CARITAS DIOCESANA DI TRIESTE
Report in occasione della VI Giornata mondiale dei Poveri
Il 13 novembre si è celebrata la VI Giornata Mondiale dei Poveri, una “sana provocazione”, come dice papa Francesco, “per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente”. La Giornata è stata istituita nel 2016 da papa Francesco a conclusione del Giubileo Straordinario della Misericordia. Il tema scelto dal Papa per la Giornata del 2022 si focalizza intorno al versetto “Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9), parole che l’apostolo Paolo rivolge ai primi cristiani di Corinto, invitandoli a tenere lo sguardo fisso su Gesù. Gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni avevano sollecitato la comunità di Corinto ad aiutare i poveri. In un momento in cui peraltro imperversava la carestia, l’Apostolo Paolo chiese di organizzare una colletta per i poveri, ogni primo giorno della settimana (come avviene ancora oggi durante le Sante Messe), affinché tutti potessero disporre almeno del necessario. La comunità di Corinto si dimostrò particolarmente generosa e solerte ma con il passare del tempo, l’entusiasmo scemò e l’Apostolo Paolo scrisse alla comunità “perché, come vi fu la prontezza del volere, così vi sia anche il compimento, secondo i vostri mezzi” (2Cor 8,11). Allo stesso modo il Papa oggi incoraggia le famiglie, le comunità e i popoli che hanno accolto le persone e le famiglie in difficoltà, a continuare l’opera intrapresa, nonostante i problemi dovuti al determinarsi di situazioni che vanno oltre l’emergenza e afferma “è questo il momento di non cedere e di rinnovare la motivazione iniziale”.
La Giornata Mondiale dei Poveri è uno sprone alla Chiesa ad “uscire” per incontrare le povertà nelle diverse accezioni con cui essa si manifesta nel mondo contemporaneo.
Papa Francesco individua due tipi di povertà: la povertà che uccide e la povertà che libera.
La povertà che uccide è la miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È imposta dalla cultura dello scarto e non concede prospettive né vie d’uscita. “La povertà che libera risiede nell’amore vicendevole che ci fa portare i pesi gli uni degli altri affinché nessuno sia abbandonato o escluso. Scaturisce dall’incontro e dalla relazione.
In questa occasione, con l’intento di favorire la riflessione collettiva su alcuni aspetti legati alla povertà a Trieste, la Caritas Diocesana, grazie alla presenza dei servizi sul territorio, propone uno sguardo su alcuni dati significativi e indicativi di particolari tendenze, per raccontare uno spaccato di tante storie di povertà incontrate dalla Caritas. I dati fanno riferimento all’anno 2021, in alcuni casi sono stati evidenziati degli aggiornamenti sui dati del 2022.
Nel 2021 la Caritas di Trieste ha supportato oltre 5.000 persone tra residenti e richiedenti protezione internazionale.
Il Centro di Ascolto della Caritas Diocesana ha l’obiettivo di ascoltare, accompagnare e sostenere persone che si trovano in situazione di povertà. Nel 2021 le persone ascoltate sono state 794 mentre nel 2022, prendendo in considerazione solo il periodo tra gennaio e settembre, si registra un aumento dei beneficiari che sono stati 832. Parte di tale incremento è da imputare al flusso di persone sfollate a causa dello scoppio della guerra in Ucraina.
Tra le persone ascoltate si nota una tendenza in aumento della presenza di over 55 anni che nel 2021 sono state 329 (il 41%) mentre nei primi 9 mesi del 2022 sono stati 345. Si tratta per lo più di persone che non riescono a rientrare nel mercato del lavoro in modo stabile e continuativo oppure di chi ne è uscito ma la pensione non gli consente di condurre una vita dignitosa. In particolare per la fascia 55-67 anni in povertà, appare la condizione di chi può essere coinvolto da una sorta di “invecchiamento precoce” nel senso che le condizioni socio-economico, talvolta anche sanitarie, le rendono equiparabili a quelle di chi è già anziano di fatto. Qualche segnale, forse, di un fenomeno a cui si comincia a prestare attenzione a livello europeo, il premature aging, che coinvolge prevalentemente le persone senza dimora.
Il 48% delle persone che si sono rivolte al Centro d’Ascolto sono in povertà cronica (da almeno 5 anni si rivolgono al servizio) o in povertà intermittente nel senso che in alcuni periodi della loro vita riescono ad uscire dalla situazione di disagio, magari perché trovano un lavoro, ma restano comunque sulla soglia, così basta poco, anche piccoli eventi (ad es. problema di salute, la perdita del lavoro, ecc.) per rientrare in povertà. Tra queste persone ci sono anche coloro i quali vivono in povertà intergenerazionale ovvero in una situazione di trasmissione della povertà da una generazione all’altra.
