DIOCESI DI TRIESTE
VENERABILE EGIDIO BULLESI
25° riconoscimento delle virtù
✠ Giampaolo Crepaldi
Grado, Basilica di Sant’Eufemia, 9 luglio 2022
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!
1. Con questa santa Eucaristia celebriamo, con devozione e gratitudine, il 25° anniversario del riconoscimento, avvenuto nel 1997 da parte della Chiesa, dell’eroicità nella pratica delle virtù del venerabile Egidio Bullesi. Nel tempo sono andati crescendo attorno alla sua amata figura di cristiano tanti estimatori e discepoli, che hanno trovato in lui una convincente e vigorosa testimonianza cristiana, accompagnata dal profumo fresco e inebriante del Vangelo di Gesù. Sono veramente molti gli aspetti della vita di questo giovane che attirano la nostra attenzione, sollecitando anche la nostra devozione e, soprattutto, l’accoglienza dei suoi insegnamenti. Nacque nel 1905 e morì nel 1929: una vita breve, ventiquattro anni, vissuta in un periodo storico complicato e ostile, ma interamente segnata da una scelta di fondo: quella di essere tutto di Dio, quella di fare tutto per Dio. È in questa singolare prospettiva spirituale che possiamo compendiare la vita del venerabile Egidio Bullesi, perché Dio, amato sopra ogni cosa, fu l’energia e la forza che alimentarono la sua breve e giovane esistenza. Scriveva da giovane marinaio: “Con la branda sotto braccio, in alto sulla prua della nave, guardavo il cielo, pensavo a Dio fonte della mia gioia, della mia pace, della mia felicità”.
2. Carissimi fratelli e sorelle, alcuni aspetti della vita del venerabile Bullesi risultano poi particolarmente ricchi di profondi e stimolanti insegnamenti anche per la nostra vita. In primo luogo, ci insegna a vivere seguendo una stella. Da bravo marinaio era solito ripetere: “La mia vita segue una stella”. Di che stella si trattava? Egidio Bullesi guardava costantemente al Vangelo e a Maria, le due stelle della sua vita. Così deve essere anche per noi. In secondo luogo, ci insegna ad affrontare con coraggio e fiducia le avversità della vita. Il nostro Venerabile, ancora bambino, dovette fare i conti con discriminazioni, angherie, fame e disperazione. Eppure non si perse d’animo: cercò lavoro, studiò e, in un contesto sociale torbido e doloroso, riuscì anche a portare Gesù nel posto di lavoro per farlo conoscere e farlo amare. In terzo luogo, ci insegna ad amare la Chiesa con una dedizione apostolica totale. Egli fu tutto preso da un irrefrenabile desiderio di annunciare e testimoniare la fede cristiana; prese parte alle attività del Terz’Ordine francescano e della Conferenza di San Vincenzo; operò come catechista e animatore caritativo; diede vita all’Azione Cattolica, alla Gioventù Cattolica e allo scautismo. Con impareggiabile dedizione, spesso affermava: “Sento che è necessario infiammare i giovani e avviarli all’apostolato”. E aggiungeva: “Si tratta di salvare molte anime di fanciulli: si tratta di orientarle per tutta la vita verso Nostro Signore, verso il suo Cuore. Si tratta di dare all’Italia nostra la giovinezza di domani, forte e pura, colta e pia, si tratta di popolare il Cielo di Santi”.
3. Carissimi fratelli e sorelle, c’è un ultimo aspetto della testimonianza del venerabile Egidio Bullesi che desidero sottolineare, perché rappresenta un invito quanto mai attuale e necessario in questi tempi tristi sia per la Chiesa sia per il mondo. Si tratta della grande lezione che ci lasciò sulla gioia cristiana. Affermava: “Questa vita è tanto bella e quindi perché rattristarci? Allegria, sempre allegri, ma nel Signore. Una allegrezza cioè che derivi dalla buona coscienza, dal dovere sempre compiuto e dall’amore, dall’amicizia con il Signore. Essere sempre felici nel Signore: ecco la nostra allegrezza!”. Queste mirabili parole riecheggiavano la spiritualità di san Francesco, santo amatissimo dal nostro Venerabile. Infatti, il Santo di Assisi, pur nella spogliazione estrema, ormai quasi cieco, poté cantare l’indimenticabile Cantico delle creature, la lode di frate sole, della natura intera, divenuta per lui come trasparente, specchio immacolato della gloria divina, e perfino la gioia davanti alla venuta di sora nostra morte corporale. Quella del venerabile Bullesi è stata una vita intensa, tutta spesa in un gioioso e appassionato slancio di amore per Dio e per il prossimo, ben espressa da questa sua affermazione: “Se vivo, Gesù è la mia felicità. Se muoio, vado a godere il mio Gesù”. Nella devota considerazione della figura del venerabile Egidio Bullesi, vogliamo invocare la Vergine Maria a sostenere, con la sua materna protezione, la nostra volontà di ripercorrere la strada gioiosa della sua esemplare santità di vita.