DIOCESI DI TRIESTE
Incontro con i decanati
in occasione dell’elezione dei rappresentanti nel consiglio pastorale diocesano
✠ Enrico Trevisi
Cari fratelli e sorelle,
Amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre
1. Gesù ci ha affidato una missione. Siamo dei chiamati, dei discepoli-missionari. Non possiamo sottrarci alla chiamata del Signore. Tradiremmo la nostra identità. Siamo tutti responsabili di questa missione. A vario modo. Tutti inadeguati, tutti preziosi perché tutti scelti dal Signore, nella varietà di vocazioni e di carismi. Ministri ordinati, religiosi, laici… tutti complicati. Tutti che sanno reciprocamente aiutarsi per rinnovare l’entusiasmo della missione.
2. La missione è grande: arrivare fino agli estremi confini del mondo, dell’umanità ferita, che è quella delle nostre famiglie spesso conflittuali, delle nostre comunità invecchiate, della chiesa che rischia di apparire una comunità desueta e anacronistica, dei giovani che non conoscono Gesù e si intristiscono pensando ad un futuro tetro e con minori opportunità del presente. La missione è grande ma se contemplo i tanti carismi di ordini religiosi e di associazioni e movimenti e di parrocchie piccole e grandi (con la loro popolarità e il loro desiderio di cura dei tanti piccoli e fragili)… ringrazio il Signore per la ricchezza con cui ha guardato a Trieste.
3. Pellegrini di speranza è il tema del prossimo Giubileo 2025. Ma siamo testimoni di speranza? o anche noi ci abbandoniamo alle litanie degli scoraggiati, dei nostalgici pessimisti, degli aggressivi che devono sempre condannare tutto e tutti? Animati dallo Spirito, tutti testimoni di quel Gesù che è il fondamento della nostra speranza. Questa è la nostra preghiera, la nostra supplica: essere pellegrini di speranza, capaci di infondere speranza agli uomini e donne del nostro tempo, perché possano fare un’esperienza diversa della Chiesa e dell’amore di Dio che essa fa trasparire.
4. Partecipare è il motivo che ritorna continuamente sia nel cammino sinodale che nella preparazione alla Settimana sociale dei cattolici. E io faccio il mendicante di persone: perché ci siano tante persone che non stiano alla finestra a giudicare, a condannare (questo lo sanno fare tutti) ma che si tirano su le maniche e sanno partecipare alla vita della Chiesa e della città. Abbiamo bisogno dell’apporto di tutti: dei forti e dei deboli, degli anziani e dei giovani, delle donne e degli uomini, dei cristiani di lingua slovena e di quelli di lingua italiana come di quelli di altre comunità linguistiche. Ogni nostra attività dovrà sempre avere una passione missionaria, di annuncio evangelico.
5. Lo ripeto sono mendicante, bisognoso dell’apporto di tutti: anche tu anziano non tirarti indietro! Abbiamo bisogno della tua saggezza e della tua comprensione, della tua pazienza e della tua preghiera. Ma anche del tuo tempo con il quale fare compagnia ad altri che si sentono soli. Aiutate le nostre comunità a darsi tempo per chi rischia di sentirsi ai margini, superato dagli imperativi dell’efficienza e della fretta.
6. Abbiamo bisogno di voi famiglie. So che spesso siete affaticate dai ritmi del lavoro e della cura (dei piccoli come dei malati e degli anziani). Ma portate dentro la Chiesa la vostra fatica e la vostra speranza. Aiutate la Chiesa ad essere generativa e feconda, per mezzo dello Spirito, senza smarrirsi in ciò che è semplicemente sterile ma che ripetiamo confondendo l’autentica tradizione con un folclore che sa di stantio, di superato.
7. Abbiamo bisogno di giovani che sanno evangelizzare i giovani, con linguaggi comprensibili, con la passione di chi ha trovato il tesoro dell’amore di Dio; di chi sa che non ha capito tutto, riconosce la propria fragilità ma è proprio per questo che si appoggia su un amore che non tradisce e non viene mai meno: quello di Gesù. Abbiamo bisogno di giovani come Carlo Acutis, come Piergiorgio Frassati, come Chiara Luce Badano, come Chiara Corbella Petrillo… e tanti altri.
