STORIA
Sinodo della fede
VISITE PASTORALI
Giampaolo Crepaldi
VISITE PASTORALI: 2016 - 2022
COS’È LA VISITA PASTORALE
LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO
“…manteniamo ferma la professione della fede” (Eb 4,14)
NOTA PASTORALE
Carissimi Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose, Fedeli tutti della Chiesa di Trieste, “…manteniamo ferma la professione della fede” (Eb 4,14)!
Senso e valore della Visita pastorale
1. Sono particolarmente lieto di annunciarvi che mi accingo ad avviare la Visita pastorale della nostra Diocesi che, come sapete, è tradizionalmente considerata uno dei doveri più significativi del ministero episcopale. Dopo la celebrazione del Sinodo diocesano, la Visita pastorale sarà un’ulteriore grazia che il Padre celeste concede alla nostra Chiesa per incrementare la sua testimonianza di fede e di amore nel Figlio suo Gesù Cristo, nostro Salvatore e Redentore e per renderla pronta ad accogliere il dono dello Spirito Santo e obbediente alla sua azione di santificazione delle nostre anime. Considerata come una grazia divina e sopranaturale, la Visita pastorale si configura anche come una preziosa opportunità di crescita nella comunione ecclesiale, intesa come generosa disposizione interiore alla valorizzazione dei tanti carismi e ministeri presenti nella nostra Chiesa, ad una rinnovata capacità di collaborazione pastorale tra il Vescovo, i presbiteri, i religiosi e le religiose e tutti i fedeli laici; a promuovere uno slancio missionario proteso a far giungere a tutti l’Evangelii gaudium – la gioia del Vangelo – come indicatoci dal Santo Padre Francesco; a coltivare senza ritardi e pigrizie quelle attività caritative che sono espressione genuina dell’alta considerazione che noi cristiani riserviamo ai poveri e agli emarginati, visti come i primi e trattati da privilegiati.
2. La Visita pastorale è sostanzialmente la presenza del Vescovo presso le comunità cristiane e, facendo tesoro delle consolidate esperienze in questo campo, è finalizzata a incrementare la vita cristiana, attraverso l’incoraggiamento per le cose buone e anche la correzione per quelle bisognose di essere rimesse nel binario del bene. A collaborare con il Vescovo, per quanto riguarda l’espletamento dei compiti connessi alla Visita pastorale ci saranno alcuni responsabili degli Uffici di Curia, mentre tutti gli aspetti organizzativi faranno riferimento ad un Segretario generale. Comunque i compiti sopra richiesti, prevalentemente di carattere amministrativo e organizzativo, pur necessari, non avranno la preminenza perché la Visita, con l’impegno corale di tutti, dovrà caratterizzarsi, nel suo svolgimento, per il suo carattere spirituale, ecclesiale e pastorale.
3. Per cogliere fino in fondo il senso e il significato della Visita pastorale, è bene rifarsi ad un significativo brano del Direttorio per i Vescovi: «La visita pastorale è una delle forme, collaudate dall’esperienza dei secoli, con cui il vescovo mantiene contatti personali con il clero e con gli altri membri del Popolo di Dio. è occasione per ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli; è anche l’occasione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa. La visita gli consente inoltre di valutare l’efficienza delle strutture e degli strumenti destinati al servizio pastorale, rendendosi conto delle circostanze e difficoltà del lavoro di evangelizzazione, per poter determinare meglio le priorità e i mezzi della pastorale organica. La visita pastorale è pertanto un’azione apostolica che il vescovo deve compiere animato da carità pastorale che lo manifesta concretamente quale principio e fondamento visibile dell’unità nella Chiesa particolare (LG 23). Per le comunità e le istituzioni che la ricevono, la visita è un evento di grazia che riflette in qualche misura quella specialissima visita con la quale il “supremo pastore” (1Pt 5,4) e guardiano delle nostre anime (cf. 1Pt 2,25), Gesù Cristo, ha visitato e redento il suo popolo (cf. Lc 1,68)» (Direttorio per i Vescovi Apostolorum Successores, 2004, n. 221). Su questo illuminante testo, già di per sé molto chiaro e intellegibile, mi permetto solo di far qualche breve sottolineatura che spero risulti utile per la meditazione e per la preghiera.
4. In primo luogo, il brano proposto presenta il Vescovo e il carattere apostolico del suo ministero nella Chiesa diocesana. Nella Visita pastorale, infatti, il Vescovo non è un ispettore amministrativo o, peggio, un controllore burocratico, ma, più propriamente, un pastore che svolge un’azione apostolica, cioè la visita di un inviato (apostolo) che rende presente Gesù Cristo nella comunità cristiana. Tramite la persona e l’azione del Vescovo quindi, è Gesù stesso, quale “pastore supremo” (1Pt 5,4) e “custode delle nostre anime” (1Pt 2,25), che realizza la sua presenza di salvezza e di misericordia nella Chiesa. Nella Visita pastorale alle comunità cristiane il Vescovo va considerato, in primo luogo come il successore degli Apostoli. In questo modo egli assicura alla Chiesa la nota dell’apostolicità che comporta la responsabilità di custodire e trasmettere la Sacra Scrittura e la Tradizione. Inoltre, egli è inviato per alimentare la virtù sopranaturale della carità affinché la Chiesa sia casa e scuola di comunione. In questa prospettiva, coltiverà con instancabile dedizione lo spirito della carità e della comunione con e tra i presbiteri, con e tra i diaconi, con e tra i religiosi e le religiose, con e tra i componenti del popolo di Dio, affinché la Chiesa sia conosciuta dal mondo come un regno profetico di unità e di pace. In modo particolare, il Vescovo è chiamato ad illuminare con la luce del Vangelo e con la sapienza secolare della Chiesa condensata nella sua dottrina sociale i numerosi problemi della società contemporanea, curando con il balsamo della speranza, come un buon samaritano, le ferite del cuore umano e della società. In vista della Visita pastorale pregate molto perché io possa essere capace e pronto a svolgere i miei compiti. Perché li possa esercitare in fedeltà e in umiltà, obbedendo alla parola apostolica: “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato non per forza, ma volentieri, non per vile interesse ma di buon animo, non spadroneggiando sulle persone a voi affidate ma facendosi modelli del gregge” (1Pt 5,2-3). Vengo a visitarvi, dunque, nel nome del Signore.
5. Una seconda caratteristica della Visita pastorale delineata nel brano del Direttorio che è stato riportato sopra è il dovere del Vescovo a “mantenere contatti personali” con il clero, i religiosi e le religiose e i fedeli laici dentro quegli ambiti territoriali in cui sono inscritte le nostre comunità parrocchiali. Nel contesto della Visita pastorale, quindi, il contatto personale – più diretto e prolungato di quanto solitamente avviene – assume un’importanza assai significativa. I contatti, evidentemente, vanno resi fecondi e, in un certo senso, nobilitati da un preciso obiettivo, quello “di ravvivare le energie degli operai evangelici e richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa.” Contatti ben finalizzati quindi a confermare, sostenere e stimolare la fede, la testimonianza e l’impegno di evangelizzazione di ogni battezzato e di tutta la comunità cristiana. Evidentemente mettendo in primo piano il valore del contatto personale, non si intende che tutto il resto che attiene alla Visita pastorale venga trascurato e non preso in considerazione. Infatti, il Documento sopra citato, ci ricorda che la Visita riguarda anche le strutture e gli strumenti per verificare se sono idonei e utili al servizio pastorale e, in genere, all’opera di evangelizzazione a cui ci sollecita con insistenza Papa Francesco.
Facendo tesoro delle considerazioni sopra riportate, sono a sollecitarvi ad accogliere il Vescovo riconoscendolo quale inviato di Cristo stesso che lo ha mandato a reggere la Diocesi di Trieste come suo vicario e rappresentante per guidarla con la parola e l’esempio e anche con l’autorità e la sacra potestà che ha ricevuto nel momento della sua ordinazione, per edificarla nella verità e nella carità cristiane.
Sinodo diocesano e Visita pastorale
6. La Visita pastorale avrà un sostanziale collegamento con il V Sinodo diocesano, il Sinodo della fede. Tale collegamento consentirà prima di tutto di verificare se e come le deliberazioni sinodali sono state recepite dalle nostre comunità parrocchiali e, in secondo luogo, di individuare le modalità e le forme più adeguate per poterle concretamente realizzare. Il collegamento con i temi e le decisioni sinodali sarà particolarmente utile a dare alla nostra Chiesa un profilo più unitario, superando individualismi dottrinali e pastorali che provocano colpevoli e scandalose disarmonie. A fronte dei tanti problemi che si trova a sperimentare l’esperienza credente – da problemi indotti da pervasivi processi culturali tipici del secolarismo e nichilismo odierni, a quelli tutti interni della Chiesa spesso in affanno nel suo rapporto con il mondo e con la modernità – il nostro Sinodo diocesano è stato in grado di indicare un illuminante e convincente tragitto di fede:
– una fede da vivere intensamente per essere donata, con gioia e in un rinnovato sforzo di evangelizzazione missionaria, trasmettendola soprattutto alle nuove generazioni;
– una fede alimentata dalla Parola e dai Sacramenti per celebrare quotidianamente, in Cristo e nello Spirito Santo, il Padre nostro che abbiamo nei cieli, il Padre che attende con impazienza la nostra conversione e il nostro ritorno;
– una fede testimoniata con la santità di vita e con lo sguardo educato dalla speranza cristiana, che si concretizza nei mille atti e iniziative di carità e di solidarietà verso il prossimo, soprattutto verso gli ultimi e i poveri.
7. In sintonia con il Sinodo diocesano, anche la Visita pastorale porrà al centro il tema della fede. Come riferimento, richiamo e motto si è scelto, infatti, una frase della Lettera agli Ebrei: “…manteniamo ferma la professione della fede” (Eb 4,14). Come possiamo mantenere ferma la professione di fede? Lo possiamo fare, “perché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio”. La nostra umanità, con le sue povertà, i suoi slanci, le sue illusioni, i suoi dolori, i suoi affetti come le sue violenze…, questa nostra umanità ormai è presso Dio nella Persona di Gesù. E lo è perché Gesù è il Figlio di Dio che è entrato in pienezza nella nostra umanità, sia nella sua realtà creaturale, sia nella sua storia: “Gesù è stato messo alla prova in ogni cosa, come noi”; ha provato tutto quello che definisce e caratterizza l’umanità, la condizione umana; e tutto ha assunto senza peccare. Questa nostra umanità, nella sua fragilità e povertà, è amata da Dio, e Dio la fa sua in Gesù. Egli è venuto per liberarla da ciò che la tiene prigioniera. Il Vangelo è la buona notizia di questa liberazione. Per questo Lui è venuto ed ha assunto fino in fondo la nostra condizione umana. Per questo, leggendo il seguito del versetto “…manteniamo ferma la professione della fede” (Eb 4,14) e, in particolare il versetto 16 del capitolo quarto della Lettera agli Ebrei, ci viene insegnato che il trono di Gesù Cristo, posto accanto a quello del Padre, è un trono della grazia. Si tratta cioè di una regalità espressa con l’immensità del dono. A questo trono possiamo accostarci “per ricevere misericordia e trovare grazia”, quando ne abbiamo bisogno. Dovrà essere cosi anche in occasione della prossima Visita pastorale. In tal modo l’infinito amore divino continua ad essere offerto a tutti. La “divinità”, infatti, non è un premio riservato ai più bravi, ma è offerta a tutti, a partire da quelli che fisicamente o spiritualmente sono ciechi, zoppi, lebbrosi, sordi, morti e poveri. A tutti. In questa ottica, già il Sinodo della fede ci aveva aperto gli occhi sul mistero e sul dinamismo della fede cristiana: essa è un dono inestimabile, un dono di grazia divina e di salvezza umana, un dono che libera le anime e le persone appesantite del peccato, dal male e dalla disperazione, aiutandole a guardare con speranza al futuro e ad operare nella società con carità e amore.
8. La verifica e la ricerca di nuove strade che si cercherà di realizzare nell’ambito della Visita pastorale nella prospettiva delineata dal tema della fede, dovrà concretamente fare riferimento al alcune indicazioni pastorali assai importanti del Sinodo diocesano, secondo la scansione in esso seguita: la fede annunciata, celebrata, testimoniata.
a) Per quanto riguarda la fede annunciata sarà necessario far tesoro dell’indicazione di fondo offerta dal Sinodo, riguardante l’urgenza che le nostre comunità acquistino un volto missionario. A questo riguardo sarà assai utile il riferimento ai nn. 24-40 del libro del Sinodo. Inoltre, richiamando le tematiche sulla catechesi ogni comunità si dovrà interrogare su:
– costituzione del collegio parrocchiale dei catechisti (nn. 44-49);
– formazione del catechista (nn. 50-55);
– scelta dei catechisti (nn. 56-57).
b) Per quanto riguarda la fede celebrata sarà molto utile leggere e meditare il documento introduttivo (nn. XXXI-LVII), dove vengono illustrate alcune esigenze connesse al riconoscimento del posto centrale e insostituibile che la liturgia deve avere nella comunità cristiana: “Il Sinodo, quindi, impegna la Chiesa tergestina a considerare la liturgia non come un oggetto da riformare, ma come un soggetto fondamentale per rinnovare la vita ecclesiale e cristiana” (n. XLI). In attesa che trovi compimento la delibera sinodale relativa alla pubblicazione del Direttorio diocesano liturgico-sacrametale, in vista della prossima Visita pastorale sarà necessario soffermarsi su queste tematiche:
– iniziazione cristiana dei ragazzi (nn. 82-93);
– iniziazione cristiana degli adulti (nn. 78-81; 94-95);
– formazione alla preghiera personale e in famiglia (nn. 130-144);
– formazione liturgica del popolo di Dio e gruppo parrocchiale di animazione liturgica (nn. 145-159).
c) Per quanto riguarda la fede testimoniata, il Sinodo diocesano si è particolarmente soffermato sulla missione specifica dei fedeli laici: “La sollecitazione del Sinodo diocesano a una maggiore valorizzazione dei fedeli laici nasce dalla constatazione che all’interno delle nostre comunità non è ancora stata superata una visione riduttiva del fedele laico, del suo essere e del suo operare (n. LXVI). Un’altra indicazione forte del Sinodo è stata l’invito ad un integrale e approfondito utilizzo del prezioso patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa. Essa ha di per sé il valore di uno strumento di evangelizzazione: in quanto tale, annuncia Dio e il mistero di salvezza in Cristo a ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l’uomo a se stesso” (n. LXXII). Facendo tesoro delle illuminanti indicazioni del Sinodo diocesano, per la prossima Visita pastorale sarà doveroso soffermarsi su questi punti:
– famiglia, sue possibilità e sue difficoltà; preparazione al matrimonio (nn. 162-178);
– giovani e proposta educativa (nn. 194-211);
– povertà e attività caritative (nn. 251- 260);
– fedeli laici e formazione all’impegno sociale e politico (nn. 236-250; 261-275).
Visita pastorale in parrocchia: preparazione e svolgimento
9. La Visita pastorale si rivolgerà in maniera privilegiata alle comunità parrocchiali, seguendo la scelta operata dal Sinodo: “La scelta della parrocchia è stata ribadita nel recente documento dei vescovi “Incontriamo Gesù”. Anche il Santo Padre Francesco ha raccomandato di valorizzare il radicamento in una dimensione comunitaria e territoriale visibile, riconoscibile e aperta. La comunità parrocchiale, nella sinfonia delle sue componenti, rimane pertanto il grembo concreto in cui prendono vita i percorsi di iniziazione cristiana, in cui si è accompagnati nel tempo della mistagogia (…) e in cui si continua a crescere attorno alla mensa eucaristica, maturando nella fraternità e nella prassi cristiana” (n. 73).
La Visita pastorale del Vescovo alla parrocchia intende dare slancio e vigore alle istanze sinodali e, nello stesso tempo, fare in modo di rafforzare l’unità e la comunione di tutta la Chiesa diocesana, in modo che le parrocchie – unitamente ai decanati, alle associazioni, ai movimenti e ai gruppi – riconoscano la loro vocazione a coltivare i beni preziosi dell’unità e della comunione, superando individualismi, particolarismi, separatezze così presenti, purtroppo, anche nella nostra realtà ecclesiale.
Con la Visita pastorale alle comunità parrocchiali, il vescovo si propone come principio e fondamento visibile dell’unità della Chiesa particolare. Lo farà, promuovendo e animando la Visita in fraterna collaborazione con il presbiterio diocesano e con tutti quelli che sono chiamati a riconoscere la loro vocazione a vivere in comunione, disponibili a ricevere e a dare, fermi nel rifiuto di ogni tendenza alla chiusura e all’isolamento.
In modo particolare il Vescovo cercherà di raccordare la vita pastorale delle comunità parrocchiali alle scelte pastorali della Chiesa diocesana, seguendo nello specifico i precisi orientamenti del Sinodo.
