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Lettera dell’Arcivescovo ai fedeli della diocesi

Lettera dell’Arcivescovo ai fedeli della diocesi

 


Cosa fare se non si può andare alla Confessione o ricevere la Santa Comunione a causa del COVID-19

Contrizione perfetta e comunione spirituale

 
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
come sapete, a motivo dell’epidemia dovuta al COVID-19, sono state disposte rigorose norme, sia da parte delle Autorità civili sia da parte di quelle religiose, che vi pongono nell’inusuale condizione dell’isolamento e che stanno limitando e condizionando in maniera sensibile la vita cristiana, sia personale sia ecclesiale. Molti di voi, giustamente preoccupati per le conseguenze negative che questa situazione potrebbe avere sulla propria e altrui vita spirituale, mi stanno interpellando con legittime e giustificate richieste circa la normale recezione dei sacramenti, in particolare della Confessione e della Comunione, che sono tra i pilastri della quotidianità cristiana.  A questo riguardo e nell’intento di venirvi incontro, come vostro Vescovo sento il dovere di fornirvi alcune indicazioni. 
1.         In primo luogo, sono a ricordarvi alcune delle disposizioni che ho pubblicato il 9 di questo mese circa i comportamenti da tenere per contrastare l’epidemia da COVID-19, disposizioni alle quali devono attenersi sia i presbiteri sia i fedeli: a) “Il sacramento della penitenza va celebrato nella sola forma del Rito per la riconciliazione dei singoli penitenti“, non nel tradizionale confessionale, ma in un luogo dove si possa mantenere, oltre la piena riservatezza,  la distanza di un metro tra il confessore e il penitente; b) “i fedeli sono invitati… a chiedere ai sacerdoti, nel limite del possibile, di poter ricevere la comunione eucaristica” sulla mano, ferme restando le disposizioni in merito al Santo Viatico per gli infermi e quanti si trovano in pericolo di morte (cf. cann. 921 e 922 del Codice di Diritto Canonico). Aggiungevo, inoltre, l’invito “a fare la comunione spirituale; a recarsi individualmente nella Chiesa della propria parrocchia, secondo le proprie possibilità, per pregare davanti al Tabernacolo dove è presente Gesù” o dove è solennemente esposto. Come potete vedere, sia la Confessione sia la Comunione si possono fare, nel rispetto rigoroso della normativa attualmente in vigore. c) Inoltre, vi ricordo che ogni giorno i nostri sacerdoti celebrano la Santa Messa, che, pur senza la partecipazione del popolo, viene sempre celebrata per il popolo. In questo modo, da ogni altare, per la potenza dello Spirito Santo, in forma misteriosa ma reale si sprigiona la grazia redentrice e santificante del Sacrificio eucaristico che raggiunge tutti e tutto. Avere consapevolezza di questo è fonte di consolazione e speranza. 
 2.         In secondo luogo, sono a proporvi alcune preziose devozioni che la Chiesa ufficialmente incoraggia. Esse, in considerazione della situazione veramente eccezionale che stiamo vivendo, potrebbero aiutare molti di voi che, per i più svariati motivi, si trovano nell’impossibilità di poter accedere al sacramento della penitenza e alla comunione eucaristica. Si tratta dell’atto di contrizione perfetta per ricevere l’assoluzione per i peccati sotto certe condizioni e della comunione spirituale per ricevere la consolazione della grazia eucaristica. Ecco alcune indicazioni per compiere al meglio queste devozioni.
a) Atto di contrizione perfetta. La Chiesa ci insegna che “tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa è il dolore dell’animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire” (Catechismo della Chiesa Cattolica 1451). Ci insegna anche che “quando proviene dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta perfetta (contrizione di carità). Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale” (Ivi n. 1452). Questi due numeri del Catechismo della Chiesa Cattolica ci dicono che con l’atto di contrizione perfetta si può ricevere il perdono dei peccati fuori dalla confessione – anche dei peccati mortali – purché il penitente sia fermamente determinato a correggere la propria vita e sia risoluto nel recarsi alla confessione sacramentale al più presto, quando diventa possibile. La contrizione perfetta è una grazia di Dio, a cui aprire la nostra anima. Per ottenere questa grazia divina, vi offro un piccolo suggerimento: ponetevi davanti a un Crocifisso e recitate, lentamente e sinceramente, questa preghiera: “O mio Dio, dal momento che Tu sei così buono e misericordioso sono sinceramente pentito di aver peccato contro di Te e con l’aiuto della tua grazia non peccherò più. Amen”. 
b) La comunione spirituale. La comunione spirituale serve a far crescere nel nostro cuore un costante desiderio di unione a Gesù, nostro unico Salvatore. Scrisse Papa Benedetto XVI: “Senza dubbio, la piena partecipazione all’Eucaristia si ha quando ci si accosta anche personalmente all’altare per ricevere la Comunione… Anche quando non è possibile accostarsi alla comunione sacramentale, la partecipazione alla santa Messa rimane necessaria, valida, significativa e fruttuosa. È bene in queste circostanze coltivare il desiderio della piena unione con Cristo con la pratica, ad esempio, della comunione spirituale…” (Sacramentum caritatis 55). Per favorire questa piena comunione spirituale con Cristo sono a proporvi queste due preghiere: 1) “Signore, io desidero ardentemente che Tu venga nell’anima mia, per santificarla e farla tutta Tua per amore, tanto che non si separi più da Te ma viva sempre nella Tua grazia. O Maria preparami a ricevere degnamente Gesù. Mio Dio vieni nel mio cuore a purificarlo. Mio Dio entra nel mio corpo a custodirlo, e fa che io non mi separi mai più dal Tuo amore. Brucia, consuma tutto ciò che vedi dentro di me indegno della Tua presenza, e di qualche ostacolo alla Tua grazia ed al Tuo amore. Amen”. 2)  “Gesù mio, credo che sei presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti nella Santa Comunione, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, ti abbraccio e mi unisco a te; non permettere che mi allontani più. Amen” (Preghiera di Sant’Alfonso de’ Liguori). Dopo alcuni momenti di adorazione silenziosa, invocate e ringraziate il Signore, secondo quanto vi suggerisce il suo Spirito.
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, l’isolamento a cui ci costringono le necessarie disposizioni per il contrasto dell’epidemia da COVID-19, non deve tradursi in un isolamento della nostra vita spirituale dal Signore Gesù.  Anzi, un più intenso rapporto con Lui può essere una buona e propizia occasione per rendere più autentico il senso della nostra vita, sia personale sia collettiva, per fare qualche salutare proposito di cambiare direzione facendo tesoro dei suoi comandamenti troppo spesso e da troppi disattesi, per convincerci che senza di Lui rischiamo il precipizio, anche nel terribile frangente di questa insidiosa epidemia che tanto ci assilla. Facciamo tesoro della sapienza dei nostri antenati che seppero affrontare battaglie ancor più complicate dell’attuale con la forza disarmata della fede e con la pratica rinnovatrice della contrizione e della comunione, cioè della conversione del cuore e dell’amore per Dio e i fratelli. Preghiamo molto e per tutti. Vi affido alla materna protezione della Madonna della Salute e vi benedico.
 
+ Giampaolo Crepaldi
 

Trieste, 11 marzo 2020