DIOCESI DI TRIESTE
L’arrivo a Trieste della “Luce della Pace” da Betlemme
✠ Enrico Trevisi
Cattedrale di San Giusto, 21 dicembre 2024
Cari fratelli e sorelle, amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre
A noi piacerebbe avere la formula per portare la pace nel mondo intero… e invece ci troviamo un po’ impotenti, inadeguati e forse rassegnati. E invece guardando a questa luce che viene da Betlemme vogliamo ritrovare il coraggio della nostra testimonianza! E anche la luce per prendere la strada giusta della nostra vita. Abbiate coraggio nel prendere la strada giusta della vita, coraggio nell’ascoltare il Signore che parla nel vostro cuore.
Betlemme è la piccola, come dice il profeta Michea.
Mi viene da pensare che anche ai piccoli Dio riserva un compito grande. A Betlemme nasce il Figlio di Dio: A Betlemme entra nella storia. Non che tutti gli hanno spalancato le porte, anzi. Eppure nella piccola Betlemme Gesù è venuto al mondo!
Non basta essere piccoli, modesti, normali per essere in grado di accogliere Gesù. Però abbiamo visto che loro lo hanno fatto: Maria l’umile ragazza di Nazaret, Giuseppe il falegname, i pastori…
Non puoi spegnere la guerra che c’è in Ucraina ma puoi decidere di vivere la pace nella tua famiglia, con i tuoi amici, nel tuo gruppo scout, nella tua parrocchia… Tu puoi essere come l’umile Maria, il laborioso Giuseppe, i semplici pastori… Sta a te scegliere se collaborare con Gesù, il Principe della pace, la luce che risplende nelle tenebre delle violenze e delle guerre. Tu puoi accendere il tuo cuore a quello di Gesù e allora il tuo cuore sarà come una luce che illumina chi hai vicino.
Betlemme è la casa del pane, come dice l’etimologia
Mi piace questo riferimento alla casa e al pane. Il mondo sanguina per le guerre. Ma Betlemme ha una vocazione: è chiamata ad essere casa del pane, a profumare di fragranza, come di un pane appena sfornato e condiviso.
Nel mondo molti bambini ancora oggi soffrono la fame. Molti popoli sono nella miseria. E anche in mezzo a noi ci sono molte famiglie che fanno fatica ad avere una vita dignitosa. Certo noi siamo piccoli e i problemi del mondo sono complessi. Cosa possiamo fare? Io dico: anzitutto possiamo non essere dei rassegnati… ma possiamo collaborare. Lavorare insieme per il bene!
Sabato 14 dicembre, 400 volontari e volontarie hanno reso possibile la raccolta di quasi 11.000 kg di prodotti alimentari, per l’igiene della casa e della persona a favore dell’Emporio della Solidarietà della nostra Caritas.
So che molti di voi hanno collaborato e vi ringrazio. Penso ai 400 volontari che sono come fiammelle di Betlemme che si sono accese per fare che la nostra città fosse una “casa in cui si condivide il pane e quel che serve”. Insieme possiamo fare in modo che la nostra città sia un po’ di più una casa in cui tutti abbiano il pane e quel che serve. E così contagiare altre città, perché ovunque ci sia la condivisione del pane. E questa è già una luce di Betlemme che si riaccende come tante fiammelle che illuminano ogni casa… e poi l’intera città.
Betlemme è terra di frontiera, come dice la geografia.
Una terra in cui i muri separano i popoli. Una terra abitata da tanti popoli che faticano a trovare la pace. Come è successo qui a Trieste. Ma poi la pace la si può fare. Si può decidere di deporre le armi, anche se il cuore è ferito per le tante violenze subite. Per le tante ingiustizie patite. Quando le guerre si prolungano tutti si è vittime. Tutto sono nel pianto per i propri familiari uccisi.
Noi abbiamo il compito di lavorare per la pace. Cominciando a guardare chi abbiamo a fianco non con diffidenza e aggressività. Non perché chi ci sta a fianco sia sempre educato e buono, ma perché vogliamo essere sentinelle che vigilano sulla pace, che è come una frontiera che va custodita, vigilata.
Betlemme è dove incontriamo Maria, Giuseppe e Gesù.
Ogni terra è una Betlemme. Perché ovunque Gesù ci viene incontro e ovunque c’è chi come Maria e Giuseppe ci aiuta a riconoscerlo e ad abbracciarlo. Anche i vostri gruppi Scout (lo dico a tutti i capi) devono essere come Maria e Giuseppe che rendono possibile l’incontro con il mistero vivo di Gesù.
Vi auguro di vivere questo Natale come un vero incontro con Gesù, il Dio che si è fatto piccolo per venirti incontro, il Dio che si è fatto pane perché tu possa essere sfamato nelle tue domande fondamentali riguardanti la tua vita e il tuo futuro, il Dio che si è fatto fratello perché tu lo possa abbracciare in tutti coloro che ti trovi a fianco.
Come Maria, come Giuseppe… imparate a prepararvi ad accogliere il Gesù che si fa piccolo, pane, fratello.