10. La Visita pastorale dovrà essere preparata in modo adeguato, in modo cioè che, dopo il Sinodo diocesano, possa diventare un’occasione per riscoprire la vita e la missione della Chiesa di Trieste. Per questo motivo, alla Visita bisogna dare tutta l’attenzione che merita, trattandosi di un evento significativo nella storia spirituale e religiosa della nostra Chiesa.
In vista di una preparazione che preluda ad una feconda e buona riuscita della Visita, mi permetto di offrire qualche indicazione.
a) È opportuno che la parrocchia, in tutte le sue componenti, sia informata per tempo circa i tempi e le modalità di attuazione della Visita. Si provveda, in particolare, a coinvolgere da subito e adeguatamente il Consiglio Pastorale Parrocchiale che, per decisione sinodale, deve essere presente in tutte le parrocchie della Diocesi.
b) Sarà bene che questo lavoro preparatorio non sia rivolto solo a coloro che abitualmente frequentano la comunità parrocchiale, ma si allarghi anche a quei battezzati e non, che continuano ad alimentare nel loro cuore la ricerca della verità e della giustizia, o sono in attesa di un’attenzione di misericordia e di perdono.
c) In attesa della Visita, sarà quanto mai utile predisporre un calendario di incontri di preghiera per invocare dal Signore tutte le grazie necessarie per conseguire il bene dell’anima.
d) Non dovranno mancare anche gli incontri formativi, dove illustrare con puntuali catechesi alcuni temi connessi con la Visita, facendo tesoro dei testi del Sinodo diocesano.
In questa prospettiva, sarà compito della Segreteria generale predisporre una serie di sussidi e di strumenti che rendano più agile il lavoro preparatorio. La Segreteria, inoltre, predisporrà alcune efficaci collaborazioni con i mezzi di comunicazione diocesani e non. Per quanto riguarda il programma della Visita nelle singole parrocchie, questo dovrà essere concordato con largo anticipo con il Vescovo e con il Segretario generale, secondo le modalità che verranno precisate con un apposito sussidio.
11. Una parola va spesa per illustrare le modalità circa lo svolgimento della Visita pastorale. Si tratta di una parola in un qualche modo obbligata dalle indicazioni del Direttorio per i Vescovi che considerano la Visita pastorale come una forma privilegiata di incontro, di conoscenza reciproca, di dialogo tra il Pastore e i fedeli, come a voler riprendere e ripetere le parole di Gesù: “Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” (Gv 10,14). Incontro, conoscenza, dialogo a partire dal comune patrimonio della fede e della carità cristiana in vista di confermare i buoni propositi sul fronte della testimonianza e dell’impegno apostolico. Se collocata in questa ottica, la Visita pastorale, quale incontro del Vescovo con la comunità parrocchiale, sarà l’occasione per confessare che Gesù è l’unico nostro Signore e l’unico Salvatore, che il suo Vangelo è la regola suprema della nostra vita, che la Chiesa con i suoi tesori sacramentali è la madre che ci nutre ed offrendoci la Parola è la maestra che ci istruisce, che la carità verso Dio e verso tutti scalda il nostro cuore, che tutti siamo accumunati dalla speranza in cieli nuovi e in una nuova terra. Su questa base, la prossima Visita pastorale privilegerà l’incontro con le persone, con i sacerdoti in maniera particolare. Tutte le altre incombenze connesse con l’esame dei luoghi di culto, delle strutture pastorali, dei beni culturali, artistici ed economici della parrocchia, che sono patrimonio della nostra Chiesa, saranno delegate dal Vescovo a dei suoi collaboratori (cf. Direttorio, n. 77).
L’incontro, la conoscenza reciproca e il dialogo saranno predisposti al meglio nel programma specifico della Visita, che prevederà, oltre gli incontri con gli organismi di comunione e con i vari gruppi, uno spazio adeguato per incontri individuali con il Vescovo. Non sarà possibile incontrare tutti personalmente, ma tutto deve essere fatto con la consapevolezza della presenza misteriosa e gratificante di Gesù che disse: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20).
Apertura della Visita pastorale
12. L’annuncio della Visita pastorale è avvenuto il 3 di novembre 2016, solenne ricorrenza celebrativa di san Giusto, patrono della nostra Chiesa e della città di Trieste, che abbiamo pregato affinché ci accompagni in questo evento di grazia, unitamente a tutti i santi e i beati tergestini. E’ a questa storia esemplare di santità e di comunione dei e con i santi che la nostra Chiesa deve attingere per vivere con profitto la prossima Visita pastorale e per guardare con fiducia al suo futuro. Nella solenne concelebrazione in Cattedrale, infatti, si sono ritrovati riuniti attorno alla mensa del Signore il Vescovo, i Vicari episcopali, il Capitolo, i Decani, molti parroci e sacerdoti della Diocesi, religiosi e religiose, il Consiglio pastorale diocesano, rappresentanti dei Consigli parrocchiali e del laicato associato nella Consulta della aggregazioni laicali e quanti hanno voluto prendervi parte spontaneamente: un segno di unità reso ricco dalla memoria devota per san Giusto. Per tutta la notte precedente, dopo la tradizionale veglia dei giovani, è stato esposto in Cattedrale il SS. Sacramento per l’adorazione eucaristica: si è pregato con fervore Gesù che, anche della nostra Chiesa, deve essere l’unico Capo e il vero Pastore.
13. Carissimi, vogliamo tutti insieme mettere la prossima Visita pastorale sotto la materna protezione della Madonna che, nel progetto di salvezza di Dio, fu protagonista di tante e decisive visite, quella dell’Angelo soprattutto che Le annunciava la sua divina maternità, ma anche quella che Lei stessa effettuò per andare ad incontrare la cugina Elisabetta. Come le sue anche la Visita pastorale che farò alla parrocchie della nostra amata Chiesa, sarà un evento di grazia perché a visitarci sarà il Signore, al quale andremo incontro pieni di gioia e gratitudine.
Inserito in: Home | 3 marzo 2018
VISITA PASTORALE – PREGHIERA – ITA/SLO
PREGHIERA
PREGHIERA
Padre celeste, sorgente inesauribile di salvezza,
che, nel Figlio tuo Gesù Cristo,
ci hai donato la grazia di una vita nuova,
invia lo Spirito Santo a vivificare
con la fede, la speranza, la carità
la Visita pastorale alla Chiesa di Trieste.
Padre celeste, fonte di misericordia,
fa’ che la Visita pastorale
accresca nella nostra Chiesa diocesana
la volontà di testimoniare il Vangelo di Gesù;
sostieni con la grazia del tuo amore
il Vescovo, i sacerdoti, i diaconi,
i religiosi, le religiose e tutti i fedeli laici.
Padre celeste, che ti prendi cura delle nostre anime,
fa’ che la Visita pastorale
ci aiuti ad essere capaci di una fede solida
a imitazione dei nostri Santi patroni;
fa’ che ci renda pieni di amore per la Chiesa tergestina,
coraggiosi nella difesa della vita e della famiglia,
pronti a servire i fratelli e le sorelle in povertà.
Padre celeste, che consoli i nostri cuori,
fa’ che la Visita pastorale,
sia protetta dal manto della Madonna,
Madre di Dio e Madre della Chiesa,
che accolse con un “Sì” la visita dell’Angelo
e corse premurosa a visitare la cugina Elisabetta:
sia Lei la stella che illumina
i passi presenti e futuri del tuo popolo a Trieste.
Giampaolo Crepaldi
MOLITEV
Nebeški Oče, neizčrpen odrešenjski vir.
V Jezusu Kristusu si nam
podaril milost novega življenja.
Prosimo te, pošlji Svetega Duha,
da nam poživi vero, upanje in ljubezen
v času Pastoralnega obiska v tržaški Cerkvi.
Nebeški Oče, studenec usmiljenja.
Prosimo te, da bi Pastoralni obisk
v naši tržaški Cerkvi,
pospešil željo po pričevanju
za Jezusov evangelij;
obenem pa podpiraj z milostjo tvoje ljubezni,
škofa, duhovnike, diakone, redovnike, redovnice
in vse verno božje ljudstvo.
Nebeški Oče, Ti skrbiš za naše duše.
Daj, da bi Pastoralni obisk
ob posnemanju naših svetih zavetnikov
pripomogel k trdni veri,
nas opogumil v obrambi vere in družine,
in nas pripravil služiti bratom
in sestram v pomankanju.
Nebeški Oče, tolažnik naših src.
Prosimo te, zaščiti Pastoralni obisk
s plaščem naše Gospe, Nebeške Matere in Matere Cerkve,
ki je s svojim DA sprejela angelov obisk
in pohitela k teti Elizabeti:
naj bo Ona-Marija tista zvezda, ki bo vodila
in razsvetljevala sedanje in bodoče korake
božjega ljudstva na Tržaškem
Giampaolo Crepaldi
Inserito in: Home | 21 marzo 2018
IL VESCOVO A VALMAURA
In un pomeriggio in cui bora e freddo imperversavano, giovedì 22 febbraio scorso la comunità della parrocchia della Beata Vergine Addolorata ha accolto con il calore del cuore il Vescovo Giampaolo che ha iniziato la visita pastorale, ricevuto alle porte della chiesa da don Alessandro e da don Sergio.
Tra i canti, i sorrisi, le preghiere e le domande cariche di stupore evangelico dei ragazzini dei corsi di catechismo, con le loro famiglie e le loro catechiste abbiamo vissuto una celebrazione della Parola in cui si è pregato con il vescovo e per il vescovo, con le parole di papa Francesco, che ha dato l’intonazione giusta a questa esperienza.
L’intonazione dell’incontro con gli operatori pastorali che si sono presentati con la testimonianza del servizio generoso che svolgono con le persone in parrocchia, un’unica comunità che parla italiano e sloveno e intende essere “casa del popolo di Dio, posto di creatività, di riferimento, di maternità”, come ha detto papa Francesco (27 luglio 2016 ai vescovi polacchi). L’intonazione di una comunità che collabora con uno spirito di famiglia è proseguita nella conviviale condivisione di una cena a buffet, in cui si è potuto conoscere maggiormente il Vescovo, e nell’incontro con il Consiglio Pastorale e con il Consiglio affari economici.
È stata illustrato al Vescovo il progetto della nuova Casa del Giovane di Giarizzole, che, con la ristrutturazione importante che dovrebbe essere completata entro l’inizio dell’estate, vuol essere con i suoi ospitali spazi interni ed esterni una risorsa aggregativa, sportiva e ricreativa a livello umano e spirituale per tutto il rione di Valmaura, in particolare per i ragazzi. La visita al cantiere di questo centro giovanile, assieme a chi ne ha reso possibile la realizzazione, ha lasciato un’impressione molto positiva per le prosepettive promettenti di questa struttura in una Chiesa che vive tra le case dei suoi figli e delle sue figlie (cf. Evangelii Gaudium 28).
Nella mattinata di venerdì 23 abbiamo camminato col pastore della Chiesa diocesana nel territorio della parrocchia a trovare alcune persone che vivono povertà e disagi di vario tipo, destinatarie dell’attenzione congiunta della Microarea dei Servizi sociali, della parrocchia e dell’Ater. Una bella ed efficace testimonianza di impegno comune a favore di chi fa più fatica.
Il clima prevalente è stato quello dell’accoglienza semplice e familiare, che Mons. Crepaldi ha potuto gustare anche nelle occasioni di caldo ristoro condiviso con preti e parrocchiani.
Il pomeriggio di venerdì è stato dedicato all’Alma Pallacanestro Trieste nell’Alma Arena e alla Unione Sportiva Triestina calcio 1918, presso lo stadio N. Rocco: due incontri di grande cordialità e simpatia con le due realtà sportive più significative presenti sul territorio parrocchiale e che coinvolgono un centinaio di giovani giocatori, decine di allenatori, dirigenti, altri responsabili e alcune migliaia di tifosi appassionatissimi.
La chiamata di tutti alla santità, da porre a fondamento della programmazione pastorale, è stato il tema dell’incontro sulla Quaresima che Mons. Crepaldi ha tenuto in parrocchia nella serata di venerdì 23: “Dobbiamo abituarci a riconoscere la santità anche in tanti cristiani conosciuti nell’ordinarietà e quotidianità della vita. Essi sono spesso persone molto semplici, ma che vivono la fede in Cristo con intensità, amore e disinteresse; che testimoniano la carità anche in situazioni difficili”.
L’aria gelida di sabato 24 pomeriggio non ha impedito al gruppo giovani di innalzare con il vescovo parole e canti di pace nel momento di preghiera e riflessione vissuto alla Risiera di San Sabba, ferita drammatica e profonda nel terreno della nostra storia, perché in Gesù “nostra pace” sia abbattuto ogni muro di inimicizia tra gli uomini (cf. Ef 2,13-14).
Questa visita pastorale ha significato incontrare il cammino dell’Ordine secolare dei Servi di Maria, che hanno plasmato con la loro spiritualità e la loro testimonianza la vita della comunità della Beata Vergine Addolorata, offrendo una risorsa da condividere e diffondere in Diocesi.
Dopo aver predicato a tutte le celebrazioni eucaristiche del mattino e aver incontrato la comunità di lingua slovena, domenica 25 febbraio, nella santa Messa delle ore 11, il vescovo, ha conferito il sacramento della Cresima a 13 ragazzi, cresciuti e maturati nella fede in parrocchia come uno dei più bei frutti della nostra amata periferia. L’unzione dello Spirito data in questa occasione ha lasciato un senso di festa, di gioia nel Signore Gesù che speriamo caratterizzi la continuità della vita cristiana di questi giovani nella nostra comunità, che ha salutato Mons. Giampaolo Crepaldi con quella riconoscenza e quella benevolenza che scaldano il cuore anche quando fuori fa freddo.
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 20 marzo 2018
Tra i canti, i sorrisi, le preghiere e le domande cariche di stupore evangelico dei ragazzini dei corsi di catechismo, con le loro famiglie e le loro catechiste abbiamo vissuto una celebrazione della Parola in cui si è pregato con il vescovo e per il vescovo, con le parole di papa Francesco, che ha dato l’intonazione giusta a questa esperienza.
L’intonazione dell’incontro con gli operatori pastorali che si sono presentati con la testimonianza del servizio generoso che svolgono con le persone in parrocchia, un’unica comunità che parla italiano e sloveno e intende essere “casa del popolo di Dio, posto di creatività, di riferimento, di maternità”, come ha detto papa Francesco (27 luglio 2016 ai vescovi polacchi). L’intonazione di una comunità che collabora con uno spirito di famiglia è proseguita nella conviviale condivisione di una cena a buffet, in cui si è potuto conoscere maggiormente il Vescovo, e nell’incontro con il Consiglio Pastorale e con il Consiglio affari economici.
È stata illustrato al Vescovo il progetto della nuova Casa del Giovane di Giarizzole, che, con la ristrutturazione importante che dovrebbe essere completata entro l’inizio dell’estate, vuol essere con i suoi ospitali spazi interni ed esterni una risorsa aggregativa, sportiva e ricreativa a livello umano e spirituale per tutto il rione di Valmaura, in particolare per i ragazzi. La visita al cantiere di questo centro giovanile, assieme a chi ne ha reso possibile la realizzazione, ha lasciato un’impressione molto positiva per le prosepettive promettenti di questa struttura in una Chiesa che vive tra le case dei suoi figli e delle sue figlie (cf. Evangelii Gaudium 28).
Nella mattinata di venerdì 23 abbiamo camminato col pastore della Chiesa diocesana nel territorio della parrocchia a trovare alcune persone che vivono povertà e disagi di vario tipo, destinatarie dell’attenzione congiunta della Microarea dei Servizi sociali, della parrocchia e dell’Ater. Una bella ed efficace testimonianza di impegno comune a favore di chi fa più fatica.
Il clima prevalente è stato quello dell’accoglienza semplice e familiare, che Mons. Crepaldi ha potuto gustare anche nelle occasioni di caldo ristoro condiviso con preti e parrocchiani.
Il pomeriggio di venerdì è stato dedicato all’Alma Pallacanestro Trieste nell’Alma Arena e alla Unione Sportiva Triestina calcio 1918, presso lo stadio N. Rocco: due incontri di grande cordialità e simpatia con le due realtà sportive più significative presenti sul territorio parrocchiale e che coinvolgono un centinaio di giovani giocatori, decine di allenatori, dirigenti, altri responsabili e alcune migliaia di tifosi appassionatissimi.
La chiamata di tutti alla santità, da porre a fondamento della programmazione pastorale, è stato il tema dell’incontro sulla Quaresima che Mons. Crepaldi ha tenuto in parrocchia nella serata di venerdì 23: “Dobbiamo abituarci a riconoscere la santità anche in tanti cristiani conosciuti nell’ordinarietà e quotidianità della vita. Essi sono spesso persone molto semplici, ma che vivono la fede in Cristo con intensità, amore e disinteresse; che testimoniano la carità anche in situazioni difficili”.
