DIOCESI DI TRIESTE
GEMELLAGGIO DELLE PARROCCHIE DI SAN PIO X
DI ROVIGO E DI TRIESTE
✠ Giampaolo Crepaldi
Riese San Pio X, 12 novembre 2022
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Sono particolarmente lieto e onorato di accogliere nella chiesa di Riese le comunità parrocchiali di Rovigo e di Trieste che hanno in San Pio X – che qui ebbe i suoi natali nel 1835 – il loro patrono e il loro protettore. Come comunità avete deciso di gemellarvi, di coltivare cioè nel tempo legami di conoscenza reciproca, di amicizia e di comunione che vi stimolino, con il supporto dei vostri parroci, a crescere nella adesione a Cristo Signore. Il punto di riferimento ispirativo dovrà essere San Pio X che, anche da Papa, amava presentarsi come un “buon parroco di campagna”. Di fatto, fu un uomo dotato di una singolare levatura morale, che visse tutta la sua esistenza in Dio e con Dio, con un esercizio eroico delle virtù cristiane: l’umiltà, la povertà, la carità e la fiducia nella Provvidenza che gli garantiva la serenità interiore. Instaurare omnia in Christo: questo il motto di san Pio X, che fu anche il suo programma riformatore che attuò con la forza e la costanza che gli erano proprie. Riformò la Curia Romana, liberandola da pesantezze obsolete; fece redigere un nuovo Codice di Diritto Canonico, per dare ordine alla vita della Chiesa; aprì ai bambini le porte della Comunione, per far gustare fin da subito la grazia e la gioia del vivere in unione a Cristo; mise mano alle celebrazioni liturgiche togliendo dal Messale tante cose inutili e fornendo una connotazione più sacra al canto e alla musica; istituì l’obbligo del catechismo per i piccoli e i grandi e che da lui si chiamò “Catechismo di Pio X”.
2. Carissimi fratelli e sorelle, quello di san Pio X fu un programma che mantiene ancora il suo vigore profetico, capace di impegnare la Chiesa di oggi a percorrere la strada esigente, ma necessaria della fede celebrata, della fede annunciata, della fede testimoniata. Nei 25 anni trascorsi a Roma, quando capitavo nella Basilica di san Pietro, il cuore mi portava all’altare dove si trova l’urna con il corpo di san Pio X. Andavo là perché la comune origine veneta me lo faceva sentire vicino e familiare; andavo là per pregarlo quando i problemi e le difficoltà erano in crescita e non sapevo che strada prendere; andavo là per far tesoro dei suoi insegnamenti e della sua vita santa. Sappiamo dalla sua biografia che, ancora vivo, molti lo indicavano come “Papa Santo”, perché si diceva che bastava toccare i suoi abiti per essere guariti. Lui, con il sorriso bonario e arguto del veneto, si scherniva con queste parole: “Mi chiamo Sarto non Santo”. Eppure, è la sua esemplare santità che ci impegna a far nostro, sul piano personale e comunitario, il suo motto: Instaurare omnia in Christo. La santità è tutta qui: essere di Cristo, essere con Cristo, essere per Cristo. Ecco, care comunità cristiane di Rovigo e Trieste il programma per dare spessore e valore a un gemellaggio nel nome e nella memoria, viva e vivificante, del grande Papa san Pio X. Lui morì nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1914, mentre sull’Europa si addensavano le nubi minacciose della Prima Guerra Mondiale, angosciato dalla prospettiva di quello che in dialetto veneto definiva el guerron. Qui raccolti in preghiera attorno all’altare eucaristico, vogliamo chiedere a san Pio X la grazia della pace per i popoli della Russia e dell’Ucraina, per l’Europa e per la nostra Italia.