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Te Deum di ringraziamento

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


TE DEUM


✠ Giampaolo Crepaldi


Parrocchia Beata Vergine del Soccorso, 31 dicembre 2022



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      Al termine di questa santa Eucaristia, conteremo il Te Deum per ringraziare Gesù Cristo dei benefici che ci ha concesso durante l’anno 2022 che sta per chiudersi e per invocarlo di riservarci il suo provvidente amore anche per il 2023. Lo canteremo perché crediamo fermamente che Lui è il Signore del tempo: con la sua incarnazione e risurrezione, infatti, si è posto al cuore del tempo, dando ad esso un senso nuovo. In questa ottica, tutto il tempo è tempo del Signore e il tempo che ci è concesso va vissuto per Cristo, con Cristo e in Cristo: nell'ascolto della sua Parola; nella condivisione della sua presenza nell’Eucaristia; nella comunione tra noi come fratelli e sorelle; nell’incontro caritatevole con il povero e con chi soffre. Soprattutto, vogliamo cantare il nostro Te Deum per ringraziare Gesù Cristo che, con l’assunzione della carne umana, ha reso possibile che l’eterno giunga tra noi e che noi troviamo sempre aperta la porta d’accesso all’eterno.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, questa sera vogliamo cantare il nostro Te Deum anche per le innumerevoli grazie che il Signore Gesù ha concesso alla nostra Chiesa tergestina. Ricordo qui, in particolare, le numerose ordinazioni presbiterali e diaconali che ho presieduto e che hanno arricchito la nostra Diocesi di giovani consacrati, volenterosi di servire con tutta la loro vita il Vangelo. Ricordo anche l’impegno generoso profuso dalla nostra Diocesi nell’avviare e nel proseguire il cammino sinodale, voluto da Papa Francesco e dalla Conferenza Episcopale Italiana, per rendere il nostro vivere cristiano più attento allo stile della comunione, della partecipazione e della missione. A questo capitolo straordinario della vita pastorale diocesana aggiungo il servizio quotidiano di catechesi e di formazione messo in atto verso i ragazzi e i giovani, pur nelle sue difficili implicazioni dovute alla dolorosa esperienza del Covid-19. Ricordo anche il diuturno impegno della nostra Chiesa sul fronte caritativo, tramite la Caritas diocesana, le Caritas parrocchiali, le San Vincenzo, i loro generosissimi operatori e volontari, per venire incontro alle pressanti e crescenti situazioni di povertà e di bisogno.

3.         Carissimi fratelli e sorelle, questa sera vogliamo anche cantare il nostro Te Deum per gli innumerevoli benefici che il Signore ha concesso alla nostra Trieste che, pur in una congiuntura nazionale e internazionale molto complessa e difficile, sta riuscendo a disegnare, con lungimiranza, il suo futuro ricco di promettente sviluppo. Tutto questo va portato avanti in un clima di concordia istituzionale, nella salvaguardia del valore del lavoro, nella coltivazione dello spirito di servizio per la nostra Città. Essa, soprattutto nella disastrosa situazione di guerra in Ucraina e di pericolosa instabilità nei Balcani, ha il dovere di far valere la sua vocazione di Città della pace, della riconciliazione e del dialogo tra i popoli. Le preannunciate iniziative in questa direzione, la dovranno vedere protagonista nel delineare cammini di pace per l’est dell’Europa. Trieste, nel cosiddetto secolo breve, ha imparato sulla propria carne cosa siano gli orrori della guerra; per questo la pace fa parte del suo Dna civile, culturale e politico. In questo salutare orizzonte, unisco al Te Deum anche la mia umile voce per ringraziare il Signore di questi intensi tredici anni di episcopato in questa meravigliosa e unica Città.

4.         Carissimi fratelli e sorelle, pur con il cuore pieno di dolore e di tristezza, vogliamo cantare il nostro Te Deum per il dono che il Signore ha fatto alla Chiesa universale e al mondo intero con Benedetto XVI, che ci ha lasciato proprio in questo ultimo giorno dell’anno. Nella sua vita di cristiano, di sacerdote, di vescovo e di papa è stato sempre il servo fedele, che il padrone, di ritorno dalle nozze, ha trovato sveglio e pronto (cf. Lc 12,36-38); è stato il pastore che ha servito la Chiesa assicurando al gregge di Cristo le cure necessarie; è stato il testimone del Vangelo che ha dato prova di operosa vigilanza e di generosa dedizione alla causa del Regno di Dio. Ora, la sua anima è nelle mani di Dio” (cf. Sap 3,1) ed è nella pace. Il doloroso distacco dalla sua cara e amata figura è illuminato dalla speranza dell’immortalità: “Ai tuoi occhi la vita non è tolta ma trasformata – ricorda la liturgia –; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel Cielo” (Prefazio dei defunti). Carissimi, mentre va a chiudersi l'anno 2022, affidiamo alla materna protezione della Madonna il nuovo anno 2023: voglia concederci la grazia di viverlo nella tranquillità e nella pace.