L’aria gelida di sabato 24 pomeriggio non ha impedito al gruppo giovani di innalzare con il vescovo parole e canti di pace nel momento di preghiera e riflessione vissuto alla Risiera di San Sabba, ferita drammatica e profonda nel terreno della nostra storia, perché in Gesù “nostra pace” sia abbattuto ogni muro di inimicizia tra gli uomini (cf. Ef 2,13-14).
Questa visita pastorale ha significato incontrare il cammino dell’Ordine secolare dei Servi di Maria, che hanno plasmato con la loro spiritualità e la loro testimonianza la vita della comunità della Beata Vergine Addolorata, offrendo una risorsa da condividere e diffondere in Diocesi.
Dopo aver predicato a tutte le celebrazioni eucaristiche del mattino e aver incontrato la comunità di lingua slovena, domenica 25 febbraio, nella santa Messa delle ore 11, il vescovo, ha conferito il sacramento della Cresima a 13 ragazzi, cresciuti e maturati nella fede in parrocchia come uno dei più bei frutti della nostra amata periferia. L’unzione dello Spirito data in questa occasione ha lasciato un senso di festa, di gioia nel Signore Gesù che speriamo caratterizzi la continuità della vita cristiana di questi giovani nella nostra comunità, che ha salutato Mons. Giampaolo Crepaldi con quella riconoscenza e quella benevolenza che scaldano il cuore anche quando fuori fa freddo.
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 20 marzo 2018
IL VESCOVO IN VISITA ALLA MADONNA DI LOURDES
Nelle giornate del 27, 28 e 29 gennaio scorso il nostro Vescovo, S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi, è venuto in visita pastorale nella nostra parrocchia, dedicata a Nostra Signora di Lourdes (Altura).
Il Vescovo ha iniziato la visita nella nostra comunità incontrando due malati che, assieme alle loro famiglie, da tempo convivono con la sofferenza.
Questo incontro ha avuto una grande risonanza a livello di fede e il tema è stato ripreso nell’omelia della Messa domenicale delle ore 11. Monsignor Crepaldi ha sottolineato il privilegio di avere la Madonna di Lourdes come patrona della nostra parrocchia. «È Lei, abitata da Dio, che dobbiamo prendere come esempio di vita» — sono state le parole dell’Arcivescovo. «Allo stesso modo la Chiesa e tutti i cristiani devono lasciarsi abitare da Dio per diventare a loro volta testimoni di Dio». Mons. Crpealdi a invitato tutti ad andare in pellegrinaggio a Lourdes, almeno una volta nella vita, sottolineando come il valore della preghiera dei numerosi malati riuniti in quel luogo sia una continua fonte di grazia per la Chiesa intera.
La comunità parrocchiale ha accolto con gioia il suo pastore, il quale che ha voluto incontrare tutte le realtà parrocchiali: il gruppo di Azione Cattolica Giovanissimi, il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari Economici, la conferenza San Vincenzo de’ Paoli, il coro, i catechisti ed il gruppo del “filo di lana”. A tutti ha espresso il suo ringraziamento ed il suo incoraggiamento a continuare nel servizio intrapreso, ricordando come sia di fondamentale importanza l’impegno dei laici a stretto contatto con il parroco, per poter essere espressione dell’amore di Dio verso tutti gli uomini.
Sabato sera, il Vescovo si è quindi unito al gruppo della catechesi per adulti, proponendo alcune riflessioni sui comandamenti — tema della catechesi parrocchiale —, dando spazio anche al racconto di alcuni aneddoti riguardanti lui e la sua famiglia. In particolare, ha sottolineato che i comandamenti — secondo l’insegnamento di Gesù — si sintetizzano nell’amare profondamente Dio Nostro Padre e Creatore e con lo stesso amore il nostro prossimo, cominciando soprattutto dalle persone che ci sono più vicine. La serata è poi proseguita con un momento conviviale insieme al Vescovo, in un clima di familiarità gioiosa.
Momento significativo della visita è stato anche l’incontro con i ragazzi che si preparano a ricevere i sacramenti e con i ragazzi che hanno già ricevuto la Cresima nel 2017. A tutti, e in particolare ai genitori, che numerosi hanno accompagnato i loro figli, il Vescovo ha raccomandato come sia importante, all’interno della famiglia, fare spazio a Dio, unica sorgente di amore, perdono, pazienza, solidarietà e gratuità.
Grati al Signore per questo momento così importante per la nostra comunità riunita attorno al suo pastore, ci affidiamo all’intercessione della nostra patrona, la Beata Vergine di Lourdes, di cui proprio in questi giorni ricorre la memoria: sappia lei guidarci sempre perché la nostra parrocchia sia sempre — come lei — abitata interamente da Dio.
La comunità parrocchiale di N.S. di Lourdes
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 febbraio 2018
Il Vescovo ha iniziato la visita nella nostra comunità incontrando due malati che, assieme alle loro famiglie, da tempo convivono con la sofferenza.
Questo incontro ha avuto una grande risonanza a livello di fede e il tema è stato ripreso nell’omelia della Messa domenicale delle ore 11. Monsignor Crepaldi ha sottolineato il privilegio di avere la Madonna di Lourdes come patrona della nostra parrocchia. «È Lei, abitata da Dio, che dobbiamo prendere come esempio di vita» — sono state le parole dell’Arcivescovo. «Allo stesso modo la Chiesa e tutti i cristiani devono lasciarsi abitare da Dio per diventare a loro volta testimoni di Dio». Mons. Crpealdi a invitato tutti ad andare in pellegrinaggio a Lourdes, almeno una volta nella vita, sottolineando come il valore della preghiera dei numerosi malati riuniti in quel luogo sia una continua fonte di grazia per la Chiesa intera.
La comunità parrocchiale ha accolto con gioia il suo pastore, il quale che ha voluto incontrare tutte le realtà parrocchiali: il gruppo di Azione Cattolica Giovanissimi, il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari Economici, la conferenza San Vincenzo de’ Paoli, il coro, i catechisti ed il gruppo del “filo di lana”. A tutti ha espresso il suo ringraziamento ed il suo incoraggiamento a continuare nel servizio intrapreso, ricordando come sia di fondamentale importanza l’impegno dei laici a stretto contatto con il parroco, per poter essere espressione dell’amore di Dio verso tutti gli uomini.
Sabato sera, il Vescovo si è quindi unito al gruppo della catechesi per adulti, proponendo alcune riflessioni sui comandamenti — tema della catechesi parrocchiale —, dando spazio anche al racconto di alcuni aneddoti riguardanti lui e la sua famiglia. In particolare, ha sottolineato che i comandamenti — secondo l’insegnamento di Gesù — si sintetizzano nell’amare profondamente Dio Nostro Padre e Creatore e con lo stesso amore il nostro prossimo, cominciando soprattutto dalle persone che ci sono più vicine. La serata è poi proseguita con un momento conviviale insieme al Vescovo, in un clima di familiarità gioiosa.
Momento significativo della visita è stato anche l’incontro con i ragazzi che si preparano a ricevere i sacramenti e con i ragazzi che hanno già ricevuto la Cresima nel 2017. A tutti, e in particolare ai genitori, che numerosi hanno accompagnato i loro figli, il Vescovo ha raccomandato come sia importante, all’interno della famiglia, fare spazio a Dio, unica sorgente di amore, perdono, pazienza, solidarietà e gratuità.
Grati al Signore per questo momento così importante per la nostra comunità riunita attorno al suo pastore, ci affidiamo all’intercessione della nostra patrona, la Beata Vergine di Lourdes, di cui proprio in questi giorni ricorre la memoria: sappia lei guidarci sempre perché la nostra parrocchia sia sempre — come lei — abitata interamente da Dio.
La comunità parrocchiale di N.S. di Lourdes
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 febbraio 2018
INIZIA LA VISITA PASTORALE AL DECANATO DI GESÙ DIVINO OPERAIO
Dal 19 al 21 gennaio si è svolta la Visita Pastorale del Vescovo Giampaolo alla nostra parrocchia di Gesù Divino Operaio. Il programma di questi tre giorni è stato intenso, attraverso l’incontro con le realtà presenti e operanti in parrocchia e sul territorio.
La visita si è aperta, in modo gioioso e fresco, con i bambini e ragazzi delle scuole elementari “Foschiatti” e “Rossetti” e la media “Caprin”, che ha ospitato un centinaio di alunni dell’Istituto Comprensivo Valmaura nella sua aula magna. Il dirigente scolastico, dott. Mauro Dellore, ha rivolto un deferente saluto al Vescovo, quale autorità religiosa della nostra città, e monsignor Crepaldi ha spiegato ai bambini il significato della Visita Pastorale. Le insegnanti hanno poi organizzato un momento musicale, in cui i ragazzi si sono cimentati in pezzi per pianoforte, xilofono, ensemble di fisarmoniche e di flauti dolci. Una classe ha illustrato il progetto del “Dado della Pace”, che nasce da un’idea di Chiara Lubich: il dado, gettato a inizio giornata dai bambini, invita di volta in volta ad un atteggiamento di condivisione, accoglienza e amore per il prossimo. Il Vescovo ha risposto poi con simpatia alle numerose domande e curiosità dei bambini, dispensando buoni consigli per il loro futuro.
La visita è proseguita nel pomeriggio nella cappella della parrocchia con gli 80 bambini e ragazzi del catechismo e i loro genitori. Ai bambini il Vescovo Giampaolo ha ricordato l’importanza dei sacramenti e della preparazione fatta con costanza e serietà; ai genitori ha chiesto l’impegno per un’alleanza educativa, perché – ha spiegato – «I bambini non ascoltano le parole del Vescovo, e nemmeno del parroco, bensì ascoltano prima di tutto le vostre… a voi credono! Siate voi i primi testimoni della fede per i vostri ragazzi, e – perché no? – in quella piccola chiesa domestica che è la famiglia i genitori benedicano i figli e preghino con loro: questo vale ben più del catechismo!»
Approfittando del clima mite del pomeriggio, il Vescovo, accompagnato dal parroco don Christian, dal viceparroco don Davide e dal segretario della visita don Andrea Mosca, ha proseguito a piedi per le strade del rione per visitare nelle loro case ammalati e anziani: ha ascoltato le loro storie di sofferenza e tuttavia di grande fiducia nel Signore e li ha ringraziati per il ministero della preghiera, svolto anche per coloro che non hanno tempo di farlo. La prima giornata si è conclusa con la Messa e la cena nella Comunità delle Suore di Carità dell’Assunzione, che vivono e operano a Giarizzole: lì ha potuto conoscere il servizio che queste consacrate fanno verso i malati, i poveri e i bambini.
Sabato mattina il Vescovo Giampaolo ha incontrato gli operatori della carità, un folto gruppo di signore, che potremmo definire “le colonne della comunità” di Gesù Divino Operaio: alcune di esse, infatti, hanno visto nascere la chiesa stessa e ogni giorno vivono la parrocchia con molteplici attività, che però partono innanzitutto dalla partecipazione quotidiana all’Eucarestia. Esse si occupano della raccolta e distribuzione del vestiario, della pulizia della chiesa, della composizione dei fiori, sempre molto curati, e della distribuzione delle borse di generi alimentari, che vengono portate a volte anche a domicilio: in questo modo si tocca con mano la situazione di precarietà e povertà. Alcune di esse organizzano il mercatino di Natale e ogni due settimane coinvolgono persone sole o anziane nella tombola pomeridiana. A queste persone monsignor Crepaldi ha rivolto un grande ringraziamento e incoraggiamento, perché la fede di una comunità va accompagnata dalle opere di misericordia e carità. Un compito urgente è quello di individuare nuove forze disponibili ad aiutare queste generose signore.
Nel pomeriggio del sabato è stata la volta del gruppo dei catechisti, i quali hanno espresso da un lato la gioia di trasmettere la fede alle nuove generazioni, dall’altro hanno evidenziato con franchezza la difficoltà di avere di fronte bambini con famiglie spesso “allargate” o disgregate. Il Vescovo, da parte sua positivamente meravigliato dall’alto numero di ragazzi seguiti, ha spronato i catechisti a puntare sul gruppo del dopo-cresima, per portare freschezza alla comunità e li ha invitati a incontrarsi come gruppo dei catechisti per avere momenti di formazione e preghiera. In serata ha incontrato il Consiglio Affari Economici, i tesserati dell’Azione Cattolica parrocchiale e i collaboratori che animano i vari aspetti della vita parrocchiale (dalla liturgia fino alla festa campestre). Dopo aver ascoltato queste pietre vive della comunità, li ha ringraziati per il loro servizio e li ha incoraggiati con queste parole: «La visita pastorale è un’esperienza importante di crescita, sia per il vescovo che per la gente. La prima cosa da coltivare è la qualità della nostra vita spirituale e il rapporto con i sacramenti e la Parola di Dio: solo allora il fare diventa facile e fecondo, non si cade nella accidia spirituale e nelle lamentazioni. È importante trovarsi assieme come collaboratori facendo sì che il servizio degli uni non sia scollegato con quello degli altri e si possano portare all’attenzione di tutti i problemi da risolvere, per farlo insieme».
Sabato sera e domenica ha assistito alle celebrazioni eucaristiche, presiedute dal parroco don Christian, da don Carlo Boschin e don Davide Chersicla, e ha presieduto la Messa principale, dove ha ricevuto l’abbraccio della comunità cristiana. «L’Eucaristia con la quale si conclude la mia visita pastorale – ha ricordato nell’omelia –, è il punto da cui la comunità deve partire per vivere la fede, che nasce dall’ascolto della Parola di Dio e che poi essa testimonia con la carità e l’attenzione all’altro!»
La comunità parrocchiale
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 gennaio 2018
La visita si è aperta, in modo gioioso e fresco, con i bambini e ragazzi delle scuole elementari “Foschiatti” e “Rossetti” e la media “Caprin”, che ha ospitato un centinaio di alunni dell’Istituto Comprensivo Valmaura nella sua aula magna. Il dirigente scolastico, dott. Mauro Dellore, ha rivolto un deferente saluto al Vescovo, quale autorità religiosa della nostra città, e monsignor Crepaldi ha spiegato ai bambini il significato della Visita Pastorale. Le insegnanti hanno poi organizzato un momento musicale, in cui i ragazzi si sono cimentati in pezzi per pianoforte, xilofono, ensemble di fisarmoniche e di flauti dolci. Una classe ha illustrato il progetto del “Dado della Pace”, che nasce da un’idea di Chiara Lubich: il dado, gettato a inizio giornata dai bambini, invita di volta in volta ad un atteggiamento di condivisione, accoglienza e amore per il prossimo. Il Vescovo ha risposto poi con simpatia alle numerose domande e curiosità dei bambini, dispensando buoni consigli per il loro futuro.
La visita è proseguita nel pomeriggio nella cappella della parrocchia con gli 80 bambini e ragazzi del catechismo e i loro genitori. Ai bambini il Vescovo Giampaolo ha ricordato l’importanza dei sacramenti e della preparazione fatta con costanza e serietà; ai genitori ha chiesto l’impegno per un’alleanza educativa, perché – ha spiegato – «I bambini non ascoltano le parole del Vescovo, e nemmeno del parroco, bensì ascoltano prima di tutto le vostre… a voi credono! Siate voi i primi testimoni della fede per i vostri ragazzi, e – perché no? – in quella piccola chiesa domestica che è la famiglia i genitori benedicano i figli e preghino con loro: questo vale ben più del catechismo!»
Approfittando del clima mite del pomeriggio, il Vescovo, accompagnato dal parroco don Christian, dal viceparroco don Davide e dal segretario della visita don Andrea Mosca, ha proseguito a piedi per le strade del rione per visitare nelle loro case ammalati e anziani: ha ascoltato le loro storie di sofferenza e tuttavia di grande fiducia nel Signore e li ha ringraziati per il ministero della preghiera, svolto anche per coloro che non hanno tempo di farlo. La prima giornata si è conclusa con la Messa e la cena nella Comunità delle Suore di Carità dell’Assunzione, che vivono e operano a Giarizzole: lì ha potuto conoscere il servizio che queste consacrate fanno verso i malati, i poveri e i bambini.
Sabato mattina il Vescovo Giampaolo ha incontrato gli operatori della carità, un folto gruppo di signore, che potremmo definire “le colonne della comunità” di Gesù Divino Operaio: alcune di esse, infatti, hanno visto nascere la chiesa stessa e ogni giorno vivono la parrocchia con molteplici attività, che però partono innanzitutto dalla partecipazione quotidiana all’Eucarestia. Esse si occupano della raccolta e distribuzione del vestiario, della pulizia della chiesa, della composizione dei fiori, sempre molto curati, e della distribuzione delle borse di generi alimentari, che vengono portate a volte anche a domicilio: in questo modo si tocca con mano la situazione di precarietà e povertà. Alcune di esse organizzano il mercatino di Natale e ogni due settimane coinvolgono persone sole o anziane nella tombola pomeridiana. A queste persone monsignor Crepaldi ha rivolto un grande ringraziamento e incoraggiamento, perché la fede di una comunità va accompagnata dalle opere di misericordia e carità. Un compito urgente è quello di individuare nuove forze disponibili ad aiutare queste generose signore.
