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Nel segno del dialogo e dell’amicizia sociale


Nel segno del dialogo e dell’amicizia sociale
presentato alla stampa il programma della Settimana Sociale


Trieste, “città di democrazia”, sa “quanta fatica serva per mantenerla viva”. La 50ª edizione delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia, a Trieste dal 3 al 7 luglio, si è presentata in conferenza stampa come evento di popolo e spazio di riflessione. Tante le personalità convenute martedì 2 luglio nel Salone di Rappresentanza del Palazzo della Regione.
Mario Anzil, Vicepresidente e Assessore alla Cultura e allo Sport della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, ha espresso soddisfazione per ospitare l’evento, definendolo una “grande ribalta” e opportunità culturale. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, lo ha definito un’opportunità per superare il passato del Novecento.
Il vescovo di Trieste Enrico Trevisi, ricordando come nella sua diocesi convivano lingue e confessioni diverse, ha espresso gioia per la mobilitazione diffusa, dalle istituzioni fino alle piccole realtà, come “gli anziani che hanno scritto dalle case di riposo delle lettere al Papa” e il lavoro dei carcerati per gli arredi sacri della messa presieduta da Francesco. Trevisi ha commentato: “Ci accostiamo a questo evento con la speranza che sia di incoraggiamento per una comunità cristiana che ricerca un proprio stile e metodo a partire dai valori di Gesù Cristo”. Trieste è terra di profezia: “Siamo passati attraverso tante violenze e tutti possono considerarsi vittime: si può essere profezia per i popoli sul fatto che non si è per sempre contaminati dopo la guerra, ma si può essere “bonificati” imparando a vivere come fratelli”.
Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia, ha ripercorso la storia delle Settimane Sociali, “momento qualificante per le riflessioni dei cattolici, vero laboratorio di pensiero”. Da Pistoia nel 1907, passando per il 1945 a Firenze sulla Costituzione, fino a Taranto 2021 su ambiente ed ecologia integrale alla luce della Laudato Si’. A Trieste, la riflessione è su partecipazione e democrazia, in confronto con l’enciclica ‘Fratelli tutti’ di Papa Francesco, “che affronta i grandi temi della buona politica, come il superamento del populismo e il recupero della democrazia”. “Le democrazie ogni tanto hanno bisogno di ‘manutenzione’ – ha aggiunto – perché ogni tanto viene esaltato il senso di partecipazione, altre volte sembra disilluso. L’astensionismo è uno dei segnali che ci mostra come ci sia bisogno di recuperare il senso della partecipazione”. Il cammino verso la Settimana Sociale ha coinvolto tutte le diocesi italiane, le associazioni e tante realtà, le “buone pratiche”, “esempi di rigenerazione”. Tanto entusiasmo, ma soprattutto “è cresciuta la consapevolezza dell’importanza dell’identità di un popolo che ospita un evento nel quale si ritrova”. “Trieste – ha concluso l’arcivescovo – sa cos’è la democrazia e quanta fatica ci vuole per tenerla in piedi. Parole come dialogo, amicizia sociale e identità di un popolo che costruisce sé stesso nell’incontro saranno le caratteristiche di questi giorni. È dal dialogo e dall’amicizia sociale che nasce la democrazia”.
Elena Granata, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, ha descritto l’approccio innovativo adottato per questa edizione. Due anni fa, scegliendo democrazia e partecipazione, il Comitato ha ritenuto fondamentale che argomenti e stile coincidessero. “Non si poteva parlare di partecipazione senza organizzarla nello spazio fisico”, quindi sono state immaginate piazze vere, “piazze fatte di proporzioni, misura e bellezza”, come luoghi di confronto tra persone di diverse età e professioni.
Il programma è diviso in due parti principali. La mattina è dedicata ai 900 delegati, tra cui un terzo donne e un terzo giovani, coinvolti non solo nell’ascolto, ma anche in esperienze pratiche di partecipazione. “Questa volta ingaggiati non solo ad ascoltare relazioni ma a fare esperienze di un metodo, in gruppi”. Il pomeriggio vede invece la presenza di villaggi delle buone pratiche nelle strade della città, dove saranno presentate esperienze da tutta Italia in diversi ambiti, come scuola, sport e carcere. Le piazze tematiche, 16 in totale, permetteranno a tutti di esprimersi in un contesto pubblico, con discussioni moderate da giovani, seguite da spazi per repliche, domande e interventi. “Uno stile, che dice il rischio di mettersi in mezzo alla strada, e far sperimentare a chi vorrà la bellezza di una democrazia che torna a farsi carne della città”. Trieste attende anche numerosi momenti conviviali, spettacoli, teatro e musica, poiché “la democrazia non è soltanto le leggi, le norme, tutto quello che ci tiene agganciati alla democrazia, ma anche l’incanto e il desiderio che ci tengono legati”.
Ufficio Stampa CEI