8. Abbiamo bisogno di laici competenti, in tutti gli ambiti professionali, per saper inscrivere la misericordia di Dio ma anche la luce di verità che promana il Cristo nelle varie complessità della vita. Abbiamo bisogno di laici che stanno nelle frontiere dei social ma con stile evangelico; di laici che sanno prendersi cura delle vite fragili dal concepimento alla morte naturale; di laici che sanno impegnarsi nelle vicende del lavoro, della politica, delle povertà di cui farsi carico. Abbiamo bisogno anche di laici competenti e onesti che sanno amministrare i beni della Chiesa, perché anche su questo fronte siamo in grosse difficoltà.
9. Abbiamo bisogno di persone che si formano nelle varie spiritualità di parrocchie, associazioni, movimenti e comunità neocatecumenali, che ad esse attingono come a fonti preziose ma che poi sanno anche contribuire insieme al bene di tutti, sostenendo il discernimento e la missione nelle diverse frontiere che il Signore apre di fronte a noi. E che talvolta chiedono urgenti nuove assunzioni di responsabilità.
10. Il consiglio pastorale ha il compito di aiutare a discernere quanto Dio ci sta chiedendo perché la nostra comunità sia più conforme al Vangelo. Come oggi, sorretti dallo Spirito, in questo nostro tempo, saper rendere testimonianza al Signore Risorto. Occorre dare forma al nostro essere Chiesa che si prende cura della trasmissione della fede (quanta gente, giovane e meno giovane, è povera perché non conosce l’amore di Dio). Occorre dare forma al nostro essere Chiesa che contribuisce ad una città più attenta alle varie persone lasciate ai margini, scartate. Occorre dare forma ad una comunità che sia riconoscibile per il suo spessore evangelico: da come vi amerete gli uni gli altri sapranno che siete miei discepoli.
Faccio il mendicante. Siate generosi nel collaborare nelle varie realtà ecclesiali, anche nel decanato e anche nelle realtà diocesane.
Faccio il mendicate. Da solo non riesco a tenere accesa la fiaccola della speranza che sa rendere il futuro affidabile. Da solo non so vivere la gioia della fede, dentro un mondo che atterrisce. Da solo non so giungere sulle varie frontiere della carità.
Confido nello Spirito, ma chiedo a ciascuno di non sottrarsi ad essere lo strumento dello Spirito per sostenermi nella responsabilità pastorale di rinnovare la nostra Chiesa perché sia fermento di vita nuova per l’intera città. La Chiesa non esiste per se stessa, ma per dare gloria a Dio per annunciare agli uomini quanto sono da Lui amati, perché possano pregustare il suo amore.
Faccio il mendicante e vi chiedo di aiutarmi perché Trieste viva la sua vocazione di comunità di fede, dentro una storia unica in cui più lingue confessano la stessa fede in Gesù.
Non basta essere accoglienti con i fratelli ortodossi che da sempre sono a Trieste o che sono nuovi arrivati, o con i fratelli ebrei o con i tanti mussulmani. Non basta alleviare le sofferenze di chi percorre la rotta balcanica o percorre le vie di antiche e nuove povertà. Non basta pregare perché cessi la guerra in Ucraina, in Israele e a Gaza… e in Congo.
Siamo chiamati a brillare di Vangelo, ad essere persone che con la vita sanno annunciare la gioia del Risorto che cammina con noi.
Faccio il mendicante e per questo vi benedico: Rifulga la luce di Cristo sul vostro volto! E questa luce portatela nelle vostre case, ai nostri malati, nelle nostre parrocchie, associazioni e movimenti. In ogni angolo della città e dei paesi. Oltre ogni confine.
