parallax background

La corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità


Catechesi d'Avvento


La corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità


✠ Enrico Trevisi


Immacolato Cuore di Maria, 22 dicembre 2024



Cari fratelli e sorelle, amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre

“La corresponsabilità è strettamente collegata alla missione. Il Concilio Vaticano II, nella Lumen Gentium, tratteggia una Chiesa di uomini e donne corresponsabili, nella ricchezza di carismi e ministeri diversi affinché «tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune» (Lumen Gentium 30). Sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI hanno contribuito con il loro magistero a superare la visione di laici e laiche, consacrate e consacrati come semplici supplenti o delegati del clero, ponendo l’accento sulla loro vitale corresponsabilità alla missione della Chiesa. Ma è soprattutto in Evangelii Gaudium che il legame tra missione e corresponsabilità di tutto il Popolo di Dio è messo in luce. Ogni battezzato, in quanto discepolo-missionario, è soggetto attivo di evangelizzazione (cf. Evangelii Gaudium 120)” (Lineamenti n. 44).

La lunga citazione introduce questa quarta e ultima parte dei Lineamenti del Sinodo delle Chiese in Italia. Tutti siamo corresponsabili nell’evangelizzazione e tutti dobbiamo aprirci al fatto che altri ci evangelizzino.

Tutti sono chiamati a mettere i propri carismi a servizio di tutti e dunque per l’edificazione della Chiesa e la trasformazione del mondo. Carismi, ministeri, vocazioni differenti, e poi ancora associazioni e movimenti… così diversi ma tutti preziosi e che si radicano nel battesimo. Non si tratta di scadere in una omologazione e nemmeno in un clericalismo ma di essere tutti appassionati nel contribuire ad edificare la propria Chiesa.

Non ci illudiamo che questo sia facile: il testo dei Lineamenti forse pecca un po’ di irenismo. Sappiamo che tensioni e incomprensioni sono sempre in agguato e derivano anche dai nostri limiti e peccati e non solo da visioni teologiche e spiritualità differenti. Per comporre in un progetto pastorale e dunque in una chiesa incarnata la ricchezza di questi differenti carismi e ministeri la Chiesa da tempo ha sperimentato gli organismi di partecipazione.

Nei Lineamenti vengono così specificati: “Se la Chiesa è tutta corresponsabile nella missione, la partecipazione di tutti e tutte ai processi di attuazione pastorale, di discernimento e deliberazione non è una concessione, ma risiede nella natura stessa della soggettualità battesimale. L’uguale dignità di ogni membro della comunità è fondamento per la partecipazione di tutti ai processi decisionali e chiede che l’autorità dei pastori sia esercitata nel quadro di adeguate ed efficaci dinamiche di discernimento comunitario, proprio per il contributo unico e necessario che viene dal servizio di presidenza della comunità (cf. Lumen Gentium 25-27). Infatti, il discernimento non è una tecnica organizzativa, ma una pratica esigente che qualifica la vita e la missione della Chiesa vissuta in Cristo e radicata nello Spirito Santo (cf. Instrumentum laboris 2024 62)” (Lineamenti n. 50).

Siamo consapevoli delle molteplici criticità e talvolta anche della demotivazione che li accompagna. Del resto siamo in un clima culturale individualistico che già deprime la partecipazione e la assunzione di responsabilità lasciando lo spazio a chi cerca l’affermazione di sé e strumentalizza la Chiesa.

La sinodalità però necessariamente passa attraverso il rilancio di questi organismi. Che attraverso metodi e orientamenti sappiano meglio raccordare le fasi del discernimento e del processo di responsabilità e dunque di decisioni.

In questa parte si richiede di riflettere e intervenire sulla presenza e sui ruoli delle donne nella Chiesa. Anche in ruoli di leadership, riconoscendo che però non mancano resistenze.

Si chiede una organizzazione gestionale e amministrativa con cambi strutturali nella direzione di meno burocrazia e maggiori pastorale dell’annuncio e delle relazioni.

Troppe energie vengono assorbite nella gestione delle strutture. La richiesta è quella di adeguare gli strumenti rendendoli leggeri e flessibili. “Rischiando l’impopolarità da parte di coloro a cui spetta decidere, è necessario che tali strutture vengano adeguate, verificandone la possibilità di una riconversione o affidandone la gestione ad altri o anche alienandole” (Lineamenti 57).

Anche a nostra diocesi dovrà lavorare in questa direzione e senza indugiare anche per la crisi economica che da anni la affligge e che ora necessita decise sterzate.

Questa l’indicazione:
“La missione richiede un ripensamento della azione di governo che includa, oltre agli aspetti amministrativi, organizzativi e gestionali, la dimensione di nuovi modelli di governo e controllo, più inclusivi e partecipativi sia nella formulazione del modello stesso sia nella rappresentanza, valorizzando la multidisciplinarietà e il genere. Prima ancora di giungere alla trasparenza nella rendicontazione e alla essenzialità nella gestione dei beni, una Chiesa è sinodale e missionaria nella esplicitazione chiara di “come” è governata” (ivi). Il testo dei Lineamenti parla anche della riforma degli Uffici di Curia e anche della configurazione delle comunità sul territorio. La nostra piccola diocesi tuttavia deve fare i conti con la sua crisi economica e ad oggi questa resta una priorità che esige il coraggio di fare scelte. E insieme nei prossimi mesi saremo chiamati a compierle.