Nel pomeriggio del sabato è stata la volta del gruppo dei catechisti, i quali hanno espresso da un lato la gioia di trasmettere la fede alle nuove generazioni, dall’altro hanno evidenziato con franchezza la difficoltà di avere di fronte bambini con famiglie spesso “allargate” o disgregate. Il Vescovo, da parte sua positivamente meravigliato dall’alto numero di ragazzi seguiti, ha spronato i catechisti a puntare sul gruppo del dopo-cresima, per portare freschezza alla comunità e li ha invitati a incontrarsi come gruppo dei catechisti per avere momenti di formazione e preghiera. In serata ha incontrato il Consiglio Affari Economici, i tesserati dell’Azione Cattolica parrocchiale e i collaboratori che animano i vari aspetti della vita parrocchiale (dalla liturgia fino alla festa campestre). Dopo aver ascoltato queste pietre vive della comunità, li ha ringraziati per il loro servizio e li ha incoraggiati con queste parole: «La visita pastorale è un’esperienza importante di crescita, sia per il vescovo che per la gente. La prima cosa da coltivare è la qualità della nostra vita spirituale e il rapporto con i sacramenti e la Parola di Dio: solo allora il fare diventa facile e fecondo, non si cade nella accidia spirituale e nelle lamentazioni. È importante trovarsi assieme come collaboratori facendo sì che il servizio degli uni non sia scollegato con quello degli altri e si possano portare all’attenzione di tutti i problemi da risolvere, per farlo insieme».
Sabato sera e domenica ha assistito alle celebrazioni eucaristiche, presiedute dal parroco don Christian, da don Carlo Boschin e don Davide Chersicla, e ha presieduto la Messa principale, dove ha ricevuto l’abbraccio della comunità cristiana. «L’Eucaristia con la quale si conclude la mia visita pastorale – ha ricordato nell’omelia –, è il punto da cui la comunità deve partire per vivere la fede, che nasce dall’ascolto della Parola di Dio e che poi essa testimonia con la carità e l’attenzione all’altro!»
La comunità parrocchiale
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 gennaio 2018
FESTEGGIANDO SANTA LUCIA IN MODO SPECIALE.
Mercoledì 13 dicembre, festa di Santa Lucia, si è conclusa la visita pastorale del vescovo Giampaolo alla parrocchia di San Bartolomeo Apostolo nel rione di Barcola; visita che non ha coinvolto solo la comunità parrocchiale, ma anche le diverse realtà presenti nel territorio. Sono stati giorni molto intensi, che si sono rivelati per tutti un vero momento di grazia.
La parrocchia di Barcola, dal 2015, è retta da don Antonio Greco, coadiuvato da monsignor Francesco Voncina e da don Francesco Faraci. Per primi il vescovo ha incontrato i più piccoli fra i “barcolani”, ossia i bambini italiani della scuola dell’infanzia gestita dalle Suore orsoline: da parte dei bambini, che hanno realizzato un simpatico cartellone su come loro vedono il vescovo, e da parte di tutto il personale scolastico, l’accoglienza è stata calorosa e festosa. Nella stessa mattinata di venerdì 1° dicembre, primo giorno della visita pastorale, il vescovo ha incontrato anche i bambini sloveni della scuola primaria “Fran Saleški Finžgar”, che lo hanno salutato con il gioioso canto di pace “Evenu shalom”, cantato anche in sloveno. Dopo i più piccoli è stato il momento dei più anziani: il vescovo infatti ha visitato la casa di risposo gestita dalle Suore orsoline, che accoglie circa una ventina di ospiti, e ha fatto visita ad alcuni ammalati nelle loro case.
Un appuntamento particolarmente significativo è stato quello presso il Centro di igiene mentale (CIM), situato in viale Miramare. Dopo la visita guidata alla struttura sanitaria, efficiente e all’avanguardia nella cura delle malattie psichiche, il vescovo Giampaolo si è intrattenuto con gli ospiti del centro e con il personale sanitario, che gli ha riservato un’accoglienza molto cordiale.
La prima giornata di visita si è conclusa con l’assemblea parrocchiale aperta a tutti. In quell’occasione, come anche nell’incontro con la comunità slovena e nelle omelie tenute durante le celebrazioni eucaristiche, il vescovo ha richiamato alcuni ambiti in cui maggiormente i cristiani sono chiamati a impegnarsi: il rafforzamento dell’unità e del senso di appartenenza alla Chiesa, l’impegno missionario, la presenza nella vita sociale e politica, l’attenzione alle nuove generazioni, così difficili da coinvolgere nel tessuto ecclesiale, e la carità.
Molto partecipato è stato anche l’incontro del vescovo Giampaolo con i bambini e i ragazzi che frequentano la catechesi parrocchiale in vista della Prima comunione e della Cresima. All’incontro hanno preso parte anche i genitori, che hanno accolto con favore le propose del vescovo, in particolare quella di costituire anche a Barcola un gruppo famiglie che offra l’opportunità di confrontarsi sulle sfide educative e di crescere sul piano della fede.
Grande risposta ha ottenuto anche l’incontro con i sei circoli nautici della zona, che si sono dati appuntamento presso la sede dei canottieri “Saturnia”, non distante dalla chiesa parrocchiale. Dai volti e dagli interventi si è percepito il grande piacere suscitato dalla visita del vescovo, che si è protratta a lungo, in quella familiarità che gli amici del mare sanno sempre creare. A loro il vescovo ha fatto dono del “Breviario aquileiese”.
Sempre animato dal desiderio di conoscere il territorio, il vescovo ha fatto visita anche al benemerito istituto Rittmeyer, noto in tutta Italia per il sostegno ai non vedenti. L’incontro con gli ospiti e il personale, che si è tenuto proprio il 13 dicembre, festa di Santa Lucia, patrona dei non vedenti, è stato arricchito dalla presentazione storica dell’istituto, dall’illustrazione delle nuove tecnologie e dalla visita ai laboratori.
Momento culminante della visita sono state le celebrazioni eucaristiche in lingua italiana e in lingua slovena, nelle quali il vescovo ha rivolto il suo messaggio conclusivo alla comunità. Le letture della prima domenica di Avvento, incentrate sul tema dell’attesa e della veglia, gli hanno offerto lo spunto per ricordare che come cristiani siamo chiamati ad essere sempre «consapevoli del momento», a guardarci attorno e a interrogarci su quello che facciamo, cercando di interpretare i segni dei tempi. «Essere desti – ci ha detto il vescovo – significa giudicare gli eventi con il pensiero di Dio. Come gli altri cittadini, i cristiani costruiscono una famiglia, lavorano, si impegnano nel sociale e nella politica, viaggiano, praticano gli sport, ecc., ma fanno tutto ciò con un giudizio che viene loro dall’alto».
Nella stessa domenica il vescovo ha anche amministrato la Cresima a nove ragazzi e il battesimo a una bambina, cosicché in un giorno solo sono stati celebrati tutti tre i sacramenti dell’iniziazione cristiana, i segni della fede che rendono discepoli di Cristo e introducono il cristiano alla vita della Chiesa (Battesimo, Cresima ed Eucaristia). Alla piccola Bianca Recidivi, che ha avuto l’onore di essere stata battezzata dal vescovo Giampaolo, ai ragazzi che hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo e a tutta la comunità parrocchiale di Barcola auguriamo che quanto vissuto negli intensissimi giorni della visita pastorale porti abbondanti frutti.
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 dicembre 2017
La parrocchia di Barcola, dal 2015, è retta da don Antonio Greco, coadiuvato da monsignor Francesco Voncina e da don Francesco Faraci. Per primi il vescovo ha incontrato i più piccoli fra i “barcolani”, ossia i bambini italiani della scuola dell’infanzia gestita dalle Suore orsoline: da parte dei bambini, che hanno realizzato un simpatico cartellone su come loro vedono il vescovo, e da parte di tutto il personale scolastico, l’accoglienza è stata calorosa e festosa. Nella stessa mattinata di venerdì 1° dicembre, primo giorno della visita pastorale, il vescovo ha incontrato anche i bambini sloveni della scuola primaria “Fran Saleški Finžgar”, che lo hanno salutato con il gioioso canto di pace “Evenu shalom”, cantato anche in sloveno. Dopo i più piccoli è stato il momento dei più anziani: il vescovo infatti ha visitato la casa di risposo gestita dalle Suore orsoline, che accoglie circa una ventina di ospiti, e ha fatto visita ad alcuni ammalati nelle loro case.
Un appuntamento particolarmente significativo è stato quello presso il Centro di igiene mentale (CIM), situato in viale Miramare. Dopo la visita guidata alla struttura sanitaria, efficiente e all’avanguardia nella cura delle malattie psichiche, il vescovo Giampaolo si è intrattenuto con gli ospiti del centro e con il personale sanitario, che gli ha riservato un’accoglienza molto cordiale.
La prima giornata di visita si è conclusa con l’assemblea parrocchiale aperta a tutti. In quell’occasione, come anche nell’incontro con la comunità slovena e nelle omelie tenute durante le celebrazioni eucaristiche, il vescovo ha richiamato alcuni ambiti in cui maggiormente i cristiani sono chiamati a impegnarsi: il rafforzamento dell’unità e del senso di appartenenza alla Chiesa, l’impegno missionario, la presenza nella vita sociale e politica, l’attenzione alle nuove generazioni, così difficili da coinvolgere nel tessuto ecclesiale, e la carità.
Molto partecipato è stato anche l’incontro del vescovo Giampaolo con i bambini e i ragazzi che frequentano la catechesi parrocchiale in vista della Prima comunione e della Cresima. All’incontro hanno preso parte anche i genitori, che hanno accolto con favore le propose del vescovo, in particolare quella di costituire anche a Barcola un gruppo famiglie che offra l’opportunità di confrontarsi sulle sfide educative e di crescere sul piano della fede.
Grande risposta ha ottenuto anche l’incontro con i sei circoli nautici della zona, che si sono dati appuntamento presso la sede dei canottieri “Saturnia”, non distante dalla chiesa parrocchiale. Dai volti e dagli interventi si è percepito il grande piacere suscitato dalla visita del vescovo, che si è protratta a lungo, in quella familiarità che gli amici del mare sanno sempre creare. A loro il vescovo ha fatto dono del “Breviario aquileiese”.
Sempre animato dal desiderio di conoscere il territorio, il vescovo ha fatto visita anche al benemerito istituto Rittmeyer, noto in tutta Italia per il sostegno ai non vedenti. L’incontro con gli ospiti e il personale, che si è tenuto proprio il 13 dicembre, festa di Santa Lucia, patrona dei non vedenti, è stato arricchito dalla presentazione storica dell’istituto, dall’illustrazione delle nuove tecnologie e dalla visita ai laboratori.
Momento culminante della visita sono state le celebrazioni eucaristiche in lingua italiana e in lingua slovena, nelle quali il vescovo ha rivolto il suo messaggio conclusivo alla comunità. Le letture della prima domenica di Avvento, incentrate sul tema dell’attesa e della veglia, gli hanno offerto lo spunto per ricordare che come cristiani siamo chiamati ad essere sempre «consapevoli del momento», a guardarci attorno e a interrogarci su quello che facciamo, cercando di interpretare i segni dei tempi. «Essere desti – ci ha detto il vescovo – significa giudicare gli eventi con il pensiero di Dio. Come gli altri cittadini, i cristiani costruiscono una famiglia, lavorano, si impegnano nel sociale e nella politica, viaggiano, praticano gli sport, ecc., ma fanno tutto ciò con un giudizio che viene loro dall’alto».
Nella stessa domenica il vescovo ha anche amministrato la Cresima a nove ragazzi e il battesimo a una bambina, cosicché in un giorno solo sono stati celebrati tutti tre i sacramenti dell’iniziazione cristiana, i segni della fede che rendono discepoli di Cristo e introducono il cristiano alla vita della Chiesa (Battesimo, Cresima ed Eucaristia). Alla piccola Bianca Recidivi, che ha avuto l’onore di essere stata battezzata dal vescovo Giampaolo, ai ragazzi che hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo e a tutta la comunità parrocchiale di Barcola auguriamo che quanto vissuto negli intensissimi giorni della visita pastorale porti abbondanti frutti.
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 dicembre 2017
GRANDE ACCOGLIENZA A REGINA PACIS.
Nel fine settimana del 27-29 ottobre il Vescovo Mons. Crepaldi ha visitato la parrocchia Maria Regina Pacis situata nella parte alta di via Commerciale. È questa una realtà parrocchiale vivace soprattutto per il gran numero di famiglie giovani e di ragazzi che frequentano le attività proposte, specialmente i gruppi in preparazione ai sacramenti.
LA SCUOLA PRIMARIA VITTORIO LONGO
La visita è iniziata il venerdì nel primo pomeriggio con l’incontro con alcuni tra i ragazzi, gli insegnanti e i genitori della scuola primaria intitolata a Vittorio Longo, che frequentava la “chiesetta” di Regina Pacis, un professore universitario, mancato in giovane età nel 1983, un testimone di fede e di impegno nella professione, cui è intitolato, fra l’altro, il Centro Universitario Etica e Scienza. I ragazzi della scuola avevano preparato alcune bandierine con lo stemma del Vescovo da loro disegnato e colorato. Una bella occasione che ha dato a sua Eccellenza l’opportunità di ricordare più tardi ad alcuni tra i genitori e i catechisti, a margine dell’incontro svoltosi nella mattinata di sabato, il senso dello stemma stesso. Esso riporta il motto del Vescovo “Fructus Iustitiae in Pace (Gc 3,18)” che ricorda la parola dell’Apostolo che afferma che “il frutto della giustizia è seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace”. Esso ben esprime il magistero del Vescovo Giampaolo nella sua opera tra noi.
IL VALORE DEGLI ANZIANI INFERMI
Il venerdì pomeriggio il Vescovo si è poi recato in visita ad alcuni anziani infermi della parrocchia, veri testimoni di come la fede possa accompagnare e sostenere il cammino della vita anche nei momenti più dolorosi. Nelle parole del parroco, don Antonio Bortuzzo, espresse durante l’incontro con il Consiglio pastorale e con il Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia, una di essi è stata per lui l’esempio vivente di come il Signore operi nel sacramento dell’Unzione degli Infermi, in grado di far affrontare nella fede le prove della sofferenza.
CATECHESI: EDUCAZIONE ALLA FEDE
La mattinata di sabato è stata dedicata all’incontro con i ragazzi dei gruppi in preparazione ai sacramenti, ai loro genitori, educatori e catechisti. Nell’incontro con i genitori il Vescovo ha ricordato inizialmente la bellezza di condividere la fede con una comunità cristiana che possa sostenere ognuno di noi nei vari momenti della vita, dalla fanciullezza sino alla sofferenza e al dolore. La sua visita è dedicata proprio a confermare ognuno dei parrocchiani nella fede, grazie al collegamento che il Vescovo garantisce con il Signore nella Tradizione apostolica. L’incontro si è poi decisamente rivolto all’importanza della responsabilità a 360 gradi della famiglia nella formazione dei propri figli. Una responsabilità che si allarga anche e fortemente alla dimensione della fede. Come si educa alla fede? Non tanto e non principalmente, ha ricordato il Vescovo, tramite molti discorsi o delegando la formazione religiosa alla parrocchia, ma primariamente tramite la testimonianza della propria vita di fede vissuta concretamente nella propria casa. Il discorso si è poi allargato alla realtà e alle problematiche dell’accompagnamento dei giovani alla fede, nell’età successiva a quella dedicata alla preparazione ai Sacramenti, anche in occasione dell’impegno della Diocesi in preparazione al Sinodo sui “Giovani, la fede e il Discernimento vocazionale”. È questo un vero snodo odierno della pastorale della Chiesa. L’apostasia silenziosa di molti dei nostri ragazzi ci deve interrogare profondamente. Il discorso si è incentrato sull’importanza di offrire ai giovani sia occasioni di incontro, ad esempio favorendo la formazione di oratori parrocchiali, sia sulla necessità che vi siano figure adulte che possano dedicare anche parte del loro tempo per loro. La vita frenetica e spesso individualistica della nostra società non sia ostacolo al donare anche quel poco tempo disponibile alla comunità parrocchiale. Le famiglie siano allora sempre più protagoniste della vita della parrocchia. Il futuro della parrocchia passa dalla famiglia. La chiesa è realmente e profondamente, come ricorda papa Francesco, una “famiglia di famiglie”. Entrare in questa ottica di gratuità fa davvero imparare che donare agli altri permette di crescere. Imparare a prendersi cura gli uni degli altri, i mariti delle mogli, i genitori dei figli, i nipoti dei nonni, fa crescere l’amore vicendevole e costruisce realmente la comunità cristiana. Anche solo una preghiera per la propria parrocchia, ma custodendo i singoli volti dei propri fratelli la fa crescere verso il Signore.
