Domenica delle Palme e della Passione del Signore
DIOCESI DI TRIESTE
Domenica delle Palme e della Passione del Signore
+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 5 aprile 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. In questa Domenica delle Palme ricordiamo l’ingresso regale di Gesù a Gerusalemme. Seduto sopra un asino, percorse una strada tappezzata di mantelli e di rami d’albero e venne acclamato dalla folla con queste parole:”Osanna al figlio di David! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. Anche noi, con la nostra breve e simbolica processione tra i banchi vuoti della nostra Cattedrale a causa dell’epidemia da coronavirus, abbiamo voluto proclamare la vostra fede nella regalità di Cristo, consapevoli che la rivelazione piena della sua regalità avvenne nella croce. Regnavit a ligno Deus: Dio regna dal legno della Croce. Una regalità crocifissa, perché quella di Cristo fu ed è una regalità di amore. Nella sua morte e risurrezione Egli ci ha detto che il senso della vita sta nell’amore: solo chi sa amare fino a dimenticare se stesso per donarsi realizza interamente la propria vita. In questa ottica Cristo è la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’egoismo, del dono sul possesso, del senso sull’assurdo, della verità sull’errore. La dimensione fondamentale della nostra fede cristiana è proprio la dimensione del dono. Non dobbiamo aver paura di fare di noi stessi e della nostra vita un dono.
2. Carissimi fratelli e sorelle, in questa domenica la Chiesa ci fa leggere la passione di Gesù secondo il Vangelo di Matteo, un testo drammatico che racconta le sue indicibili sofferenze. E mentre lo ascoltavo ho collegato le sofferenze di Gesù alle sofferenze, fisiche e morali, che migliaia di persone hanno patito e stanno patendo a causa dell’epidemia in corso, interrogandomi sul senso della sofferenza. Una risposta a questa lacerante questione l’ha data San Giovanni Paolo II che scrisse una pagina di inaudita potenza spirituale dove afferma che quando abbracciamo le nostre sofferenze in Cristo, possiamo salvare il mondo. Queste le sue parole: “Operando la redenzione mediante la sofferenza, Cristo ha elevato insieme la sofferenza umana a livello di redenzione. Quindi anche ogni uomo, nella sua sofferenza, può diventare partecipe della sofferenza redentiva di Cristo”, cioè può salvare il mondo con Lui. Questo miracolo, che al mondo pare impossibile, accade perché “nella sofferenza – continua il Santo Pontefice – si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l’uomo a Cristo… Egli non spiega in astratto le ragioni della sofferenza, ma prima di tutto dice: Seguimi! Vieni! Prendi parte con la tua sofferenza a quest’opera di salvezza del mondo, che si compie per mezzo della mia sofferenza! Per mezzo della mia Croce”. Carissimi, vi affido tutti alla Madonna della Salute e vi invito a vivere santamente la Settimana Santa che inizia con questa Domenica delle Palme e della Passione del Signore.
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