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Ai membri dell’Ordine Costantiniano

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


AI MEMBRI DELL'ORDINE COSTANTINIANO


✠ Giampaolo Crepaldi


Trieste, Cattedrale di San Giusto, 14 maggio 2022



Distinte autorità, cari amici dell'Ordine Costantiniano, fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      Sono particolarmente lieto di accogliere nella Cattedrale di san Giusto i componenti del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, che oggi ha solennemente aggregato alcuni nuovi membri. Questa cerimonia è stata poi opportunamente pensata nel contesto del centenario della morte del beato Carlo I d'Austria che, come sappiamo, resse le sorti dell'impero austro-ungarico dal 1916, nel mezzo della prima guerra mondiale. In genere, quanto pensiamo a un politico difficilmente lo associamo alla santità. Eppure, l'imperatore Carlo I è un'eccezione e la Chiesa ce lo propone come beato per aver vissuto con eroica testimonianza la sua fedele adesione a Gesù Cristo e al suo Vangelo. In mezzo alla bufera della prima guerra mondiale, fu politico di pace. Nel 1914, quando ebbe avvio la guerra, alla folla che si era ritrovata nella piazza antistante il palazzo di Hetzendorff per inneggiare alla guerra, il futuro Imperatore pronunciò queste parole: “Tutti coloro che mi conoscono, sanno quanto amo l’Austria e l’Ungheria. Non posso ritirarmi nei momenti di bisogno. Coloro che mi conoscono sanno anche che sono un soldato ed allenato quindi alla guerra. Nondimeno, come alcuni possano auspicare la guerra, e con tanto fervore, io semplicemente non lo posso concepire. La guerra, dopo tutto, è qualcosa di spaventoso”. Poi, in mezzo alla sventura di politico sconfitto, fu uomo di Dio. Commovente il racconto che il figlio fece degli ultimi istanti di vita del padre: "Mio padre aprì gli occhi e guardò con amore Gesù nell'Eucaristia. L'ho sentito pregare ancora nei suoi ultimi istanti. Non smetteva di ripetere Gesù mio misericordia. L'ho sentito dire Gesù mio vieni. Ha pronunciato in un ultimo sospiro il nome di Gesù, e si è abbandonato nelle braccia di mia madre. Abbiamo davvero pensato che stavamo assistendo alla morte di un santo".

2.         Carissimi, tutti voi componenti l'Ordine potete trovare nel beato Carlo I un esempio mirabile di vita. La prima esemplare indicazione che ci offre è quella di praticare semplicemente i propri doveri cristiani. Infatti, nel 1917, durante una conversazione con il conte Polzer-Hoditz, il beato gli confidò: “Come Imperatore devo essere di buon esempio. Se ognuno praticasse semplicemente i suoi doveri cristiani, non ci sarebbe tanto odio e miseria in questo mondo”. Questo suo alto senso del dovere, esercitato nell'orizzonte della fede - fede creduta fermamente e testimoniata fino alla fine - lo manifestò nel momento della sua incoronazione, avvenuta in Ungheria. L'imperatrice Zita - per lei fu marito devoto e per i figli un padre tenerissimo - 50 anni dopo la sua morte, ricordò con queste significative parole l'evento: “La cosa che più mi colpì di tutta la cerimonia, fu la commovente parte liturgica, soprattutto i voti presi dal Re davanti all’altare prima della sua consacrazione ovvero di preservare la giustizia e lottare per la pace. Questa sacra promessa data nella cattedrale era esattamente il programma politico che egli intendeva portare avanti”. In definitiva, il beato Carlo I ci invita ad essere cristiani a tutto tondo. A rendere particolarmente esemplare la sua testimonianza cristiana sono i suoi ultimi mesi di vita. Giunto nell'isola di Madera - dopo aver perso patria, impero e trono - intensificò la sua preghiera e l'offerta della sua vita al Signore convinto che Dio volesse proprio la sua vita come ultimo sacrificio per la salvezza del suo popolo. Cristiano che nutriva la sua anima con la partecipazione quotidiana alla Santa Messa dove univa il suo al Sacrificio del Signore Gesù, l'imperatore seppe coniugare, in un ardito e originale intreccio spirituale, la sua comunione con il Signore e l'esercizio dei suoi gravosi doveri. Era devotissimo della Madonna e, a Madera, la Chiesa che più amava era quella di Nossa Senhora do Monte. Una volta, parlando con sua moglie mentre la Chiesa si vedeva in lontananza, affermò che Dio chiedeva la sua vita per il bene del proprio popolo. Poco tempo dopo, Dio esaudì il suo voto. A noi resta la grazia di una testimonianza cristiana luminosa e l'opportunità di aprirgli il nostro cuore nel gesto confidente dell'invocazione.