MANI APERTE PER ABBRACCIARE
Il Vescovo ha poi incontrato i ragazzi e i loro educatori che avevano preparato per lui un breve canto animato. Da esso Mons. Crepaldi ha tratto gli spunti per rivolgere loro qualche breve pensiero. “Prendi le mie mani! Fanne vita! Fanne amore!” Le mani possono essere usate per sferrare un ceffone o per aprirsi all’abbraccio per chi è solo! “Cuore! Prendi questo mio cuore fa che si apra al mondo!!”.
Sia la vostra vita piena di amore per il Signore e per i fratelli per una vita piena di pace, come ben si legge nel sagrato della parrocchia “Maria Regina Pacis”, è stato l’augurio finale del Vescovo!
CHIESA NEL RIONE
L’incontro con il Consiglio Pastorale e con il Consiglio degli Affari Economici della parrocchia ha dato modo di estendere la riflessione sulla realtà sociale e religiosa della parrocchia. Vivere in un rione privo di realtà di aggregazione, fossero solo anche quelle del piccolo commercio, fa ricordare come la Chiesa invece debba essere sempre attenta alle persone. Essa le chiama sempre per nome, ad esempio nei Sacramenti del Battesimo e della Confermazione, segno che dobbiamo sempre come comunità cristiana tenere presenti i nomi e i volti concreti delle persone, nel loro valore sociale, culturale e pastorale. Di fronte ad una società che spersonalizza, la Chiesa continua ad affermare il valore della persona. Che ognuno quindi in parrocchia possa sentirsi accolto e trovarsi bene per quello che è e sa fare e può donare. L’analisi si è infine estesa sulle prospettive pastorali della parrocchia e sull’esigenza di curare sempre maggiormente i giovani nell’età del “Post-Cresima” anche tramite la possibilità di offrire loro qualche spazio aggregativo, di cui non solo la parrocchia ma l’intero rione è carente.
LA CONFERMAZIONE
Nella S. Messa vespertina di sabato il Vescovo ha poi conferito il sacramento della Confermazione a sette ragazzi della parrocchia. Nell’omelia il Vescovo ha ricordato come tale celebrazione fosse il momento centrale della visita pastorale. Il dono dello Spirito viene a sugellare il rapporto personalissimo che il Signore instaura con ognuno di noi. Un rapporto personale ma non individualistico; un dono da vivere all’interno di una comunità cristiana fraterna in cui condividere la stessa fede, la stessa speranza, la stessa carità. Nella Cresima, lo stesso Spirito che ha animato il Signore, le Sue azioni, le Sue parole viene ad abitare in mezzo a noi, ci vuole fare simili a Lui. Lasciate quindi che lo Spirito agisca nella vita di ogni giorno. Lo Spirito ci dona la forza di seguire il Vangelo e di testimoniare con la vita la nostra fede, rendendo possibile continuare la presenza del Signore e la sua opera nel mondo. Allo stesso modo bisogna però combattere gli altri spiriti, lo spirito del male, del peccato, della violenza che vogliono prendere possesso del nostro cuore e rovinano la vita nostra e dei nostri cari. Fare memoria del dono dello Spirito ricevuto sia allora l’occasione per farGli nuovamente posto nel cuore, sull’esempio di Maria. Esso riempie la nostra vita e dona pace al cuore, luce alla mente e forza per affrontare con gioia le difficoltà della vita.
LA CONSACRAZIONE
La S. Messa serale si è conclusa significativamente con la consacrazione della parrocchia a Maria e al Suo Cuore immacolato al termine del mese mariano in occasione del centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima. Un’occasione provvidenziale che la ricorrenza fosse celebrata nel momento della visita pastorale del Vescovo ad una parrocchia “mariana”!
DOMENICA CON IL VESCOVO
Nella mattinata di domenica il Vescovo ha partecipato alle due S. Messe della parrocchia. Nell’omelia il Vescovo ha significativamente ricordato i momenti salienti della visita e la sua gratitudine nell’aver vissuto in mezzo alla comunità cristiana di Regina Pacis.
Dopo aver invitato la parrocchia a ringraziare per l’opera preziosa e solerte del parroco, uomo prezioso per la parrocchia e per la Diocesi, ha ricordato i momenti della preghiera chiesta dai ragazzi della scuola Longo per la loro compagna vittima di un incidente stradale e dell’incontro con gli anziani ammalati. La fede nel Vangelo illumina ogni aspetto della vita e la comunità cristiana non può rimanere isolata dal territorio in cui vive.
Il Vescovo ha poi spronato tutti a vivere una vera carità, una carità che si esprime anche nel donare tempo e affetto a chi vive solo e rischia di cadere nella disperazione. Il ricordo degli incontri con i genitori e con i consigli parrocchiali è stata poi l’occasione per invitare nuovamente tutti alla corresponsabilità con il parroco nella cura della vita della parrocchia!
La conclusione della Visita pastorale con la celebrazione dell’Eucaristia ha dato poi occasione al Vescovo per ricordare a tutti che solo attorno all’altare della Parola e del Pane di Vita si costruisce una vera comunità cristiana. Sia il Signore il centro attorno a cui far ruotare ogni aspetto della vita di ognuno!
SOTTO LA PROTEZIONE DI MARIA
Il compito arduo e bellissimo che il Vescovo ha assegnato alla parrocchia Maria Regina Pacis sia posto sotto la protezione di Maria, lei davvero ha accolto lo Spirito e gli è stata docile ancella! Sotto il suo aiuto e la sua protezione la nostra vita cresca in pienezza nella pace verso l’incontro definitivo con il Signore!
Francesco Longo
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 novembre 2017
LA SCUOLA PRIMARIA VITTORIO LONGO
La visita è iniziata il venerdì nel primo pomeriggio con l’incontro con alcuni tra i ragazzi, gli insegnanti e i genitori della scuola primaria intitolata a Vittorio Longo, che frequentava la “chiesetta” di Regina Pacis, un professore universitario, mancato in giovane età nel 1983, un testimone di fede e di impegno nella professione, cui è intitolato, fra l’altro, il Centro Universitario Etica e Scienza. I ragazzi della scuola avevano preparato alcune bandierine con lo stemma del Vescovo da loro disegnato e colorato. Una bella occasione che ha dato a sua Eccellenza l’opportunità di ricordare più tardi ad alcuni tra i genitori e i catechisti, a margine dell’incontro svoltosi nella mattinata di sabato, il senso dello stemma stesso. Esso riporta il motto del Vescovo “Fructus Iustitiae in Pace (Gc 3,18)” che ricorda la parola dell’Apostolo che afferma che “il frutto della giustizia è seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace”. Esso ben esprime il magistero del Vescovo Giampaolo nella sua opera tra noi.
IL VALORE DEGLI ANZIANI INFERMI
Il venerdì pomeriggio il Vescovo si è poi recato in visita ad alcuni anziani infermi della parrocchia, veri testimoni di come la fede possa accompagnare e sostenere il cammino della vita anche nei momenti più dolorosi. Nelle parole del parroco, don Antonio Bortuzzo, espresse durante l’incontro con il Consiglio pastorale e con il Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia, una di essi è stata per lui l’esempio vivente di come il Signore operi nel sacramento dell’Unzione degli Infermi, in grado di far affrontare nella fede le prove della sofferenza.
CATECHESI: EDUCAZIONE ALLA FEDE
La mattinata di sabato è stata dedicata all’incontro con i ragazzi dei gruppi in preparazione ai sacramenti, ai loro genitori, educatori e catechisti. Nell’incontro con i genitori il Vescovo ha ricordato inizialmente la bellezza di condividere la fede con una comunità cristiana che possa sostenere ognuno di noi nei vari momenti della vita, dalla fanciullezza sino alla sofferenza e al dolore. La sua visita è dedicata proprio a confermare ognuno dei parrocchiani nella fede, grazie al collegamento che il Vescovo garantisce con il Signore nella Tradizione apostolica. L’incontro si è poi decisamente rivolto all’importanza della responsabilità a 360 gradi della famiglia nella formazione dei propri figli. Una responsabilità che si allarga anche e fortemente alla dimensione della fede. Come si educa alla fede? Non tanto e non principalmente, ha ricordato il Vescovo, tramite molti discorsi o delegando la formazione religiosa alla parrocchia, ma primariamente tramite la testimonianza della propria vita di fede vissuta concretamente nella propria casa. Il discorso si è poi allargato alla realtà e alle problematiche dell’accompagnamento dei giovani alla fede, nell’età successiva a quella dedicata alla preparazione ai Sacramenti, anche in occasione dell’impegno della Diocesi in preparazione al Sinodo sui “Giovani, la fede e il Discernimento vocazionale”. È questo un vero snodo odierno della pastorale della Chiesa. L’apostasia silenziosa di molti dei nostri ragazzi ci deve interrogare profondamente. Il discorso si è incentrato sull’importanza di offrire ai giovani sia occasioni di incontro, ad esempio favorendo la formazione di oratori parrocchiali, sia sulla necessità che vi siano figure adulte che possano dedicare anche parte del loro tempo per loro. La vita frenetica e spesso individualistica della nostra società non sia ostacolo al donare anche quel poco tempo disponibile alla comunità parrocchiale. Le famiglie siano allora sempre più protagoniste della vita della parrocchia. Il futuro della parrocchia passa dalla famiglia. La chiesa è realmente e profondamente, come ricorda papa Francesco, una “famiglia di famiglie”. Entrare in questa ottica di gratuità fa davvero imparare che donare agli altri permette di crescere. Imparare a prendersi cura gli uni degli altri, i mariti delle mogli, i genitori dei figli, i nipoti dei nonni, fa crescere l’amore vicendevole e costruisce realmente la comunità cristiana. Anche solo una preghiera per la propria parrocchia, ma custodendo i singoli volti dei propri fratelli la fa crescere verso il Signore.
MANI APERTE PER ABBRACCIARE
Il Vescovo ha poi incontrato i ragazzi e i loro educatori che avevano preparato per lui un breve canto animato. Da esso Mons. Crepaldi ha tratto gli spunti per rivolgere loro qualche breve pensiero. “Prendi le mie mani! Fanne vita! Fanne amore!” Le mani possono essere usate per sferrare un ceffone o per aprirsi all’abbraccio per chi è solo! “Cuore! Prendi questo mio cuore fa che si apra al mondo!!”.
Sia la vostra vita piena di amore per il Signore e per i fratelli per una vita piena di pace, come ben si legge nel sagrato della parrocchia “Maria Regina Pacis”, è stato l’augurio finale del Vescovo!
CHIESA NEL RIONE
L’incontro con il Consiglio Pastorale e con il Consiglio degli Affari Economici della parrocchia ha dato modo di estendere la riflessione sulla realtà sociale e religiosa della parrocchia. Vivere in un rione privo di realtà di aggregazione, fossero solo anche quelle del piccolo commercio, fa ricordare come la Chiesa invece debba essere sempre attenta alle persone. Essa le chiama sempre per nome, ad esempio nei Sacramenti del Battesimo e della Confermazione, segno che dobbiamo sempre come comunità cristiana tenere presenti i nomi e i volti concreti delle persone, nel loro valore sociale, culturale e pastorale. Di fronte ad una società che spersonalizza, la Chiesa continua ad affermare il valore della persona. Che ognuno quindi in parrocchia possa sentirsi accolto e trovarsi bene per quello che è e sa fare e può donare. L’analisi si è infine estesa sulle prospettive pastorali della parrocchia e sull’esigenza di curare sempre maggiormente i giovani nell’età del “Post-Cresima” anche tramite la possibilità di offrire loro qualche spazio aggregativo, di cui non solo la parrocchia ma l’intero rione è carente.
LA CONFERMAZIONE
Nella S. Messa vespertina di sabato il Vescovo ha poi conferito il sacramento della Confermazione a sette ragazzi della parrocchia. Nell’omelia il Vescovo ha ricordato come tale celebrazione fosse il momento centrale della visita pastorale. Il dono dello Spirito viene a sugellare il rapporto personalissimo che il Signore instaura con ognuno di noi. Un rapporto personale ma non individualistico; un dono da vivere all’interno di una comunità cristiana fraterna in cui condividere la stessa fede, la stessa speranza, la stessa carità. Nella Cresima, lo stesso Spirito che ha animato il Signore, le Sue azioni, le Sue parole viene ad abitare in mezzo a noi, ci vuole fare simili a Lui. Lasciate quindi che lo Spirito agisca nella vita di ogni giorno. Lo Spirito ci dona la forza di seguire il Vangelo e di testimoniare con la vita la nostra fede, rendendo possibile continuare la presenza del Signore e la sua opera nel mondo. Allo stesso modo bisogna però combattere gli altri spiriti, lo spirito del male, del peccato, della violenza che vogliono prendere possesso del nostro cuore e rovinano la vita nostra e dei nostri cari. Fare memoria del dono dello Spirito ricevuto sia allora l’occasione per farGli nuovamente posto nel cuore, sull’esempio di Maria. Esso riempie la nostra vita e dona pace al cuore, luce alla mente e forza per affrontare con gioia le difficoltà della vita.
LA CONSACRAZIONE
La S. Messa serale si è conclusa significativamente con la consacrazione della parrocchia a Maria e al Suo Cuore immacolato al termine del mese mariano in occasione del centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima. Un’occasione provvidenziale che la ricorrenza fosse celebrata nel momento della visita pastorale del Vescovo ad una parrocchia “mariana”!
DOMENICA CON IL VESCOVO
Nella mattinata di domenica il Vescovo ha partecipato alle due S. Messe della parrocchia. Nell’omelia il Vescovo ha significativamente ricordato i momenti salienti della visita e la sua gratitudine nell’aver vissuto in mezzo alla comunità cristiana di Regina Pacis.
Dopo aver invitato la parrocchia a ringraziare per l’opera preziosa e solerte del parroco, uomo prezioso per la parrocchia e per la Diocesi, ha ricordato i momenti della preghiera chiesta dai ragazzi della scuola Longo per la loro compagna vittima di un incidente stradale e dell’incontro con gli anziani ammalati. La fede nel Vangelo illumina ogni aspetto della vita e la comunità cristiana non può rimanere isolata dal territorio in cui vive.
Il Vescovo ha poi spronato tutti a vivere una vera carità, una carità che si esprime anche nel donare tempo e affetto a chi vive solo e rischia di cadere nella disperazione. Il ricordo degli incontri con i genitori e con i consigli parrocchiali è stata poi l’occasione per invitare nuovamente tutti alla corresponsabilità con il parroco nella cura della vita della parrocchia!
La conclusione della Visita pastorale con la celebrazione dell’Eucaristia ha dato poi occasione al Vescovo per ricordare a tutti che solo attorno all’altare della Parola e del Pane di Vita si costruisce una vera comunità cristiana. Sia il Signore il centro attorno a cui far ruotare ogni aspetto della vita di ognuno!
SOTTO LA PROTEZIONE DI MARIA
Il compito arduo e bellissimo che il Vescovo ha assegnato alla parrocchia Maria Regina Pacis sia posto sotto la protezione di Maria, lei davvero ha accolto lo Spirito e gli è stata docile ancella! Sotto il suo aiuto e la sua protezione la nostra vita cresca in pienezza nella pace verso l’incontro definitivo con il Signore!
Francesco Longo
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 novembre 2017
EMOZIONI E FRATERNITÀ A SANTA MARIA DEL CARMELO
“… manteniamo ferma la professione della fede” (Eb 4,14). E’ stata proprio all’insegna della raccomandazione della lettera agli Ebrei, che si è svolta la visita pastorale del nostro vescovo alla parrocchia di Gretta, S. Maria del Carmelo
.
. Tre giorni intensi, 15-16-17 settembre, ricchi di incontri, confronti, celebrazioni, fraternità, ma anche tante emozioni, che hanno permesso al nostro pastore di conoscere non solo la realtà della parrocchia nel suo insieme e nella varietà delle sue iniziative, ma di poter ascoltare e parlare con le persone in colloqui personali, toccare e vedere da vicino problemi e situazioni di disagio o di sofferenza, ma anche le speranze che si coltivano per una vita del rione di Gretta più vivibile e solidale.
.
