DIOCESI DI TRIESTE
DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE
✠ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 2 aprile 2023
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!
1. Con questa celebrazione prende avvio la Settimana Santa, la settimana più importante dell’anno liturgico, che ci dona quanto di più prezioso esista: la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Poco fa, nella chiesa di Montuzza, abbiamo benedetto i rami di ulivo e, con la processione fino alla Cattedrale, abbiamo ricordato il solenne ingresso di Gesù a Gerusalemme, dove compì un’azione simbolica attraverso la quale Egli dichiarò pubblicamente di essere quel Re-Messia che il popolo attendeva. I gesti furono inequivocabili: Egli era stato fatto salire sopra un asino ed acclamato, come era accaduto nella proclamazione del re Salomone (cf 1Re 1,33-35); si stesero i mantelli sulla strada come si usava fare per l’accoglienza di un nuovo re (cf 2Re 9,19); la folla dei discepoli lo acclamava: benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore (Lc 19,38). Anche noi, con la processione da Montuzza alla Cattedrale, abbiamo proclamato la nostra fede nella regalità di Cristo, abbiamo espresso l'intima convinzione che solo incontrando la persona di Cristo raggiungiamo una pienezza di essere che dà senso ad ogni dimensione della vita.
2. Carissimi fratelli e sorelle, i racconti evangelici ci informano che le stesse persone che gridavano: Osanna!, qualche giorno dopo diranno: Toglilo di mezzo! (Lc 23,18); Crocifiggilo! (Lc 23,21). Pochissimi restarono al fianco di Gesù nelle ultime ore della sua vita: alcune donne, la Madre Maria, Simone di Cirene, il buon ladrone, Giuseppe d’Arimatea. Nessuno dei Dodici, tranne il discepolo amato. Pietro, come sappiamo, ebbe paura e rinnegò il Maestro per ben tre volte. La situazione può ripetersi anche oggi, quando ci allontaniamo da Cristo e lo dimentichiamo. Ma, lontani e dimentichi da Cristo non andiamo da nessuna parte, perché solo Lui è la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’egoismo, del dono sul possesso, del senso sull’assurdo, della verità sull’errore. Sì, Lui è il Signore che ha vinto ed ha ridonato ad ognuno di noi la propria dignità, perché ogni potenza di menzogna è distrutta dalla sua morte. Lasciamo che Cristo eserciti la sua signoria nelle nostre persone e famiglie, nelle nostre case, negli ospedali, nelle istituzioni pubbliche, nelle università, nei luoghi del lavoro. Solo in e con Lui rifiorirà in noi la speranza e la gioia!