Dai dati di Caritas Italiana emerge che in media 6 beneficiari su 10 sono in povertà ereditaria, nel Nord Est 5,3 su 10.
La crisi energetica iniziata alla fine del 2021 e acuitasi a causa della guerra in Ucraina ha comportato l’aumento dei prezzi delle materie prime e l’aumento dell’inflazione. I costi di elettricità, gas, acqua stanno richiedendo sacrifici economici a tutte le famiglie, tuttavia per chi vive condizioni di disagio socio-economico, il rischio è che i costi diventino insostenibili. La Caritas di Trieste da sempre attenta alla povertà energetica tramite i servizi erogati dal Centro di Ascolto, da gennaio 2022 e sino ad oggi ha erogato 37.896 euro per pagare le bollette delle persone e delle famiglie in situazione di disagio.
Circa 850 i minori inseriti nei nuclei familiari supportati dalla Caritas di Trieste tra residenti e richiedenti protezione internazionale
Tra i minori residenti supportati dal Centro di Ascolto il 74% ha un’età compresa tra 0 e 14 anni e il 43% include bambini da 0 a 4 anni. In Italia coinvolge 1,4 milioni di bambini che vivono in povertà assoluta, e sebbene in Friuli Venezia Giulia il fenomeno sia storicamente più contenuto, i numeri sono importanti. La povertà minorile è strettamente connessa alla povertà educativa: i bambini esposti alla povertà educativa saranno gli adulti che avranno maggiori difficoltà ad acquisire capacità critiche e cognitive per muoversi nella complessità del mondo contemporaneo, per esercitare i diritti, per orientarsi nelle scelte di vita verso il futuro.
L’incidenza della povertà degli anziani sembra crescere nei nostri servizi. Nel 2021 le persone anziane che hanno chiesto supporto al Centro di Ascolto erano 161 mentre nel periodo compreso tra gennaio e settembre del 2022 queste sono state 137, con oltre 250 accessi.
Nel 2021 gli anziani che si sono rivolti al Centro di Ascolto hanno prevalentemente problemi di natura economica (reddito insufficiente, indebitamento) frequentemente associati a problemi di salute. Gli interventi richiesti sono stati mirati al pagamento di morosità per utenze (66%) e per affitti (32,8%).
Trieste è una città che ha storicamente una presenza capillare di servizi per i cittadini più anziani, la presenza nei nostri servizi registra una povertà nascosta, non sempre intercettata di persone al limite della sussistenza.
Contro la povertà alimentare, l’Emporio della Solidarietà è il servizio Caritas che meglio supporta le persone che vivono questa particolare forma di disagio. Nel 2021 sono 966 le persone che hanno avuto accesso all’Emporio. In particolare, si pone in evidenza la presenza di 159 nuclei familiari con figli minori. Gli under 18 sostenuti sono stati 291. Inoltre, circa 74 persone sono persone disabili.
Nel 2022 nel periodo compreso tra gennaio fino ad oggi, 959 persone si sono rivolte all’Emporio della Solidarietà, dati che sembrano confermare il trend dell’anno precedente.
Sul fronte della lotta allo spreco, nel 2021 la Caritas ha effettuato 1.039 ritiri di eccedenze di magazzino e prodotti in scadenza presso aziende della Grande Distribuzione Organizzata oltre che alberghi e ristoranti per un totale di 23.932 kg da ridistribuire tramite l’Emporio.
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha visto la Caritas di Trieste in prima linea sia nell’accoglienza dei profughi che nel sostegno per i bisogni di quanti risultano accolti presso parenti, amici e famiglie triestine che si sono rese disponibili.
La Caritas di Trieste ha accolto 268 persone, 182 femmine e 86 maschi, in prevalenza donne con bambini che sono fuggiti dal teatro di guerra spesso senza i padri e i mariti costretti a rimanere in patria. Il Centro di Ascolto diocesano ha sostenuto 213 nuclei familiari che non erano inseriti nel sistema di accoglienza predisposto dallo Stato, persone che hanno preferito essere ospitate da amici o parenti già residenti in Italia.
In questi ultimi mesi si registra il rientro in patria di molti nuclei familiari mentre coloro i quali si sono fermati sul territorio hanno iniziato il percorso di integrazione dal punto di vista lavorativo, abitativo, scolastico, ecc.
Vera Pellegrino