. Dicevamo uno snodarsi di incontri che hanno davvero sottoposto il Vescovo ad un tour de force non da poco. Dopo aver incontrato la comunità dei Padri Carmelitani Scalzi che reggono la parrocchia fin dal 1963, ma la loro presenza nel quartiere risale al 1935, il Vescovo ha avuto un confronto con il Consiglio pastorale che ha illustrato la situazione della parrocchia e quanto si sta portando avanti soprattutto nell’evangelizzazione. Infatti un dato è emerso chiaramente: su una popolazione di oltre 5000 abitanti, bassissima è la frequenza alla vita della parrocchia, e questo lo si vede dalla frequenza alla Messa domenicale. Il Vescovo ha potuto conoscere quanto la parrocchia stia facendo su questo fronte, dalla benedizione annuale delle case, alla iniziativa del centro estivo che coinvolge molte famiglie, alla proposta di catechesi e incontri per genitori e adulti. L’incontro con i ragazzi del dopo-cresima, circa una cinquantina, con gli animatori del Grest, una trentina, con i loro padrini e catechisti, è stato forse il momento più bello e vivace. Il vescovo ha ascoltato alcune testimonianze dei ragazzi e ha raccomandato loro l’importanza di questo percorso che li porta ad avere una fede sempre più convita e consapevole.
.
. L’inizio dell’anno scolastico e catechistico ha permesso al Vescovo di celebrare l’Eucarestia per i bambini e ragazzi che frequentano sia le scuole del rione, sia la catechesi in parrocchia. Il tempo molto inclemente ha spaventato molti ragazzi e genitori che non hanno potuto partecipare, ma i genitori presenti con la Corale parrocchiale che anima le liturgie, dopo la Messa, hanno potuto intrattenersi con il Vescovo in un incontro nel quale hanno manifestato i loro problemi soprattutto nel campo educativo e formativo. L’autorevolezza della parola del vescovo ha infuso speranza e conforto.
. Una sincera e simpatica sorpresa ha avuto il Vescovo quando, incontrando le signore della S. Vincenzo, ha sentito da loro la mole di lavoro che fanno per aiutare gli indigenti e i poveri non solo della parrocchia ma anche di altre parti: raccolta e smistamento di vestiario, distribuzione di generi alimentari, aiuti economici per bollette, visite ai malati, ecc. Una dimensione, quella caritativa, che in una comunità cristiana non può mancare, anche se non può essere ridotta a “vestire gli ignudi”, ma a far sentire a chi dalla vita è stato “denudato” l’amore e la tenerezza di Dio.
.
. Subito dopo il Vescovo ha visitato alcuni malati nelle loro case, salendo anche ai piani alti senza ascensore e in piccoli appartamenti, rendendosi così conto della realtà di tante famiglie che vivono il problema di anziani e malati, bisognosi di tutto, in situazioni spesso precarie.
. L’incontro con le cinque comunità del Cammino neocatecumenale, 130 fratelli circa, ha dato al vescovo l’opportunità di sottolineare con forza che le nostre parrocchie devono mettere al centro della propria azione pastorale la formazione alla fede degli adulti e l’urgenza dell’ evangelizzazione, scelte non più dilazionabili se non si vuole che le nostre comunità cristiane si chiudano in se stesse e lentamente si spengano.
.
. Infine, la domenica è stata per il Vescovo il giorno dell’annuncio e della conferma della fede. Infatti ha rivolto la sua parola a tutte le Messe e celebrato un’eucarestia solenne nella quale ha amministrato la cresima a 11 ragazzi. Davvero si è vissuta in pienezza la realtà della chiesa: ascolto della Parola di Dio, confermata dal Magistero, comunione al corpo di Cristo e appartenenza alla comunità nella carità. Non è mancato un incontro con la comunità dell’Ordine secolare carmelitano che si è sentito rivolgere dal Vescovo l’invito a tener vivo, con i Religiosi, il carisma carmelitano, spiritualità preziosa per la chiesa e per il nostro tempo così bisognoso di Dio, ma che non sempre riesce a trovare la strada che conduce a Lui.
.
. Il Vescovo,visibilmente stanco ma contento, ha ringraziato per l’opportunità che visitando la nostra parrocchia gli è stata offerta di “ vivere con noi” la stessa fede in Gesù Cristo e di confermarci nella fede partendo dall’Eucarestia, fonte e culmine di tutta la vita cristiana (P. Angelo R.).
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. Inserito in: Cronaca delle visite, Home | 3 ottobre 2017
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. Tre giorni intensi, 15-16-17 settembre, ricchi di incontri, confronti, celebrazioni, fraternità, ma anche tante emozioni, che hanno permesso al nostro pastore di conoscere non solo la realtà della parrocchia nel suo insieme e nella varietà delle sue iniziative, ma di poter ascoltare e parlare con le persone in colloqui personali, toccare e vedere da vicino problemi e situazioni di disagio o di sofferenza, ma anche le speranze che si coltivano per una vita del rione di Gretta più vivibile e solidale.
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. Dicevamo uno snodarsi di incontri che hanno davvero sottoposto il Vescovo ad un tour de force non da poco. Dopo aver incontrato la comunità dei Padri Carmelitani Scalzi che reggono la parrocchia fin dal 1963, ma la loro presenza nel quartiere risale al 1935, il Vescovo ha avuto un confronto con il Consiglio pastorale che ha illustrato la situazione della parrocchia e quanto si sta portando avanti soprattutto nell’evangelizzazione. Infatti un dato è emerso chiaramente: su una popolazione di oltre 5000 abitanti, bassissima è la frequenza alla vita della parrocchia, e questo lo si vede dalla frequenza alla Messa domenicale. Il Vescovo ha potuto conoscere quanto la parrocchia stia facendo su questo fronte, dalla benedizione annuale delle case, alla iniziativa del centro estivo che coinvolge molte famiglie, alla proposta di catechesi e incontri per genitori e adulti. L’incontro con i ragazzi del dopo-cresima, circa una cinquantina, con gli animatori del Grest, una trentina, con i loro padrini e catechisti, è stato forse il momento più bello e vivace. Il vescovo ha ascoltato alcune testimonianze dei ragazzi e ha raccomandato loro l’importanza di questo percorso che li porta ad avere una fede sempre più convita e consapevole.
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. L’inizio dell’anno scolastico e catechistico ha permesso al Vescovo di celebrare l’Eucarestia per i bambini e ragazzi che frequentano sia le scuole del rione, sia la catechesi in parrocchia. Il tempo molto inclemente ha spaventato molti ragazzi e genitori che non hanno potuto partecipare, ma i genitori presenti con la Corale parrocchiale che anima le liturgie, dopo la Messa, hanno potuto intrattenersi con il Vescovo in un incontro nel quale hanno manifestato i loro problemi soprattutto nel campo educativo e formativo. L’autorevolezza della parola del vescovo ha infuso speranza e conforto.
. Una sincera e simpatica sorpresa ha avuto il Vescovo quando, incontrando le signore della S. Vincenzo, ha sentito da loro la mole di lavoro che fanno per aiutare gli indigenti e i poveri non solo della parrocchia ma anche di altre parti: raccolta e smistamento di vestiario, distribuzione di generi alimentari, aiuti economici per bollette, visite ai malati, ecc. Una dimensione, quella caritativa, che in una comunità cristiana non può mancare, anche se non può essere ridotta a “vestire gli ignudi”, ma a far sentire a chi dalla vita è stato “denudato” l’amore e la tenerezza di Dio.
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. Subito dopo il Vescovo ha visitato alcuni malati nelle loro case, salendo anche ai piani alti senza ascensore e in piccoli appartamenti, rendendosi così conto della realtà di tante famiglie che vivono il problema di anziani e malati, bisognosi di tutto, in situazioni spesso precarie.
. L’incontro con le cinque comunità del Cammino neocatecumenale, 130 fratelli circa, ha dato al vescovo l’opportunità di sottolineare con forza che le nostre parrocchie devono mettere al centro della propria azione pastorale la formazione alla fede degli adulti e l’urgenza dell’ evangelizzazione, scelte non più dilazionabili se non si vuole che le nostre comunità cristiane si chiudano in se stesse e lentamente si spengano.
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. Infine, la domenica è stata per il Vescovo il giorno dell’annuncio e della conferma della fede. Infatti ha rivolto la sua parola a tutte le Messe e celebrato un’eucarestia solenne nella quale ha amministrato la cresima a 11 ragazzi. Davvero si è vissuta in pienezza la realtà della chiesa: ascolto della Parola di Dio, confermata dal Magistero, comunione al corpo di Cristo e appartenenza alla comunità nella carità. Non è mancato un incontro con la comunità dell’Ordine secolare carmelitano che si è sentito rivolgere dal Vescovo l’invito a tener vivo, con i Religiosi, il carisma carmelitano, spiritualità preziosa per la chiesa e per il nostro tempo così bisognoso di Dio, ma che non sempre riesce a trovare la strada che conduce a Lui.
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. Il Vescovo,visibilmente stanco ma contento, ha ringraziato per l’opportunità che visitando la nostra parrocchia gli è stata offerta di “ vivere con noi” la stessa fede in Gesù Cristo e di confermarci nella fede partendo dall’Eucarestia, fonte e culmine di tutta la vita cristiana (P. Angelo R.).
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. Inserito in: Cronaca delle visite, Home | 3 ottobre 2017
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“IL DIALOGO CON IL MONDO DEL LAVORO”: IL VESCOVO ALLA FERRIERA.
«Il perno su cui deve poggiare il futuro della Ferriera è il dialogo». Così il Vescovo Crepaldi, in visita ai lavoratori degli stabilimenti servolani, ha avvertito tutti sulla necessità di una mediazione fra i molti interessi in conflitto.
Nell’ambito della visita pastorale alla parrocchia di Servola, il Vescovo ha voluto conoscere più da vicino, nonché portare il suo sostegno e la sua benedizione, a tutti i lavoratori dello stabilimento.
Il Vescovo ha visitato le varie zone dell’impianto: l’area a caldo, la banchina e il nuovo laminatoio, intrattenendosi fraternamente con i vari operatori al lavoro. Proprio nel più recente laminatoio a freddo, alla presenza di molti operai e le loro famiglie, il Vescovo Crepaldi ha impartito la benedizione ed ha ricevuto in dono dai lavoratori un crocifisso in ghisa, che Mons. Crepaldi ha detto posizionerà sulla sua scrivania per ricordarsi dei più di 500 operai della Ferriera. «La chiesa non è fuori dai cancelli» ha detto il responsabile del laminatoio, che ha aggiunto: «Oggi ha timbrato il cartellino d’entrata con noi e speriamo non timbri mai quello d’uscita».
Molto significativi i momenti di confronto a margine della visita allo stabilimento. Il Vescovo ha incontrato privatamente il proprietario di Siderurgica Triestina Giovanni Arvedi e, successivamente, i rappresentanti dei sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Failms e Uilm, i quali hanno espresso la loro preoccupazione per il clima di ostilità che si è creato contro i lavoratori. «Abbiamo subito delle manifestazioni contro di noi» spiega un rappresentante, «non si possono contrapporre lavoratori e cittadini. Viviamo un dramma e speriamo di riallacciare un rapporto sereno con la città». «Voglio farvi sentire la mia vicinanza» ha risposto il Vescovo, «sono cambiate molte cose nella ferriera anche grazie ai sindacati. Continuate col dialogo pacato e costruttivo».
Dopo aver attentamente ascoltato le varie realtà che si muovono all’interno della Ferriera, il Vescovo ha voluto incontrare anche i rappresentanti dei comitati cittadini Fare Ambiente, No Smog e Comitato 5 dicembre, i quali hanno ben esposto tutte le preoccupazioni relative all’inquinamento. Un resoconto molto triste ed esasperato quello dei servolani e non, che sentono di ammalarsi ogni giorno, guardando impotenti il fumo che esce così vicino alle proprie case. Odori e rumori molestissimi oltre alla ben più insalubre polvere ferrosa che trovano puntualmente sul davanzale. Ne fanno dono di un sacchetto al Vescovo, insieme ad un dossier sui danni alla salute provocati dalle polveri dei metalli pesanti e a molte immagini sui fumi emessi dallo stabilimento.
«Ci sentiamo presi in giro, combattiamo da anni per la nostra salute e le istituzioni che dovrebbero difenderci ci sembra siano dalla parte di Arvedi. Il quotidiano locale lo difende e noi abbiamo ascoltato tante promesse mai mantenute. Noi non siamo contro i lavoratori dello stabilimento, vogliamo salvaguardare il loro diritto al lavoro, ma non possiamo continuare respirare queste schifezze che provocano tumori e malformazioni nei feti». Dopo aver ascoltato tutti i rappresentanti molto attentamente, il Vescovo ha voluto anche a loro far sentire la propria vicinanza e il proprio invito ad una risoluzione frutto di un dialogo profondo.
«La questione è molto seria» ha detto Mons. Crepaldi «è a rischio la dignità della persona, che è poggiata sulla salute e sul lavoro. Questi due elementi devono essere salvaguardati e non in conflitto. È necessario trovare dei tempi e degli strumenti giuridici adeguati per risolvere questa situazione. Se è vero che il nuovo laminatoio è all’avanguardia e molto interessante dal punto di vista tecnologico e dell’occupazione, è anche vero che un’aria a caldo così vicino ai palazzi non può stare in piedi». Il Vescovo ha poi spiegato come in mattinata, lo stesso Cavalier Arvedi lo avesse rassicurato sulla sua seria intenzione di salvaguardare la salute dei cittadini, nonché su come sia in progetto il ricollocamento in azienda degli operai dell’area a caldo, sulla strada di un ridimensionamento dell’attività maggiormente inquinante.
Riccardo Morello
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 giugno 2017
Nell’ambito della visita pastorale alla parrocchia di Servola, il Vescovo ha voluto conoscere più da vicino, nonché portare il suo sostegno e la sua benedizione, a tutti i lavoratori dello stabilimento.
Il Vescovo ha visitato le varie zone dell’impianto: l’area a caldo, la banchina e il nuovo laminatoio, intrattenendosi fraternamente con i vari operatori al lavoro. Proprio nel più recente laminatoio a freddo, alla presenza di molti operai e le loro famiglie, il Vescovo Crepaldi ha impartito la benedizione ed ha ricevuto in dono dai lavoratori un crocifisso in ghisa, che Mons. Crepaldi ha detto posizionerà sulla sua scrivania per ricordarsi dei più di 500 operai della Ferriera. «La chiesa non è fuori dai cancelli» ha detto il responsabile del laminatoio, che ha aggiunto: «Oggi ha timbrato il cartellino d’entrata con noi e speriamo non timbri mai quello d’uscita».
Molto significativi i momenti di confronto a margine della visita allo stabilimento. Il Vescovo ha incontrato privatamente il proprietario di Siderurgica Triestina Giovanni Arvedi e, successivamente, i rappresentanti dei sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Failms e Uilm, i quali hanno espresso la loro preoccupazione per il clima di ostilità che si è creato contro i lavoratori. «Abbiamo subito delle manifestazioni contro di noi» spiega un rappresentante, «non si possono contrapporre lavoratori e cittadini. Viviamo un dramma e speriamo di riallacciare un rapporto sereno con la città». «Voglio farvi sentire la mia vicinanza» ha risposto il Vescovo, «sono cambiate molte cose nella ferriera anche grazie ai sindacati. Continuate col dialogo pacato e costruttivo».
Dopo aver attentamente ascoltato le varie realtà che si muovono all’interno della Ferriera, il Vescovo ha voluto incontrare anche i rappresentanti dei comitati cittadini Fare Ambiente, No Smog e Comitato 5 dicembre, i quali hanno ben esposto tutte le preoccupazioni relative all’inquinamento. Un resoconto molto triste ed esasperato quello dei servolani e non, che sentono di ammalarsi ogni giorno, guardando impotenti il fumo che esce così vicino alle proprie case. Odori e rumori molestissimi oltre alla ben più insalubre polvere ferrosa che trovano puntualmente sul davanzale. Ne fanno dono di un sacchetto al Vescovo, insieme ad un dossier sui danni alla salute provocati dalle polveri dei metalli pesanti e a molte immagini sui fumi emessi dallo stabilimento.
«Ci sentiamo presi in giro, combattiamo da anni per la nostra salute e le istituzioni che dovrebbero difenderci ci sembra siano dalla parte di Arvedi. Il quotidiano locale lo difende e noi abbiamo ascoltato tante promesse mai mantenute. Noi non siamo contro i lavoratori dello stabilimento, vogliamo salvaguardare il loro diritto al lavoro, ma non possiamo continuare respirare queste schifezze che provocano tumori e malformazioni nei feti». Dopo aver ascoltato tutti i rappresentanti molto attentamente, il Vescovo ha voluto anche a loro far sentire la propria vicinanza e il proprio invito ad una risoluzione frutto di un dialogo profondo.
