DIOCESI DI TRIESTE
Giorno del Ricordo
✠ Enrico Trevisi
Foiba di Basovizza, 10 febbraio 2025
Cari fratelli e sorelle, amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre
Il Vangelo ci mostra una umanità sofferente, ferita. E talvolta anche il tempo non sa cicatrizzare le piaghe. Basta qualche testa balorda e nostalgica (come chi ha insozzato questo luogo) a riacutizzare il dolore che pure mai può essere abbattuto, ma solo un poco controllato.
Anche il Vangelo è esplicito. L’umanità è sofferente, ferita, affetta dalle tragedie più diverse. E in questo Giorno del ricordo davanti a noi ci si ripresenta l’orrore assassino che ha infierito e insanguinato questa nostra amata terra. Ogni tragedia è imparagonabile alle altre. Lo dobbiamo dire anche per rispetto a chi fa memoria dei propri cari colpiti da tragedie, che sempre appaiono come di una singolare, unica efferatezza. E qui, come quando siamo alla Risiera, ci rendiamo conto di quanto diabolico sia l’abisso del male. Ma anche di come in modo subdolo cerca di coinvolgerci e renderci tutti complici.
Però Gesù arriva e risana: lo abbiamo sentito nel Vangelo. Questa è una messa di suffragio per i defunti che qui e in altre foibe hanno trovato la morte per mani assassine. Ma è anche una Messa per noi che siamo vivi, che vogliamo ricordare, che vogliamo far sì che i nostri ragazzi, i nostri figli, non patiscano ancora l’orrore della violenza fratricida, l’abisso del male che porta ad uccidere persone inermi o considerate nemiche per il semplice fatto di non essere allineate alle proprie presunte ragioni, alle proprie prepotenze.
Gesù viene e vuole risanare anche i nostri cuori, che spesso cadono vittime in catene di male, che si rigenera nella storia. Talvolta può essere più semplice mettersi a curare i corpi piuttosto che i cuori (cioè la memoria, la coscienza) ma è dai cuori che provengono le scelte, di bene e di male, di odio e di speranza. Nel libro dei Proverbi (4,23) trovo scritto questo ammonimento: “Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita”. Siamo qui per incontrare il Signore e perché solo Lui sa guarire i nostri cuori feriti. Vogliamo spezzare la catena del male, insieme ritrovare le energie per costruire relazioni di rispetto, di giustizia, di libertà e lo facciamo sulla salda roccia della fede, del Dio della vita.
E tuttavia mi hanno fatto bene le parole ispirate del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella a Gorizia, sabato scorso:
«Se la cultura, per definizione, non conosce confini, essa nasce pur sempre come espressione di una comunità ma aperta alla conoscenza, alla ricerca comune, ai reciproci arricchimenti. Sconfitti gli orrori dell'estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa, riemergono i valori della convivenza e dell'accoglienza. Sono i valori che possono opporsi all'oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l'aggressione russa all'Ucraina».
Abbiamo il dovere di prenderci cura del nostro cuore perché da esso sgorghino scelte di vita, per noi, per il nostro Paese e anche per altri Paesi e popoli. Scelte di cultura, di nobile politica. E queste, per natura loro, vogliono contaminare altri Paesi e popoli.
In Dio vogliamo ritrovare le energie e l’intelligenza, la sapienza per coniugare valori fondanti per una convivenza di giustizia e di pace, di libertà e di rispetto, anche per i più deboli, anche per chi non appartiene alla nostra lingua, cultura, religione. C’è un’appartenenza che Gesù ci ha insegnato: Dio si prende premura di questa umanità ferita.
Voglio imparare da Gesù, e questo rende la mia fede unica: essa, nella fedeltà a Dio, mi protrae al prendermi cura di tutte le vittime, di tutti gli umiliati, di tutti gli oppressi.
Abbiamo davanti un lavoro immenso. Ma Dio ci ha assicurato il suo aiuto, la sua presenza. Gesù attraversa i mari per arrivare fino alla nostra umanità ferita. “Io sono con voi, io sono con te”: lo ripete anche a te nei tuoi doveri istituzionali, politici, amministrativi. E allora tu prenditi questa libertà interiore: lasciati curare il cuore da Lui.