Dragi bratje in sestre,
Ljubljeni bratje in sestre,
1. Jezus nam je zaupal poslanstvo. Poklicani smo kot učenci-misijonarji. Ne moremo se izogniti Gospodovemu klicu, ker bi zanikali svojo identiteto. Vsi smo odgovorni za uspeh tega poslanstva in sicer na različne načine: vsi smo neustrezni, vsi dragoceni, ker smo vsi izbrani od Gospoda, v raznolikosti poklicev in karizem. Posvečeni duhovniki, redovniki, laiki ... vsi odgovorni. Vsi, ki znajo drug drugemu pomagati, da obnovimo navdušenje nad misijonom.
2. Ta naloga je velika: doseči moramo skrajne meje sveta, do ranjenega človeštva, kjer so naše pogosto sprte družine, naše starajoče se skupnosti, cerkev, ki tvega, da se bo pokazala kot zastarela in anahronistična skupnost in mladi, ki ne poznajo Jezusa in se prepuščajo nezaupanju ob misli na mračno prihodnost z manjšimi priložnostmi kot v sedanjosti. Naloga je res velika, toda zahvaljujem se Gospodu za bogastvo, s katerim se je ozrl na Trst, če pogledam na številne karizme raznih verskih redov in združenj, gibanj ter majhnih in velikih župnij (ki so blizu ljudem ter njihovi želji skrbeti za številne majhne in šibke).
3. Tema prihodnjega jubileja 2025 je Romarji upanja. Toda smo zares priče upanja? ali se tudi mi prepuščamo litanijam malodušnih, nostalgičnih pesimistov, ali agresivnih, ki morajo vedno obsojati vse in vsakogar? Poživljeni po Duhu smo vsi pričevalci tistega Jezusa, ki je temelj našega upanja. To je naša molitev, to je naša prošnja: biti moramo romarji upanja, sposobni vlivati upanje ljudem našega časa, da izkusijo drugačno Cerkev in Božjo ljubezen, ki jo Cerkev posreduje.
4. Sodelovanje je geslo, ki se vedno znova vrača tako na sinodalni poti kot v pripravi na katoliški socialni teden. In jaz kot berač iščem ljudi: ljudi, ki ne bi samo gledali, presojali in obsojali ( to znajo delati vsi), ampak da so pripravljeni si zavihati rokave in znajo sodelovati v življenju Cerkve in mesta. Potrebujemo pomoč vseh: močnih in šibkih, starejših in mladih, žensk in moških, slovensko in italijansko govorečih kristjanov ter drugih jezikovnih skupnosti. Vse naše dejavnosti morajo vedno imeti misijonsko navdušenje za evangeljsko oznanjevanje.
5. Ponavljam, jaz sem berač potreben pomoči vseh: tudi če si star, ne izmikaj se! Potrebujemo tvojo modrost in tvoje razumevanje, tvojo potrpežljivost in tvojo molitev. Pa tudi tvoj čas, s katerim lahko delaš družbo drugim, ki se počutijo osamljeni. Pomagajte našim skupnostim, da žrtvujejo čas za tiste, ki se čutijo izrinjene, ker jih prehiteva nuja po učinkovitosti in naglici.
6. Potrebujemo vas - družine. Vem, da ste pogosto utrujeni od tempa dela in skrbi (za otroke, bolnike in starejše). Vendar prinesite v Cerkev svoj trud in svoje upanje. Pomagajte Cerkvi, da bo ustvarjalna in rodovitna s pomočjo Duha, ne da bi se preprosto izgubljala v neplodnosti, zamenjujoč pristno izročilo s folkloro, ki diši po zatohlem in zastarelem.
7. Potrebujemo mlade, ki znajo evangelizirati druge mlade z razumljivo govorico, s strastjo tistih, ki so našli zaklad božje ljubezni; tistih, ki se zavedajo, da niso razumeli vsega in priznavajo svojo šibkost, vendar se prav zato zanašajo na ljubezen, ki ne izda in nikoli ne zataji: Jezusovo ljubezen. Potrebujemo mlade ljudi, kot so Carlo Acutis, Piergiorgio Frassati, kot Chiara Luce Badano, kot Chiara Corbella Petrillo ... in mnogi drugi.