«La questione è molto seria» ha detto Mons. Crepaldi «è a rischio la dignità della persona, che è poggiata sulla salute e sul lavoro. Questi due elementi devono essere salvaguardati e non in conflitto. È necessario trovare dei tempi e degli strumenti giuridici adeguati per risolvere questa situazione. Se è vero che il nuovo laminatoio è all’avanguardia e molto interessante dal punto di vista tecnologico e dell’occupazione, è anche vero che un’aria a caldo così vicino ai palazzi non può stare in piedi». Il Vescovo ha poi spiegato come in mattinata, lo stesso Cavalier Arvedi lo avesse rassicurato sulla sua seria intenzione di salvaguardare la salute dei cittadini, nonché su come sia in progetto il ricollocamento in azienda degli operai dell’area a caldo, sulla strada di un ridimensionamento dell’attività maggiormente inquinante.
Riccardo Morello
Inserito in: Home, Rassegna stampa | 21 giugno 2017
IL VESCOVO PER TRE GIORNI A SAN MARCO: INCONTRO TRA IL PASTORE E IL SUO GREGGE
Non è certamente facile racchiudere in poche righe un’esperienza intensa come la visita pastorale del nostro Vescovo Giampaolo alla Parrocchia di San Marco evangelista (Via dei Modiano 1/1), che si è svolta venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 maggio.
Una visita pastorale, infatti, è più che la somma degli eventi, delle preghiere, delle celebrazioni, degli incontri che la caratterizzano. E’ un incontro umano e spirituale di persone e di credenti, reso possibile grazie allo Spirito santo: quindi i significati profondi restano nei cuori e sono spesso insondabili.
Di certo è stato un momento molto forte. Personalmente mi ha impressionato una cosa: il tempo molto abbondante che il Vescovo ci ha riservato. Con tutto quanto ha da fare un pastore, sentirsi parte di un regalo così profondo come tre giornate di vita fa comprendere a tutti di essere amati e benvoluti. Inoltre qualcuno della comunità ha fatto notare che traspariva del Vescovo la “voglia di stare qui”. Non era qui per adempiere un dovere, ma ci ha mostrato tutta la sua passione pastorale e umana nel voler passare proprio con noi questo fine settimana.
Ma come si sono svolti questi giorni? Certamente tutto è iniziato qualche mese fa. Come in altre parrocchie anche a San Marco visita pastorale ha significato il lavoro del Consiglio Pastorale e del Consiglio degli Affari economici sui cinque questionari approntati dalla Curia con le domande che aiutavano a fare una revisione della situazione della parrocchia dal punto di vista pastorale, economico, dei beni mobili e immobili.
E’ stato un lavoro di consapevolezza, anche perché la comunità di San Marco era reduce dal passaggio certamente bello ma faticoso dalla gestione dei Padri Sacramentini alla nuova gestione diocesana e quindi era necessario fare uno sforzo in più per fare memoria senza perdere i passaggi di una storia parrocchiale che affonda le sue radici nella fine degli anni settanta. Proprio quest’anno il 25 aprile, festa patronale di San Marco, abbiamo festeggiato il 25° anniversario della benedizione della nuova Chiesa Parrocchiale e quindi parliamo di una realtà abbastanza nuova dal punto di vista parrocchiale.
Dopo questo lavoro di scrittura dei testi è arrivato poi il 10 maggio, giorno in cui abbiamo ricevuto la visita dei “covisitatori” cioè quei sacerdoti che il Vescovo ha nominato per aiutarlo ad approfondire e verificare i vari aspetti amministrativi e giuridici di una visita pastorale nelle comunità. E’ stato un incontro cordiale e puntuale, che ha passato in rassegna vari ambiti che erano stati narrati proprio nei questionari che erano stati somministrati alcuni mesi prima ai Consigli pastorale ed economico. Infatti ogni visita pastorale del Vescovo ha un aspetto pastorale e un aspetto “amministrativo”, perché si possa verificare che ogni parrocchia “sia in regola” secondo le disposizioni del Diritto Canonico e dei Regolamenti diocesani.
E siamo giunti ai tre giorni veri e propri della visita del Vescovo. Venerdì 26 le tre giornate del Vescovo sono iniziate con la visita, alle ore 10.30, di uno dei luoghi simbolicamente più significativi della parrocchia: la “residenza Campanelle”, situata proprio accanto alla casa parrocchiale in via dei Modiano. E’ il Comune di Trieste che gestisce questa residenza protetta: la struttura è rivolta a persone con disabilità gravi e gravissime e ospita 30 persone. Annesso alla struttura residenziale, è presente il Centro diurno per persone con disabilità, che ha una capienza massima di 15 persone.
Il Vescovo ha potuto incontrare la dirigenza, il personale specializzato e, assistito anche dall’Assessore competente, si è intrattenuto per più di un’ora e mezzo a contatto con gli ospiti. Ha visitato con grande interesse la struttura facendo proprie le istanze, le fatiche, le gioie e le speranze di chi ogni giorno vive in questa casa, svolgendo un servizio prezioso alla città e alle famiglie di queste persone. Il Vescovo Giampaolo ha rivolto anche alcune parole di incoraggiamento a tutti, partendo dalla sua biografia personale e raccontando come l’esperienza della disabilità l’ha segnato proprio a partire dalle sue vicende familiari. Al termine della visita si è intrattenuto per un momento di aperitivo con le personalità intervenute, in casa parrocchiale, sottolineando il legame che esiste da sempre tra la parrocchia e la residenza protetta, in cui i sacerdoti hanno accesso non sono in occasione di alcune messe durante l’anno, ma anche nei rapporti informali che si stanno costruendo.
Il pranzo invece ha visto il secondo significativo momento della giornata: mons. Vescovo si è intrattenuto a tavola con le persone povere assistite ogni due settimane dal Gruppo Accoglienza-Caritas della parrocchia. Il gruppo “accoglienza” di San Marco è una realtà “storica” della parrocchia, nata proprio in concomitanza con l’inizio della realtà parrocchiale fondata dai Sacramentini. Ogni quindici giorni viene fornito un Centro di Ascolto dei bisogni delle persone del territorio e, in collegamento con la Caritas Diocesana, si cerca di ottemperare a queste emergenze. La prima domenica di ogni mese viene fatta una raccolta in parrocchia di alimenti, vestiti e offerte per i poveri e ogni seconda domenica del mese si svolge un mercatino a Muggia a beneficio ancora delle attività caritative della parrocchia. Il Vescovo a tavola ha incontrato coloro che usufruiscono di questi servizi, ma anche gli operatori stessi, incoraggiandoli a proseguire con sempre maggiore determinazione il proprio prezioso compito a servizio della comunità.
Nel tardo pomeriggio poi il Vescovo ha incontrato personalmente le quattro persone che compongono la nuova fraternità sacerdotale di San Marco: don Mattia, parroco di San Marco, don Francesco, suo collaboratore soprattutto nell’ambito della catechesi, don Domenico, sacerdote novello e cappellano all’Ospedale pediatrico Burlo e il Seminarista Adrian che è in attesa di ricevere l’ordinazione Diaconale il prossimo settembre. Sono stati incontri cordiali e molto paterni, di un Vescovo che ama e ascolta i suoi preti e sente che questo è il primo compito del suo ministero.
Alle ore 18.30 si è svolta poi la celebrazione eucaristica, come d’orario, presieduta dal Vescovo in cui si è fatto anche ricordo del XV di Ordinazione sacerdotale del parroco don Mattia. Dopo la messa, verso le ore 19.15 il Vescovo ha incontrato il nutrito Gruppo Catechisti dei ragazzi e degli adulti della parrocchia. San Marco si caratterizza perché da quasi una decina d’anni ha fatto proprio un progetto catechistico frutto di un’intuizione delle parrocchie del Decanato di San Giacomo che pensò di impostare una catechesi dell’iniziazione cristiana non rivolta solo ai ragazzi ma anche ai genitori, con incontri quindicinali paralleli sia per i ragazzi che per gli adulti. E’ di fatto quasi un’esperienza unica in Diocesi, certamente molto impegnativa, ma che coinvolge più di sessanta famiglie l’anno. Il Vescovo ha molto apprezzato lo sforzo di fare “catechesi familiare”, mostrando proprio come questa scelta sia un’opzione fondamentale che proprio il recente Sinodo Diocesano ha messo in campo come priorità che la Diocesi deve porsi nei prossimi anni. Nello stesso tempo ha condiviso le preoccupazioni e le fatiche di fare catechesi in un mondo in cui il modo di pensare e di vivere del Vangelo è messo in minoranza e messo sotto scacco da ideologie che nulla hanno a che fare con il bene dell’uomo.
Dopo questo appuntamento è venuto il momento dell’incontro con il gruppo adolescenti e giovani dell’Oratorio San Marco. Si è svolto in un clima informale e cordiale, attorno a una pizza condivisa insieme. Il Vescovo ha apprezzato molto questo modo di stare con i ragazzi e ha potuto intrecciare con loro un dialogo vero e schietto, senza alcun imbarazzo, ma mettendosi proprio nei panni di questi ragazzi e delle loro attese e speranze, bisogni e preoccupazioni.
Molti di questi ragazzi si impegnano lungo l’anno per alcune attività per i bambini e i ragazzi: il Carnevale e soprattutto il Grest estivo che coinvolge per tre settimane quasi un centinaio di famiglie ogni anno. Il Vescovo ha lodato questo impegno e ha chiesto loro di riflettere proprio sul fatto che “sporcandosi le mani per gli altri” si può diventare grandi crescendo nel cuore proprio con i valori del Vangelo. Li ha spronati a vivere non con uno sguardo autocentrato, ma con un cuore aperto e attento ai bisogni degli altri. Nello stesso tempo il Vescovo ha insistito sul valore dell’amicizia e del gruppo, ossia della bellezza di sperimentare legami veri e non solo “virtuali”, importanti per la crescita di ciascuno. E il gruppo dell’oratorio è un luogo importante per coltivare queste amicizie vere. L’incontro periodico, ogni venerdì sera, dà la possibilità di crescere in questi legami, che contano molto di più del tempo passato in chat o in internet.
La seconda giornata della visita pastorale, sabato 27 maggio, è iniziata molto presto con l’incontro del Vescovo con i cresimandi ragazzi e adulti, i loro genitori e padrini/madrine alle ore 9.45. Il Vescovo, dopo aver ricordato ai ragazzi l’importanza della Cresima e del sigillo dello Spirito Santo sulla loro vita, ha simpaticamente risposto alle tante domande anche molto personali che i ragazzi avevano fatto avere a lui nei giorni precedenti, tramite una lettera informale. E’ stata l’occasione per scoprire i tratti umani e molto quotidiani della storia di un Vescovo che affonda le sue radici nella sue prime esperienze familiari e dell’infanzia. I ragazzi hanno partecipato con grande attenzione all’incontro e, salutandosi, ci si è dati appuntamento al giorno successivo, quando il Vescovo avrebbe celebrato per loro la Confermazione.
Alle ore 10.30 il Vescovo si è poi intrattenuto con i componenti del Consiglio Pastorale Parrocchiale e del Consiglio degli Affari Economici. Entrambi i Consigli sono stati prorogati da don Mattia dopo il passaggio di consegne dei Sacramentini, per sottolineare la continuità del lavoro con la gestione precedente. Il Vescovo ha potuto affrontare con loro i nodi fondamentali della vita parrocchiale, soprattutto la condivisione della responsabilità nella gestione della parrocchia, lo sforzo di costruire una comunità unita attorno all’Eucarestia, l’attenzione alle giovani generazioni e l’attenzione a coloro che sono ai margini e sulla soglia e sono destinatari di un’attenzione “missionaria” da parte della comunità tutta.
Al termine dell’incontro è stato il tempo delle udienze private del Vescovo con alcune persone della comunità che avevano chiesto di poter parlare con lui. Il Vescovo ha regalato per loro più di un’ora nell’ascolto delle loro istanze e problematiche. Ha poi condiviso il pranzo nella Fraternità Sacerdotale.
Nel pomeriggio, alle ore 16.30, il Vescovo nel Salone dell’Oratorio ha incontrato insieme i tre gruppi ecclesiali che ruotano in Parrocchia San Marco: il gruppo “Rinnovamento nello Spirito Santo”, il movimento dei “Focolari” e la comunità Neocatecumenale. Cordialmente li ha ringraziati perché sono segno della ricchezza dello Spirito Santo nella chiesa di oggi e li ha invitati sempre più a sentirsi corresponsabili della parrocchia, non pensandosi solo “ospiti” della parrocchia, ma mettendosi a disposizione della costruzione di una vera “koinonìa” per il bene di tutti. Siamo tutti un’unica comunità cristiana, nonostante i differenti cammini o percorsi!
Alle ore 18.30 si è svolta poi la messa solenne di conclusione del cammino dell’anno catechistico che ha visto la partecipazione di vari ragazzi e famiglie del pre-cresima e del post-cresima e dai tre gruppi ecclesiali che avevano appena incontrato il Vescovo in Oratorio. La messa è stata animata dai due cori della parrocchia, quello “liturgico” e quello dei giovani. Al termine della messa, i ragazzi della prima comunione hanno intrattenuto il Vescovo e i fedeli, con una danza ebraica sul Salmo 15 e poi le persone hanno potuto incontrare il Vescovo che ha distribuito a ciascuno un’immagine-ricordo della visita pastorale.
Ma la serata ha riservato ancora il tempo di un breve incontro del Vescovo in chiesa con i genitori della Catechesi, che li ha invitati a “benedire” i propri figli con la parola e con la vita. In chiesa erano posti dei cartelloni con le fotografie di tutti i volti sorridenti di questi ragazzi e giovani che vivono nella comunità.
E poi tutti insieme in Oratorio, famiglie della catechesi, gruppi ecclesiali, persone della comunità, si è potuto condividere la cena. Ognuno ha portato qualcosa di cibo o bevande e si è messo tutto in mezzo. E’ stato bello vedere quel sabato sera l’Oratorio pieno di ragazzi e adulti che parlavano, sorridevano, giocavano, semplicemente contenti di essere lì, senza alcuna costrizione, senza alcuna formalità. E il Vescovo in mezzo ai ragazzi e alle famiglie, come un Pastore con il suo gregge, senza alcuna barriera, senza alcun timore reverenziale. Una bella immagine di Chiesa, un bel segno di speranza.
Domenica 28 maggio è stato il giorno conclusivo della visita pastorale: il Vescovo ha assistito alle messe delle 8.30 e delle 18.30, tracciando il bilancio della visita pastorale nelle sue Omelie. Ha ringraziato i fedeli per il clima familiare che aveva potuto respirare in quei giorni, ha sottolineato la reciproca fiducia e accoglienza e stima che esiste tra i sacerdoti e la comunità, e nello stesso tempo ha sottolineato le priorità che la parrocchia dovrà dare nei prossimi anni a se stessa, per vivere sempre più il Vangelo.
In particolare il Vescovo nelle sue Omelie ha voluto ribadire che il centro, il cuore di tutta l’attività pastorale deve essere l’Eucarestia. Proprio questo legame originario con i Sacramentini è il segno di questa attenzione costante che la comunità di San Marco deve mantenere. La celebrazione della Messa e l’Adorazione eucaristica quotidiana sono il punto di partenza necessario per poter “uscire” e andare in periferia. “Non si può andare fuori se non si ha nulla con sé, se non si è fatto esperienza del Signore”. Ecco perché è necessario partire e tornare costantemente all’unico centro che è l’Eucarestia, fonte di tutta la vita pastorale. Il Vescovo ha promesso poi una lettera che giungerà in settimana in comunità e che verrà letta il 4 giugno a tutte le messe.
Nella mattinata di Domenica 28 inoltre il Vescovo ha impartito il Sacramento della Confermazione a dieci ragazzi e adulti, in una bella celebrazione molto cordiale e partecipata e nel tardo pomeriggio, alle 18, ha presieduto il Vespro e la Benedizione eucaristica, come ringraziamento per i tre giorni della visita pastorale, dopo aver condiviso anche il pranzo di domenica con la Fraternità sacerdotale.
Questa è la cronaca di quei giorni. Come detto all’inizio dell’articolo non è possibile racchiudere la straordinaria ricchezza di un incontro di fede tra persone: i bilanci li può fare solo lo Spirito Santo, che guarda e scruta i desideri dei cuori e solo lui sa il bene che è stato seminato e che porterà frutto a suo tempo.
Certamente negli occhi di tutti è rimasto il sorriso di un Vescovo contento di stare in mezzo alla sua gente e la gioia della gente per il suo pastore.
Grazie Vescovo Giampaolo per questi giorni, che rimarranno nel cuore della nostra comunità di San Marco. Grazie perché ci siamo sentiti casa, comunità ecclesiale, quella chiesa conciliare che tanto desideriamo e che ogni giorno cerchiamo pazientemente di costruire, anche in mezzo alle difficoltà e al peccato.
