “… i giovani già disoccupati prima della pandemia e lavoratori stagionali e precari che hanno perso il lavoro … sta mostrando una più evidente fragilità rispetto al passato”.
In occasione del 1° maggio 2022 la Commissione Diocesana “Caritas in Veritate” per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace e la Custodia del Creato vuole fare proprio l’appello di Papa Francesco:“Si depongano le armi! Si inizi una tregua pasquale; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?” [3].
Si torni a “lavorare” per la “vita”, a favore delle persone, delle famiglie, dell’umanità!
Commissione Diocesana “Caritas in Veritate”
per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace e la Custodia del Creato
Note
[1] Papa Francesco,
Messaggio in occasione delle Giornate Sociali Cattoliche Europee (Bratislava, 17-20 marzo 2022)
[2] Tema evidenziato con fermezza dal Presidente Mattarella in uno dei suoi ultimi interventi prima della riconferma e nel discorso di insediamento
[3] Papa Francesco,
Angelus, Domenica delle Palme e della Passione del Signore, 10 aprile 2022