8. Potrebujemo laike, kompetentne na vseh strokovnih področjih, da bi znali vtisniti v zapletenost življenja Božje usmiljenje, pa tudi luč resnice, ki jo Kristus izžareva. Potrebujemo laike, ki delujejo v družbenih omrežjih, vendar z evangeljskim duhom; potrebujemo laike, ki znajo skrbeti za krhka življenja od spočetja do naravne smrti; laike, ki se znajo vključiti in reševati vprašanja dela, politike in revščine. Potrebujemo tudi sposobne in poštene laike, ki znajo upravljati s cerkvenim premoženjem, saj smo tudi na tem področju v velikih težavah.
9. Potrebujemo ljudi, ki se razvijajo v duhovnosti različnih župnij, združenj, gibanj in neo katehumenskih skupnosti in ki črpajo iz njihovih dragocenih virov, a potem tudi znajo skupaj prispevati za dobro vseh, in podpirajo presojanje ter poslanstvo v različnih okoliščinah, ki jih Gospod postavlja pred nas. In ki včasih zahtevajo nujno prevzemanje novih odgovornosti.
10. Pastoralni svet mora pomagati razločevati, kaj Bog od nas zahteva, da bi naša skupnost bila bolj v skladu z evangelijem. Zahteva kako danes, v tem našem času s pomočjo Duha, znamo pričevati o vstalem Gospodu. Mi se moramo oblikovati kot Cerkev, ki skrbi za posredovanje vere (koliko ljudi, mladih in starih, je prikrajšanih, ker ne poznajo Božje ljubezni). Oblikovati se moramo kot Cerkev, ki pomaga mestu, da je bolj pozorno do ljudi, ki so na robu, zavrženi. Oblikovati moramo skupnost, ki bo prepoznavna po svoji evangeljski globini: po tem, kako se boste ljubili med seboj, bodo spoznali, da ste moji učenci.
Jaz beračim za vašo velikodušnost pri sodelovanju v različnih cerkvenih stvarnostih, kakor tudi na dekanijski in škofijski ravni.
Jaz beračim, ker sam ne morem ohraniti žive bakle upanja, zaradi katerega se bomo lahko zanesli na prihodnost. Če sem sam, ne znam doživljati veselja vere v grozljivem svetu. Če sem sam, ne morem doseči različnih meja dobrodelnosti.
Zaupam v Duha, vendar prosim vsakega izmed vas, naj ne neha biti orodje Duha, ki me podpira v pastoralni odgovornosti prenove naše Cerkve, da bo kvas novega življenja za vse mesto. Cerkev ni sama sebi namen, temveč je zato, da slavi Boga, oznanjajoč ljudem, kako velika je Božja ljubezen in da bi spoznali, kako zelo so od Boga ljubljeni.
Sem berač in vas prosim pomoči, da bi Trst živel svojo poklicanost verske skupnosti znotraj edinstvene zgodovine, v kateri več jezikov izpoveduje isto vero v Jezusa.
Ni dovolj sprejemati pravoslavnih bratov, ki so bili od vedno v Trstu ali so prišli pred kratkim, ali judovskih bratov ali številnih muslimanov. Ni dovolj lajšati trpljenja tistih, ki prihajajo po balkanski poti ali hodijo po poteh stare in nove revščine. Ni dovolj moliti za konec vojne v Ukrajini, Izraelu in Gazi ... in Kongu.
Poklicani smo, da izžarevamo evangelij, da smo ljudje, ki znamo s svojim življenjem oznanjati veselje Vstalega, ki hodi z nami.
Kot berač vas blagoslavljam: Kristusova luč naj sveti na vaših obrazih! In ponesite to luč v svoje domove, našim bolnikom, v naše župnije, društva in gibanja. V vsak kotiček mesta in po vaseh. Naj ne bo nobenih pregrad.