DIOCESI DI TRIESTE
CON MARIA, MADRE E REGINA
✠ Giampaolo Crepaldi
Monte Grisa, 13 maggio 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!
1. Siamo riuniti nel santuario di Monte Grisa per venerare devotamente la Vergine Maria, nostra Madre e nostra Regina, con la bella e ormai consolidata tradizione di ritrovarci il 13 dei mesi da maggio a ottobre in ricordo delle apparizioni di Fatima. In questo momento – reso tanto difficile dalle conseguenze della pandemia sanitaria, dalla guerra in Ucraina nel cuore della nostra Europa, dai mille problemi personali e familiari che quotidianamente ci affliggono – tutti avvertiamo il bisogno di rifugiarci tra le braccia della Madre celeste. Lo fece anche san Giovanni Paolo II in occasione del suo pellegrinaggio in quel luogo santo nell’anno giubilare del 2000 per beatificare Francesco e Giacinta. Nel commento che ne fece successivamente meditò sul messaggio di speranza e di pace che la Madonna di Fatima gli aveva ispirato. Queste le sue parole: “Da Fatima si diffonde su tutto il mondo un messaggio di conversione e di speranza, un messaggio che, in conformità con la rivelazione cristiana, è profondamente inserito nella storia. Esso, a partire proprio dalle esperienze vissute, invita i credenti a pregare assiduamente per la pace nel mondo e a fare penitenza per aprire i cuori alla conversione. È questo il genuino Vangelo di Cristo riproposto alla nostra generazione particolarmente provata dagli eventi passati. L’appello che Dio ci ha fatto giungere mediante la Vergine Santa conserva intatta ancor oggi la sua attualità” (Udienza Generale, 17 maggio 2000).
2. Carissimi fratelli e sorelle, anche a noi capita sempre più che la bisaccia del nostro cammino sia vuota del bene essenziale della speranza, e ci scopriamo smarriti e incapaci di dare una direzione sicura al cammino della nostra esistenza. Pieni di cose, ma con il cuore vuoto, assillati dagli eventi, ma resi poveri dall’incapacità di dare ad essi un significato, costretti ad andare avanti, ma senza sapere dove andare. Una crisi di speranza che ci fa camminare sulle strade della nostra storia personale e collettiva non come pellegrini protesi a raggiungere una meta, ma come erranti che vagano, incuranti delle indicazioni di marcia. Di fronte a questa situazione cosa fare? Vorrei questa sera ci facessimo apostoli di una precisa richiesta che la Madonna fece a Suor Lucia nell’apparizione del 10 dicembre 1925: la devozione dei primi cinque sabati del mese. Queste le parole: “Guarda, figlia mia, il Mio Cuore coronato di spine che gli uomini ingrati a ogni momento Mi conficcano, con bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarMi, e di’ che tutti quelli che per cinque mesi, nel primo sabato, si confesseranno ricevendo poi la santa Comunione, diranno un rosario, e Mi faranno 15 minuti di compagnia meditando sui 15 misteri del rosario, coll’intenzione di darMi sollievo, lo prometto di assisterli, nell’ora della morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza di queste anime”. Confessione, comunione, rosario, compagnia al Cuore Immacolato di Maria: questa la strada per riprendere in mano le nostre vite e quella del mondo nel segno della speranza e della pace.