Un grazie speciale a don Andrea Mosca, che, con grande pazienza, ha intessuto le fila di questa visita, non solo accompagnando il Vescovo, ma coordinando con i sacerdoti ogni piccolo aspetto dell’organizzazione delle giornate, perché tutto si svolgesse per il meglio. Un piccolo riconoscimento per questo umile ma prezioso servizio che sta svolgendo per la comunità diocesana, nonostante i mille impegni dovuti ai suoi incarichi pastorali già molto numerosi.
Grazie, infine, a tutte le persone della comunità di San Marco, che in vari modi, anche con i più umili servizi, hanno reso possibile la realizzazione di questa visita, dono di grazia per tutti.
Inserito in: Cronaca delle visite, Home | 16 giugno 2017
Una visita pastorale, infatti, è più che la somma degli eventi, delle preghiere, delle celebrazioni, degli incontri che la caratterizzano. E’ un incontro umano e spirituale di persone e di credenti, reso possibile grazie allo Spirito santo: quindi i significati profondi restano nei cuori e sono spesso insondabili.
Di certo è stato un momento molto forte. Personalmente mi ha impressionato una cosa: il tempo molto abbondante che il Vescovo ci ha riservato. Con tutto quanto ha da fare un pastore, sentirsi parte di un regalo così profondo come tre giornate di vita fa comprendere a tutti di essere amati e benvoluti. Inoltre qualcuno della comunità ha fatto notare che traspariva del Vescovo la “voglia di stare qui”. Non era qui per adempiere un dovere, ma ci ha mostrato tutta la sua passione pastorale e umana nel voler passare proprio con noi questo fine settimana.
Ma come si sono svolti questi giorni? Certamente tutto è iniziato qualche mese fa. Come in altre parrocchie anche a San Marco visita pastorale ha significato il lavoro del Consiglio Pastorale e del Consiglio degli Affari economici sui cinque questionari approntati dalla Curia con le domande che aiutavano a fare una revisione della situazione della parrocchia dal punto di vista pastorale, economico, dei beni mobili e immobili.
E’ stato un lavoro di consapevolezza, anche perché la comunità di San Marco era reduce dal passaggio certamente bello ma faticoso dalla gestione dei Padri Sacramentini alla nuova gestione diocesana e quindi era necessario fare uno sforzo in più per fare memoria senza perdere i passaggi di una storia parrocchiale che affonda le sue radici nella fine degli anni settanta. Proprio quest’anno il 25 aprile, festa patronale di San Marco, abbiamo festeggiato il 25° anniversario della benedizione della nuova Chiesa Parrocchiale e quindi parliamo di una realtà abbastanza nuova dal punto di vista parrocchiale.
Dopo questo lavoro di scrittura dei testi è arrivato poi il 10 maggio, giorno in cui abbiamo ricevuto la visita dei “covisitatori” cioè quei sacerdoti che il Vescovo ha nominato per aiutarlo ad approfondire e verificare i vari aspetti amministrativi e giuridici di una visita pastorale nelle comunità. E’ stato un incontro cordiale e puntuale, che ha passato in rassegna vari ambiti che erano stati narrati proprio nei questionari che erano stati somministrati alcuni mesi prima ai Consigli pastorale ed economico. Infatti ogni visita pastorale del Vescovo ha un aspetto pastorale e un aspetto “amministrativo”, perché si possa verificare che ogni parrocchia “sia in regola” secondo le disposizioni del Diritto Canonico e dei Regolamenti diocesani.
E siamo giunti ai tre giorni veri e propri della visita del Vescovo. Venerdì 26 le tre giornate del Vescovo sono iniziate con la visita, alle ore 10.30, di uno dei luoghi simbolicamente più significativi della parrocchia: la “residenza Campanelle”, situata proprio accanto alla casa parrocchiale in via dei Modiano. E’ il Comune di Trieste che gestisce questa residenza protetta: la struttura è rivolta a persone con disabilità gravi e gravissime e ospita 30 persone. Annesso alla struttura residenziale, è presente il Centro diurno per persone con disabilità, che ha una capienza massima di 15 persone.
Il Vescovo ha potuto incontrare la dirigenza, il personale specializzato e, assistito anche dall’Assessore competente, si è intrattenuto per più di un’ora e mezzo a contatto con gli ospiti. Ha visitato con grande interesse la struttura facendo proprie le istanze, le fatiche, le gioie e le speranze di chi ogni giorno vive in questa casa, svolgendo un servizio prezioso alla città e alle famiglie di queste persone. Il Vescovo Giampaolo ha rivolto anche alcune parole di incoraggiamento a tutti, partendo dalla sua biografia personale e raccontando come l’esperienza della disabilità l’ha segnato proprio a partire dalle sue vicende familiari. Al termine della visita si è intrattenuto per un momento di aperitivo con le personalità intervenute, in casa parrocchiale, sottolineando il legame che esiste da sempre tra la parrocchia e la residenza protetta, in cui i sacerdoti hanno accesso non sono in occasione di alcune messe durante l’anno, ma anche nei rapporti informali che si stanno costruendo.
Il pranzo invece ha visto il secondo significativo momento della giornata: mons. Vescovo si è intrattenuto a tavola con le persone povere assistite ogni due settimane dal Gruppo Accoglienza-Caritas della parrocchia. Il gruppo “accoglienza” di San Marco è una realtà “storica” della parrocchia, nata proprio in concomitanza con l’inizio della realtà parrocchiale fondata dai Sacramentini. Ogni quindici giorni viene fornito un Centro di Ascolto dei bisogni delle persone del territorio e, in collegamento con la Caritas Diocesana, si cerca di ottemperare a queste emergenze. La prima domenica di ogni mese viene fatta una raccolta in parrocchia di alimenti, vestiti e offerte per i poveri e ogni seconda domenica del mese si svolge un mercatino a Muggia a beneficio ancora delle attività caritative della parrocchia. Il Vescovo a tavola ha incontrato coloro che usufruiscono di questi servizi, ma anche gli operatori stessi, incoraggiandoli a proseguire con sempre maggiore determinazione il proprio prezioso compito a servizio della comunità.
Nel tardo pomeriggio poi il Vescovo ha incontrato personalmente le quattro persone che compongono la nuova fraternità sacerdotale di San Marco: don Mattia, parroco di San Marco, don Francesco, suo collaboratore soprattutto nell’ambito della catechesi, don Domenico, sacerdote novello e cappellano all’Ospedale pediatrico Burlo e il Seminarista Adrian che è in attesa di ricevere l’ordinazione Diaconale il prossimo settembre. Sono stati incontri cordiali e molto paterni, di un Vescovo che ama e ascolta i suoi preti e sente che questo è il primo compito del suo ministero.
Alle ore 18.30 si è svolta poi la celebrazione eucaristica, come d’orario, presieduta dal Vescovo in cui si è fatto anche ricordo del XV di Ordinazione sacerdotale del parroco don Mattia. Dopo la messa, verso le ore 19.15 il Vescovo ha incontrato il nutrito Gruppo Catechisti dei ragazzi e degli adulti della parrocchia. San Marco si caratterizza perché da quasi una decina d’anni ha fatto proprio un progetto catechistico frutto di un’intuizione delle parrocchie del Decanato di San Giacomo che pensò di impostare una catechesi dell’iniziazione cristiana non rivolta solo ai ragazzi ma anche ai genitori, con incontri quindicinali paralleli sia per i ragazzi che per gli adulti. E’ di fatto quasi un’esperienza unica in Diocesi, certamente molto impegnativa, ma che coinvolge più di sessanta famiglie l’anno. Il Vescovo ha molto apprezzato lo sforzo di fare “catechesi familiare”, mostrando proprio come questa scelta sia un’opzione fondamentale che proprio il recente Sinodo Diocesano ha messo in campo come priorità che la Diocesi deve porsi nei prossimi anni. Nello stesso tempo ha condiviso le preoccupazioni e le fatiche di fare catechesi in un mondo in cui il modo di pensare e di vivere del Vangelo è messo in minoranza e messo sotto scacco da ideologie che nulla hanno a che fare con il bene dell’uomo.
Dopo questo appuntamento è venuto il momento dell’incontro con il gruppo adolescenti e giovani dell’Oratorio San Marco. Si è svolto in un clima informale e cordiale, attorno a una pizza condivisa insieme. Il Vescovo ha apprezzato molto questo modo di stare con i ragazzi e ha potuto intrecciare con loro un dialogo vero e schietto, senza alcun imbarazzo, ma mettendosi proprio nei panni di questi ragazzi e delle loro attese e speranze, bisogni e preoccupazioni.
Molti di questi ragazzi si impegnano lungo l’anno per alcune attività per i bambini e i ragazzi: il Carnevale e soprattutto il Grest estivo che coinvolge per tre settimane quasi un centinaio di famiglie ogni anno. Il Vescovo ha lodato questo impegno e ha chiesto loro di riflettere proprio sul fatto che “sporcandosi le mani per gli altri” si può diventare grandi crescendo nel cuore proprio con i valori del Vangelo. Li ha spronati a vivere non con uno sguardo autocentrato, ma con un cuore aperto e attento ai bisogni degli altri. Nello stesso tempo il Vescovo ha insistito sul valore dell’amicizia e del gruppo, ossia della bellezza di sperimentare legami veri e non solo “virtuali”, importanti per la crescita di ciascuno. E il gruppo dell’oratorio è un luogo importante per coltivare queste amicizie vere. L’incontro periodico, ogni venerdì sera, dà la possibilità di crescere in questi legami, che contano molto di più del tempo passato in chat o in internet.
La seconda giornata della visita pastorale, sabato 27 maggio, è iniziata molto presto con l’incontro del Vescovo con i cresimandi ragazzi e adulti, i loro genitori e padrini/madrine alle ore 9.45. Il Vescovo, dopo aver ricordato ai ragazzi l’importanza della Cresima e del sigillo dello Spirito Santo sulla loro vita, ha simpaticamente risposto alle tante domande anche molto personali che i ragazzi avevano fatto avere a lui nei giorni precedenti, tramite una lettera informale. E’ stata l’occasione per scoprire i tratti umani e molto quotidiani della storia di un Vescovo che affonda le sue radici nella sue prime esperienze familiari e dell’infanzia. I ragazzi hanno partecipato con grande attenzione all’incontro e, salutandosi, ci si è dati appuntamento al giorno successivo, quando il Vescovo avrebbe celebrato per loro la Confermazione.
Alle ore 10.30 il Vescovo si è poi intrattenuto con i componenti del Consiglio Pastorale Parrocchiale e del Consiglio degli Affari Economici. Entrambi i Consigli sono stati prorogati da don Mattia dopo il passaggio di consegne dei Sacramentini, per sottolineare la continuità del lavoro con la gestione precedente. Il Vescovo ha potuto affrontare con loro i nodi fondamentali della vita parrocchiale, soprattutto la condivisione della responsabilità nella gestione della parrocchia, lo sforzo di costruire una comunità unita attorno all’Eucarestia, l’attenzione alle giovani generazioni e l’attenzione a coloro che sono ai margini e sulla soglia e sono destinatari di un’attenzione “missionaria” da parte della comunità tutta.
Al termine dell’incontro è stato il tempo delle udienze private del Vescovo con alcune persone della comunità che avevano chiesto di poter parlare con lui. Il Vescovo ha regalato per loro più di un’ora nell’ascolto delle loro istanze e problematiche. Ha poi condiviso il pranzo nella Fraternità Sacerdotale.
Nel pomeriggio, alle ore 16.30, il Vescovo nel Salone dell’Oratorio ha incontrato insieme i tre gruppi ecclesiali che ruotano in Parrocchia San Marco: il gruppo “Rinnovamento nello Spirito Santo”, il movimento dei “Focolari” e la comunità Neocatecumenale. Cordialmente li ha ringraziati perché sono segno della ricchezza dello Spirito Santo nella chiesa di oggi e li ha invitati sempre più a sentirsi corresponsabili della parrocchia, non pensandosi solo “ospiti” della parrocchia, ma mettendosi a disposizione della costruzione di una vera “koinonìa” per il bene di tutti. Siamo tutti un’unica comunità cristiana, nonostante i differenti cammini o percorsi!
Alle ore 18.30 si è svolta poi la messa solenne di conclusione del cammino dell’anno catechistico che ha visto la partecipazione di vari ragazzi e famiglie del pre-cresima e del post-cresima e dai tre gruppi ecclesiali che avevano appena incontrato il Vescovo in Oratorio. La messa è stata animata dai due cori della parrocchia, quello “liturgico” e quello dei giovani. Al termine della messa, i ragazzi della prima comunione hanno intrattenuto il Vescovo e i fedeli, con una danza ebraica sul Salmo 15 e poi le persone hanno potuto incontrare il Vescovo che ha distribuito a ciascuno un’immagine-ricordo della visita pastorale.
Ma la serata ha riservato ancora il tempo di un breve incontro del Vescovo in chiesa con i genitori della Catechesi, che li ha invitati a “benedire” i propri figli con la parola e con la vita. In chiesa erano posti dei cartelloni con le fotografie di tutti i volti sorridenti di questi ragazzi e giovani che vivono nella comunità.
E poi tutti insieme in Oratorio, famiglie della catechesi, gruppi ecclesiali, persone della comunità, si è potuto condividere la cena. Ognuno ha portato qualcosa di cibo o bevande e si è messo tutto in mezzo. E’ stato bello vedere quel sabato sera l’Oratorio pieno di ragazzi e adulti che parlavano, sorridevano, giocavano, semplicemente contenti di essere lì, senza alcuna costrizione, senza alcuna formalità. E il Vescovo in mezzo ai ragazzi e alle famiglie, come un Pastore con il suo gregge, senza alcuna barriera, senza alcun timore reverenziale. Una bella immagine di Chiesa, un bel segno di speranza.
Domenica 28 maggio è stato il giorno conclusivo della visita pastorale: il Vescovo ha assistito alle messe delle 8.30 e delle 18.30, tracciando il bilancio della visita pastorale nelle sue Omelie. Ha ringraziato i fedeli per il clima familiare che aveva potuto respirare in quei giorni, ha sottolineato la reciproca fiducia e accoglienza e stima che esiste tra i sacerdoti e la comunità, e nello stesso tempo ha sottolineato le priorità che la parrocchia dovrà dare nei prossimi anni a se stessa, per vivere sempre più il Vangelo.
In particolare il Vescovo nelle sue Omelie ha voluto ribadire che il centro, il cuore di tutta l’attività pastorale deve essere l’Eucarestia. Proprio questo legame originario con i Sacramentini è il segno di questa attenzione costante che la comunità di San Marco deve mantenere. La celebrazione della Messa e l’Adorazione eucaristica quotidiana sono il punto di partenza necessario per poter “uscire” e andare in periferia. “Non si può andare fuori se non si ha nulla con sé, se non si è fatto esperienza del Signore”. Ecco perché è necessario partire e tornare costantemente all’unico centro che è l’Eucarestia, fonte di tutta la vita pastorale. Il Vescovo ha promesso poi una lettera che giungerà in settimana in comunità e che verrà letta il 4 giugno a tutte le messe.
Nella mattinata di Domenica 28 inoltre il Vescovo ha impartito il Sacramento della Confermazione a dieci ragazzi e adulti, in una bella celebrazione molto cordiale e partecipata e nel tardo pomeriggio, alle 18, ha presieduto il Vespro e la Benedizione eucaristica, come ringraziamento per i tre giorni della visita pastorale, dopo aver condiviso anche il pranzo di domenica con la Fraternità sacerdotale.
Questa è la cronaca di quei giorni. Come detto all’inizio dell’articolo non è possibile racchiudere la straordinaria ricchezza di un incontro di fede tra persone: i bilanci li può fare solo lo Spirito Santo, che guarda e scruta i desideri dei cuori e solo lui sa il bene che è stato seminato e che porterà frutto a suo tempo.
Certamente negli occhi di tutti è rimasto il sorriso di un Vescovo contento di stare in mezzo alla sua gente e la gioia della gente per il suo pastore.
Grazie Vescovo Giampaolo per questi giorni, che rimarranno nel cuore della nostra comunità di San Marco. Grazie perché ci siamo sentiti casa, comunità ecclesiale, quella chiesa conciliare che tanto desideriamo e che ogni giorno cerchiamo pazientemente di costruire, anche in mezzo alle difficoltà e al peccato.
Un grazie speciale a don Andrea Mosca, che, con grande pazienza, ha intessuto le fila di questa visita, non solo accompagnando il Vescovo, ma coordinando con i sacerdoti ogni piccolo aspetto dell’organizzazione delle giornate, perché tutto si svolgesse per il meglio. Un piccolo riconoscimento per questo umile ma prezioso servizio che sta svolgendo per la comunità diocesana, nonostante i mille impegni dovuti ai suoi incarichi pastorali già molto numerosi.
Grazie, infine, a tutte le persone della comunità di San Marco, che in vari modi, anche con i più umili servizi, hanno reso possibile la realizzazione di questa visita, dono di grazia per tutti.
Inserito in: Cronaca delle visite, Home | 16 giugno 2017